Capitolo 3

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Ore 07:00, 14 Settembre

Pov's Zayn

Quella mattina caddi letteralmente dal letto visto che Gigi mi aveva dato una pedata. "Ma che cazzo?!" Urlai alzandomi in preda alla rabbia. "Hey moccioso, non urlare di prima mattina!" Disse stiracchiandosi sul letto. "Urlo quanto mi pare e quando mi pare e non sono un moccioso!!" Urlai entrando nel bagno sbattendo la porta dietro di me. Mi lavai la faccia e notai che il bernoccolo era diventato molto meno evidente ma avevo i capelli completamente in disordine così rimediai subito iniziando a sistemarli. Avevo finito di sistemare i capelli ed ero al bagno quando la porta si spalancò facendomi alzare subito i boxer per l'imbarazzo. "Ci sono io!" Urlai a Gigi che entrò e si lavò la faccia con tranquillità. "Oh, continua pure... Non me ne frega nulla di quello che fai e poi ci stai troppo tempo ed io non posso aspettare." Disse iniziando a togliersi la maglietta e poi i pantaloni mentre un fastidio fra le mie gambe si faceva strada. "Vuoi una foto?" Chiese girandosi con ancora l'intimo addosso. Sgranai gli occhi. "Che c'è principino?! Non hai mai visto una ragazza in intimo?" Mi chiese incrociando le braccia. "Più volte di quanto tu pensi!" Dissi. "Perfetto!" Togliendosi il reggiseno e facendo aumentare il mio fastidio. Uscii di corsa dal bagno, non avrei potuto resistere un altro secondo di più nel vederla in quello stato. Mi diedi uno schiaffetto sulla guancia e mi vestii prendendo velocemente la mia roba e scendendo al piano di sotto per evitare di vederla ancora. Dopo 5 minuti fu giù con le sue cose e andammo verso l'auto. "Allora... Quanto ci manca per arrivare?" Chiesi entrando in auto. "Un'ora." Disse lei mettendo in moto. Dopo esattamente un'ora arrivammo a Pembina e lei accostò uscendo dall'auto. "Che fai?" Le chiesi vedendo che stava togliendo le corde al motore ma lei non mi rispose. Scese lentamente il motore e poi mi disse:" Eccoci arrivati, a mai più!" Salii in auto ed mise in moto mentre io le urlai:" Almeno dimmi dive trovare un gommista!!" Ma lei continuò a sfrecciare con il suo Suv nero del cazzo!

Pov's Gigi

"Sono ritornata!" Urlai una volta dentro casa ma nessuno rispose, andai in cucina e vidi che Niall aveva fatto la spesa, tanto l'avrebbe mangiata tutta lui! Misi la mia roba a lavare e poi andai di sotto ad allenarmi, era da un giorno che non mi allenavo un po'.

