Un incontro improvvisato ed imbarazzante

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'La nostra ricchezza è fatta dalla nostra diversità: l'altro ci è prezioso nella misura in cui ci è diverso.'

Albert Jacquard


Luke Hamery è un giovanotto di circa vent'anni, scapolo, ed un incallito sognatore. Egli era l'unico figlio maschio di Mary Hamery e del signor Jonas Hamery, ed era dunque, il primogenito. Il ragazzo, ai tempi della scuola, aveva brillato in modo tale, che i genitori da Londra, l'avevano mandato a studiare in una delle più prestigiose ed eccellenti scuole scozzesi. Anche in quelle interessanti occasioni, il giovane aveva dimostrato di essere il migliore ed uno dei pochi ragazzi che da adulto avrebbe potuto riscuotere fama e successo. I professori ne furono sin da subito estasiati ed ammaliati e cercarono immediatamente quel fanciullo sotto la loro affettuoso ala protettiva e lo stimavano per la sua laboriosità intellettiva. Anche i suoi freddi compagni di classe lo ammiravano generosamente. In effetti, egli aveva molta facilità nell'apprendimento e si applicava in tutto ciò che svolgeva. Luke all'età di sedici anni, era poi tornato dai suoi parenti ed aveva incontrato nuovamente i suoi amorevoli genitori che dopo un anno lo accolsero benevolmente, incitandolo a descrivergli la scuola scozzese che aveva cominciato a quindici anni. Lui in seguito, raccontò loro di essersi trovato meravigliosamente bene all'interno della scuola e parlò orgogliosamente anche dell'anno scolastico superato in modo ottimale, con bravura. Mary e Jonas andarono molto fieri di ciò. Luke aveva avuto sette ragazze nel corso dei suoi diciassette anni, ma in fondo, era altamente consapevole che egli era perlopiù un bravo Hamery e quel che rendeva la sua vita molto poco scialba e monotona, erano la pace, l'armonia e la serenità. Il giovane aveva dunque trascorso in pura allegria i tre anni che seguivano. Luke godeva caratterialmente di saggezza e riflessività, poco diffusa tra i ragazzi dell'epoca, e disponeva inoltre di gentilezza, onestà, profondità e spontaneità. Era anche molto selettivo, coerente ed assertivo e si mostrava premuroso verso chiunque, senza problemi. L'aspetto che lo caratterizzava sino in fondo, era però la tranquillità, oltre ad essere un tipo flemmatico, tenace e molto perseverante. Era molto fantasioso e creativo e, proprio per queste caratteristiche aveva frequentato un corso di pittura per esperti e Londra al tempo, non era altro che un semplice e spoglio villaggio di contadini.  Tuttavia, la famiglia Hamery era ricca e vasta ed aveva esteso rigidamente i suoi campi, che brulicavano di spighe di frumento dorate e mature. Il giovane Hamery amava scorgere i sorrisi altrui e sapeva dimostrarsi molto generoso. Ecco una sua descrizione fisica molto dettagliata: era un ragazzo alto, dai capelli biondi chiari e gli occhi verdi mela, e possedeva delle labbra sottili ma carnose. Aveva una voce profonda e rombante, che avrebbe fatto rabbrividire di piacere qualunque ragazza gli fosse appartenuta. Indossava spesso abiti come una lunga camicia bianca, dei pantaloni giallo sabbia e degli scarponi abbastanza luccicanti, mai entrati nel fango della sua fattoria. Era un tipo intellettuale, che amava stare in mezzo alla rigogliosa vegetazione e a contatto con la natura. Un posto in cui pensare e riflettere in solitudine, effettivamente ce l'aveva: si trattava di un luogo al confine con le folte foreste continuative, nel quale erano situati dei campi colmi di lavanda. A Luke piaceva respirare quell'aria fresca e la respirava addirittura, tramite i pori della pelle. Persino attraversando un'unica volta la foresta stracolma di primule e abeti si sarebbe sentito felice. Aveva un ottimo spirito di osservazione. Luke pensava di averle ormai viste tutte le situazioni più imbarazzanti ed interessanti, ma fu proprio in un fresco e mite pomeriggio di domenica con un evento molto bizzarro e particolare che iniziarono le sue avventure e la sua vita cambiò totalmente, rivoltandosi. In una calda mattina di domenica, dopo aver assistito alla messa ed aver partecipato alla preghiera, a mezzogiorno egli fece ritorno nella sua accogliente ed ospitale casa per badare alle pecore negli spaziosi, irrigati e fertili campi ereditari e farle pascolare. Di certo, pecore e montoni avrebbero preferito verdi montagnole e colline per brucare con entusiasmo e soddisfazione, ma questo era tutto ciò che possedevano e gestivano e tutto ciò che potevano offrire. Luke fece per metter mano al bastone e guidare i suoi animali al pascolo, ma li perse di vista non appena intravide la madre che correva precipitosa da lui e gli veniva incontro, in fretta e furia. Sua madre Mary venne giù da lui con un'aria lievemente agitata e trafelata. - Luke...