Capitolo 2 (Venice)

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Il giorno in cui Ariel Storm arrivò alla Harvestone fuori pioveva di rotto, io ero stata picchiata e per questo avevo ancora il labbro gonfio, ma nonostante questo quando aprii la porta e la vidi seduta sul bordo del letto tutto lo sconforto sparì dal mio corpo.
Era bellissima, una di quelle bellezze che se incontri per strada di volti a guardarla.
Lei sembrò accorgersi di me solo dopo qualche secondo e fu in quel momento che mi accorsi della profondità del color smeraldo dei suoi occhi, che sembravano scrutarmi dentro e conoscermi da tutta una vita.
Si alzò per presentarsi e notai che era molto alta, arrossì tantissimo e in quel momento mi ricordai che ero ancora in accappatoio, dopo la lunga doccia rilassante che mi ero fatta.
≪Oh scusami, ti metto in imbarazzo? Io sono Venice Roth≫ la ragazza tossì e si schiarì la gola ≪Io sono Ariel Storm≫ ma non servì a molto, infatti il suono che uscì fu abbastanza roco ≪non badare se la mia voce è un po' strana, mi sono operata da piccola alle tonsille ed il medico ha fatto un casino≫.
Io scossi la testa ≪non c'è nessun problema, spero diventeremo amiche≫ dato che non ne ho neanche una, pensai.
Mentre prendevo i vestiti dall'armadio, la osservai senza farmi notare. Aveva i capelli boccolosi e castani, la mascella squadrata e le labbra rosee, chissà quanti ragazzi le avevano baciate, sembravano morbidi ed invitanti.
A quel punto Ariel mi disse ≪che hai fatto al labbro≫ si avvicinò e prese il mio volto tra le mani: erano calde e gentili. Col pollice mi sfiorò il labbro rotto, trovai il gesto imbarazzante, ma in fondo voleva solo essere gentile.
Io risposi: ≪cadendo mi sono morsa il labbro, sono proprio sbadata≫ le mentii solo perché non volevo che pensasse che fossi una sfigata.
Da dietro le lenti degli occhiali di Ariel , vidi il suo sguardo farsi scettico, ma non replicò, accettando la mia versione della verità.
Andai in bagno a vestirmi, tornando in camera qualche minuto dopo. Ariel era già pronta per l'ultima lezione della giornata, mi chiese di accompagnarla in classe ed io accettai, in fondo era il suo primo giorno.
La precedetti uscendo prima dalla stanza, non sapevo come comportarmi con una amica, quindi camminai come se stessi andando in classe da sola, ma lei mi raggiunse e mi chiese com'era il professore di storia, la lezione che avremmo avuto in quel momento.
≪È uno molto serio, però ultimamente sembra avermi preso in simpatia≫ vidi Ariel irrigidirsi, forse credeva che fosse un professore severo.
La accompagnai la porta e dissi che io non me la sentivo di entrare perché ero ancora un po' stanca per via della caduta.
In effetti era vero, mi sentivo priva di forze, l'unica cosa che volevo era di stendermi sul letto a dormire fino al giorno dopo.
È così feci.

Non seppi quante ore dormii, probabilmente caddi in un sonno profondo. Mi parve di destarmi solo quando sentii un peso sul mio letto ed un paio di labbra appoggiarsi delicatamente sulle mie. Aprii gli occhi, doveva essere un sogno. Quello che avevo davanti non poteva essere il ragazzo che mi aveva salvato quella mattina. A causa del sonno, ancora una volta, non riuscì a distinguerne i lineamenti, ma il mio cuore iniziò a battermi all'impazzata, certo che fosse lui.
Ma il sogno finì e mi svegliai la mattina dopo.

Quando mi svegliai trovai la stanza vuota, la cosa non mi stupì dato che fin da quanto mi ero iscritta alla Harvestone non la avevo mai condivisa con nessuno, ma quando andando in bagno trovai le cose di Ariel disposte ordinatamente sulla mensola mi ricordai di quanto accaduto il giorno prima.
Chissà dov'era, era uscita senza neanche salutare, che già mi odiasse?
Mi lavai (cercando di mantenere tutto ordinato, come aveva fatto Ariel per non fare brutta figura) e mi vestii.
Una volta pronta mi diressi verso l'aula di trigonometria 3.
Entrai in classe e vidi Ariel seduta in fondo, aveva tenuto un posto libero al suo fianco e appena mi vide, mi fece segno di raggiungerla. Camminando mi aggiustai una ciocca di capelli dietro l'orecchio, come era stata premurosa. Mi sedetti e Ariel mi sorrise, chiedendomi ≪Hai dormito bene, Venice?≫ ed io risposi di sì anche se ero tutt'ora turbata dal sogno fatto.
Ariel sembrò irrigidirsi alle mie parole, ma non chiese altro cominciando a seguire la lezione, io feci lo stesso.
Verso la fine della lezione domandai: ≪Andiamo assieme a mezza a pausa pranzo?≫ ma Ariel mi rispose ≪Mi hanno già invitato un paio di ragazze, se per te non è un problema puoi unirti≫
Fantastico, potevo già considerarla persa, chissà che cosa avrebbero detto le altre su di me.
≪No tranquilla, ho sempre preferito stare da sola≫
Ariel fece un sorriso triste e poi aggiunse ≪anche se ti piace star sola, sta sera mettiti in testa che ceneremo insieme. Ordiniamo cinese e parliamo di cose di ragazze≫
Ricambiai il suo sorriso, chissà, forse mi stavo veramente facendo un'amica.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 05, 2020 ⏰

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