Pov's Zayn

Trascinavo il mio motore per le strade deserte di quella cittadina che sembrava così tranquilla. Vidi due ragazzi che avevano circa la mia età così il chiamai:" Hey ragazzi!" Dissi e loro si girarono. "Sapete dirmi dove posso trovare un gommista?" Gli chiesi e uno iniziò a spiegare ma dopo un po' di spiegazioni sentii sfilarmi il portafoglio dalla tasca destra dei pantaloni e i due correre via. "Hey, fermi!" Corsi cercandoli di raggiungere ma svoltarono in una stradina e quando la raggiunsi vidi un ragazzo con i capelli castani e gli occhi marroni dare un pugno ad uno di quei teppisti riprendendo il mio portafoglio. "È tuo?" Mi chiese guardando il portafoglio e poi me. "Sì, grazie mille." Dissi riprendendomi il portafoglio. "Di nulla amico, io sono Liam." Disse porgendomi la mano. "Zayn." Dissi stringendogliela. "Allora Zayn... Non sei di qui, vero?" Mi chiese mentre ritornavamo alla mia moto. "Veramente sono appena arrivato qui." Dissi. "Uh, allora benvenuto!" Disse sorridendomi. "Grazie... Senti, scusami se ti disturbo perché avrai sicuramente da fare ma potresti dirmi dove posso trovare un gommista?" Chiesi. "Sì, dai che ti aiuto... Devi essere stanco dopo aver portato la moto per il tragitto." Disse. "Veramente una ragazza mi ha dato un passaggio fino a qui e poi mi ha lasciato proprio all'inizio della città." Dissi io e lui ridacchiò. "Un bel tipetto immagino..." Disse sorridendo. "Era una super sexy ragazza ma il suo caratteraccio faceva scappare via tutti... Abbiamo litigato per tutto il tempo!" Dissi sbuffando soltanto a pensare a quella pazza mestruata. "Da dove vieni?" Mi chiese. "Da Morgan, in Utah però sono partito da Portal per venire qui." Dissi e lui annuì per dire che aveva capito. "Hai detto che sei nuovo qui, vero?" Mi chiese una volta arrivati dal gommista. "Sì, perché?" Chiesi. "Beh, ovviamente non sai ancora dove stare, no?" Mi chiese ed io dissi:" Avevo intenzione di trovare un lavoro e una casa." Dissi. "Bene... Hai trovato la persona giusta!" Disse ed io lo guardai confuso. "Ho una casa enorme e potresti stare da me fino a quando non trovi una casa." Disse ed io sorrisi. "Non so... Potrei dare disturbo." Dissi. "Nessun disturbo per me ma devi sapere che ho una coinquilina un po' particolare... Cioè in realtà la casa è sua però la condividiamo perché lei senza me sarebbe persa." Disse. "In che senso 'particolare'?" Chiesi. "È una tipa tosta che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno." Disse. "Beh, non posso fare altro che accettare visto che non so dove andare." Dissi e lui sorrise felice. Quando il gommista finì, pagai e poi io e Liam andammo verso casa sua. Arrivati lì la casa sembrava una abbandonata e macabra. "Tu vivi in una casa abbandonata?" Gli chiesi scendendo dalla moto. "Non è abbandonata è solo che non ci possiamo permettere di ristrutturarla!" Disse aprendo la porta d'ingresso. Entrammo e lui disse:" Sono a casa!" Ma nessuno rispose. L'ampio salone accoglieva chi entrava e poi una porta e una scala. "Beh, non è ancora tornata." Disse. "Tornata da dove?" Chiesi. "Uh, lei lavora fuori ma non so di preciso dove perché va in molti posti." Disse. "Bene... Ti mostro la casa!" Disse salendo le scale e facendomi un gesto che mi fece capire che lo dovevo seguire. Al piano di sopra c'erano 4 porte dispose due a destra e due a sinistra. "Allora, qui c'è la camera della mia coinquilina, affianco la camera degli ospiti." Disse partendo da destra e facendomi entrare nella camera degli ospiti per posare il mio zaino, una stanza abbastanza bella, meglio della mia a Morgan. "Poi qui abbiamo la mia stanza e il bagno." Disse mostrandomi il bagno. Scendemmo le scale andando in cucina. "E questa è la cucina!" Disse mostrandomi tutto ma non aprii una porta, quella che c'era dentro la cucina. "E qui cosa c'è?" Chiesi. "La cantina, un posto che la mia amica ha arredato per il suo lavoro." Disse. Andammo di nuovo in salotto e iniziammo a parlare di cosa faceva lui e mi disse che lavorava in una palestra di boxe. "Wow..." Dissi. "Tu pratichi la boxe?" Mi chiese ed io annuì. "Da 11 anni." Dissi. "Wow, devi essere bravo allora." Disse. "Diciamo..." Dissi ripensando a quella sera. Sentimmo una porta aprirsi e il rumore veniva decisamente dalla cucina. "Niall, quante volte ti ho detto di non curiosare laggiù?" Urlò Liam ma non ebbe nessuna risposta. "Jelena, sei tu?" Ah, ecco come si chiamava la ragazza... "Quante cazzo di volte ti ho detto che non devi chiamarmi così?" Urlò la ragazza e udendo quella voce il mio sangue si congelò nelle vene, non potevo crederci... "Vieni qui, abbiamo ospiti!" Urlò Liam. "Chi ha detto che io voglio conoscerli?" Urlò lei. "Dai, vieni qui... Sarà il nostro nuovo coinquilino!" Ribatté Liam. "Chi cazzo ti ha detto di prendere un altro coinquilino?!" Sbraitò uscendo dalla cucina e guardandomi con uno sguardo assassino. "Jele lui è Zayn, Zayn... Oh cazzo! Jelena!!" Urlò Liam quando lei mi scaraventò al muro. "Mi perseguiti per caso?!" Mi ringhiò contro. "Potrei dire al stessa cosa di te!" Dissi togliendomela di dosso. "Ah, allora