"Cavolo Lorenzo è tardissimo!" Esclamo io sbarrando gli occhi fissi al cellulare.
"Sono quasi le undici."
Lui si affretta a guardare l'orario per esserne sicuro e si sbatte una mano in fronte:
"Cavolo mi ero dimenticato! Dovevo aiutarti a sistemare le cose nel tuo nuovo appartamento."
Mi dirigo in fretta in bagno, poi, accorgendomi che ho ancora tutto in valigia, torno indietro e vado in salotto a prendere quella rossa più piccola.
Tiro fuori un cambio pulito, il pettine, lo spazzolino e il dentifricio.Dopodichè torno in bagno e mi preparo il più velocemente possibile.
Una volta uscita prendo il cellulare, le chiavi della nuova casa e le valigie ed esco con Lorenzo.
"Dove si trova l'appartamento?" Chiede lui.
"A dire il vero è un po' lontano da qui..."
Ammetto cercando di ricordare la posizione esatta.
"Prendiamo il taxi allora? Non mi sembra il caso di andare in autobus o in metro con tutte quelle cose." Dice rivolgendo un'occhiata alle valigie che mi sta aiutando a trasportare.
Gli faccio un cenno con la testa.
"Se vuoi ho un amico tassista che può arrivare in pochi minuti, lo chiamo?"
Annuisco nuovamente e lui cerca il numero sul telefono. Mentre sta per premere il tasto di chiamata sentiamo:
"NON CI CREDO, TU SEI FAVIJ!" Ed ecco il solito gruppo di ragazzi venire verso di noi correndo. Lui rimette in tasca il telefono rimandando la chiamata di qualche minuto. Senza farsi vedere dai ragazzini che stanno arrivando si volta verso di me e mi sussurra: "Scusa."Sorrido debolmente e dico che non c'è problema.
Si gira nuovamente e viene accerchiato da sei o sette ragazzi e ragazze che gli chiedono una foto e un autografo.
Una ragazzina un po' cicciottella e bassa tira fuori dal suo zainetto un pennarello nero indelebile, dicendo che lo tiene sempre con sè in caso dovesse incontrare qualcuno per Milano. Mi viene da ridere a quella scena e senza farci caso sul viso mi rimane un sorrisetto.Alcuni di loro ogni tanto mi gettano rapide occhiate, poi tornano a guardare il loro Favij. Io mi limito a stare in disparte osservando divertita la scena. Mi avvicino un po' di più e mi sposto per vedere meglio Lorenzo. Anche lui mi getta un'occhiata e mi sorride, dopodichè continua a rispondere alle domande, a firmare cover, magliette e tutto quello che gli chiedono di autografare. Quella scena mi fa ripensare alla prima volta che l'ho visto, il 7 agosto 2015. Ero anche io così agitata come lo quei ragazzi? Non lo so.
Ascolto ogni singola parola che vola in quella coversazione, fino a che uno di loro non chiede:
"Scusa, ma chi è lei?" Rivolto verso di me.
Un secondo dopo è calato il silenzio e tutti mi stanno fissando. Cerco quindi di inventare una scusa sul momento:
"Sono sua cugina. Mi sta aiutando a portare delle cose nella mia nuova casa, visto che mi sto trasferendo." Concludo la frase con un sorriso che spero li convinca."E come mai non ti abbiamo mai vista prima?" Dice una ragazzina con aria di sfida. Cerco di stare calma e anche qui improvviso:
"Sono io che non sono mai voluta apparire per privacy. Sono parecchio timida e quindi Lorenzo ha evitato di mettermi in mostra, tutto qui." Mi pare che la storia regga e non dico nient'altro. Rivolgo solamente uno sguardo a Lorenzo cercando la sua approvazione. Lui fa un gesto con il capo e sorride, ciò mi fa capire che è andata bene."Allora, visto che sei sua cugina, possiamo fare una foto anche con te?" Chiede la ragazzina bassa e grassottella.
"Be'... io..." chiedo aiuto a Lorenzo con gli occhi e lui risponde al posto mio.
"Non ama apparire nelle foto, ma credo che in una di gruppo parteciperebbe volentieri."
Mi affretto a confermare ciò che ha appena detto e anche i ragazzi sembrano d'accordo.
"Chi fa la foto però?"Mi ricordo che in vacanza con i miei genitori, la foto ce la eravamo fatta scattare da alcuni passanti, così fermo un signore che sta passando e gli chiedo di farcene una.
Lui accetta volentieri e uno dei ragazzi gli porge il cellulare con cui fare la foto. Ci mettiamo in posizione: io e Lorenzo in mezzo e dietro, affiancati da una ragazza che cinge Lorenzo per il bacino, gli altri davanti, chi in piedi e chi seduto o in pose strane.Sorridiamo tutti fino a quando la foto non è stata scattata. Ci disordiniamo e salutiamo il gruppetto, tornando a dove eravamo rimasti.
"Devo chiamare Giorgio." Dice lui riferito al suo amico tassista.Dopo qualche minuto, come previsto, un taxi si ferma davanti a noi. Dal finestrino abbassato un ragazzo sui ventitré anni saluta Lorenzo calorosamente e anche lui chiede di me.
Questa volta gli diciamo la verità, chiedendo, ovviamente, di non dire nulla.
Spazio autrice
Ok ok... vi do il permesso di venire sotto casa mia con i forconi.
È solo che per un po' mi era passata la voglia di scrivere per Lorenzo e non mi andava di fare dei capitoli tanto per fare che sarebbero venuti brutti e di fretta.
Quindi CAPITEMI PLEASE💕
Poi con l'inizio delle superiori sono letteralmente sommersa da compiti, verifiche e interrogazioni (non a caso sto aggiornando dal pullman alle 7 del mattino...)
Ora sto cercando di risostemare tutte le storie per tornare ad aggiornare, anche se non con la frequenza di prima.
Spero ugualmente che il capitolo vi sia piaciuto, io personalmente l'ho adorato❤
Asia🌚