vi conoscete già!" Disse Liam felice. "Io non lo voglio in giro per casa!" Sbraitò indicandomi come se io fossi sordo e non potessi sentire che mi stava per cacciare. "Dai Gigi, non puoi fare così! Sarà fantastico avere un coinquilino!" Disse Liam in mia difesa. "Fottetevi entrambi!" Urlò ritornando in cucina sbattendo violentemente la porta. "Allora... Come vi conoscete?" Mi chiese Liam. "Ci siamo incontrati ad un incontro di boxe a Portal." Dissi e lui rimase a bocca aperta. "Vuoi dirmi che l'hai battuta?" Mi chiese. "No, non potevo picchiare una donna!" Dissi e lui annuì. "Quindi ti ha battuto senza mandarti in coma... Interessante." Disse sedendosi sul divano. "La odio!" Dissi sbuffando. "Beh, ha davvero un caratteraccio; lo ammetto. Però sa essere anche dolce." Disse. "Davvero?! Perché a me non è sembrato proprio." Dissi incrociando le braccia. "Lei è così... Non si fida di nessuno, neanche di me che la conosco da molto tempo." Disse e quando finì la frase la porta d'ingresso si aprì rivelando un biondino tinto con gli occhi azzurri. "Niall... Quante volte ti ho detto che non è moralmente giusto entrare in casa della gente con la chiave di riserva?" Disse Liam sbuffando. "Scusami... Oh ciao ragazzo!" Disse venendo verso di me. "Ciao." Dissi. "Io sono Niall e tu chi sei?" Mi chiese prendendo la mia mano e stringendola. "Io sono Zayn..." Dissi mentre lui continuava a scuotere il mio braccio. "Per l'amor di Dio! Niall lasciagli il braccio!" Disse Liam e lui mollò la presa. "Allora... È arrivata la mia principessa?!" Disse e sul volto di Liam si formò un'espressione preoccupata. "Sì ed è di sotto ed è anche arrabbiata quindi evita se non vuoi un pugno." Disse Liam e Niall corse in cucina. Dopo poco salì di nuovo massaggiandosi la guancia. "Cos'è successo?" Chiese Liam. "Mi ha dato uno schiaffo perché l'ho abbracciata." Disse con voce da bambino. "Io te l'avevo detto..." Disse Liam. Iniziammo a parlare e scoprii che avevano entrambi 22 anni. "Wow... Un coinquilino più grande e che si fa pestare da una ragazza più piccola!" Disse Niall mentre Liam era andato a preparare il pranzo. "Oh caro... Vieni qui e non sai nulla di lei?" Mi chiese ridacchiando. "Sai... Non parliamo molto se non per insultarci." Dissi e lui annuì ridacchiando ancora. "Ne ha 21." Disse il biondo... Wow, 21, non pensavo fosse più piccola di me! "A mangiare!" Disse Liam dalla cucina e noi andammo là. "Gigi a mangiare!" Disse aprendo la porta della cantina. "Fottiti!" Urlò lei di rimando. Finimmo di pranzare e ritornammo in salotto continuando a parlare ma quando mi chiedevano perché me ne ero andato via dalla mia città deviavo il discorso. Ovviamente non gli avevo detto che ero stato in carcere e che da piccolo avevo dato 13 coltellate a mio padre però comunque avevano parlato più loro che io. "Come conoscete Gigi?" Chiesi. "Io l'ho conosciuta quando ero un ragazzino in una palestra." Disse Liam. "Io l'ho conosciuta molto prima perché veniva del bar Irlandese di mio padre." Disse Niall. "E tu che fai adesso?" Chiesi. "Gestisco il bar insieme a mio padre." Disse. Tra chiacchiere e risate capii che erano davvero divertenti e non capivo come potevano essere amici di Gigi, la ragazza tanto scontrosa. "Ragazzi, io devo andare a lavoro, ci vediamo a cena... Niall non svuotare il frigo!" Disse Liam andandosene. "Allora... Vuoi visitare un po' la città?" Mi chiese Niall ed io annuii soprattutto perché non sapevo cosa fare se avessi rifiutato. Ritornammo a casa alle 19:00, avevo visto come questa cittadina era tranquilla, ovviamente anche qui c'erano i teppisti; e me ne ero accorto la mattina, ma non erano così tanti come a Morgan. Liam preparò la cena e lo aiutammo anche io e Niall. "Gigi, a cenare!" Urlò Liam dalla cantina. "Fottiti!" Disse lei, di nuovo. Liam chiuse la porta spazientito e venne a cenare. Finita cena Niall andò via e Liam mise le stoviglie a lavare nella lavastoviglie. Guardammo la TV e dopo andammo a letto. Prima di andare a letto andai in bagno per lavarmi i denti e quando uscii fui scaraventato al muro. Sgranai gli occhi e vidi Gigi con i capelli legati in una cipolla disordinata, un top nero e un paio di pantaloncini e il suo solito sguardo assassino. "Senti moccioso, anche a casa mia ci sono regole... Non devi starmi tra i piedi, non devi rompere nulla e non parlare con i miei amici!" Ringhiò ed io la presi per le spalle capovolgendo la situazione. "Ascoltami tu mocciosa di 21 anni... Evita di fare così con me perché mi fai solo incazzare, evita di urlarmi contro per qualsiasi cosa se non vuoi che mi incazzi davvero ed io parlo con chi mi pare e piace!" Dissi. "Hai finito di sbattermi contro il muro?" Chiese seccata. "Ti piacerebbe essere sbattuta contro il muro..." Dissi con un sorrisino. "Piacerebbe più al tuo cazzo che sta scoppiando più che a me!" Disse e solo ora notai che mi ero eccitato. "Non era il mio cazzo, era il mio ginocchio!" Dissi e lei andò in camera sua dicendo:" Certo ed io sono la regina Elisabetta." Sbuffai ed entrai nella mia camera.

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