- gridò lei con il fiato corto. Poi aggiunse:- Luke, ti prego tesoro fammi questo favore: oggi preparerò come faccio usualmente, il maiale al forno della domenica e per eseguire perfettamente questo compito necessito di ghiande, per servirlo appositamente su un piatto d'argento. Potresti andare a coglierle nel bosco?- concluse poi, fissandolo con quei suoi occhi azzurri cielo, quasi volesse carpirgli dei segreti del volto. Luke rimase a guardare la madre fermo ed immobile, in soggezione e in modo vago e timido rispose:- Certo. Grandioso, mamma. Andrò a raccoglierle io personalmente, e lo farò in due battiti di coda d'agnello. Vado e torno.- disse e sembrò quasi vaneggiarsi. La madre si rassicurò, però mentre suo figlio si distanziava, lei lo guardò in lontananza con un'espressione smarrita e insicura. Era stato cortese, ma Mary era quasi certa che il suo Luke ne avrebbe combinata una delle sue. Il ragazzo aveva una promettente prestanza fisica, ma nonostante la sua forza, anche lui aveva i suoi lati di stupidità, dimostrando di essere quasi un cerebroleso. Luke ripensando a quello che doveva fare, sospirò lungamente ed alzò gli occhi al cielo, rassegnato. Una volta giunto vicino a dei cespugli, fece di testa sua, e prima di pensare alle ghiande, raccolse delle bacche, qualche nocciola e alcune more dolci, succose e dure. Luke si sedette sul ciglio del sentiero ad assaggiare qualche bacca e ne mangiò diverse. Il ragazzo le trovò molto fresche e saporite e ne fu deliziato. Quei frutti blu, spruzzavano e grondavano succo rosso e viola da ogni parte e a Luke non restò che pulirsi la bocca, per non darlo a vedere a sua madre che indubbiamente, l'avrebbe rimproverato e gli avrebbe raccomandato di non mangiare nulla prima di pranzo. Niente. Come al solito, pigro e modesto, notò un grande albero secolare davanti cui, a terra, si trovavano delle ghiande. L'albero maestro era situato a Nord. Con un sorriso impaziente, largo e trionfante, si alzò dal terreno ghiaioso e ciottoloso per andarle a prendere, allungando la mano, ma non fece in tempo a tendere il braccio, che vide uno scoiattolo prenderle una per volte e portarle docilmente nella sua tana sull'albero maestro. Luke allora, cercando di mantenere la calma e l'autocontrollo, si mise ad inseguirlo e a rincorrerlo, finchè la situazione non gli sfuggì completamente di mano e si inoltrò, avanzando rapidamente e inconsciamente in un buio, denso e strano bosco. Solo dopo si rese conto di essersi addentrato troppo in quella folta foresta. Con grande stupore e piacere del ragazzo però, si ritrovò inconsapevolmente dietro un fitto cespuglio di foglie verde scuro e davanti a sé, pensando che fosse un forestiero, una bella fanciulla nuda e spogliata che faceva il bagno serena nel laghetto. Con grande sollievo, Luke capì che fortunatamente, la ragazza non si era accorta della sua presenza e non aveva cessato di cantare quella bella e dolce melodia. Probabilmente era vergine ed aveva un anno in meno di lui. Aveva dei seni sodi e formosi ed era fradicia, elegante e snella. Aveva delle linee sinuose e curve, dei tratti dolce e un sedere piccolo ma duro. Luke la guardò incantato e affascinato, come in estasi, squadrandola da capo a piedi. Come gli sarebbe piaciuto però, farla diventare sua. Notò  anche su una roccia grigia e argentea, un lungo abito verde acqua, che assomigliava a un vestito da sera. Audace ed impavido, uscì coraggiosamente fuori allo scoperto e si mostrò a lei. Accortasi del fatto che qualcuno la guardava e la stava spiando, lei aprì gli occhi e indietreggiò per la vergogna, stringendosi i seni ed arretrando un passo. Sembrò quasi vacillare in bilico, in modo instabile. E sempre con un certo grande imbarazzo, si mise sott'acqua, nelle correnti gelide del fiume, ma ormai capì che l'aveva già vista mezza nuda. Allora, si tirò su e spruzzò Luke, cercando di bagnarlo il più possibile e urlando. - Ahhhhh- strillò- Vattene via, tu, maniaco, vattene...- è inutile- disse Luke- scusate bella fanciulla, se non mi sono presentato a voi ma mi attraete, e, altrettanto mi attrae la vostra bellezza- si scusò lui, spiegandosi e giustificandosi. La ragazza, indifesa restò fulminata dalle parole gentili del giovane e dal suo viso fascinoso. Il ragazzo tese dolcemente la mano, con cortesia e gentilezza, ed invitò la ragazza.- Permettetemi di aiutarvi a rivestirvi- esordì di gioia lui. Lei, ancora un po' timorosa ed esitante, porse la mano soffice e delicata a quello sconosciuto e il giovane Halmery gliela baciò sensibilmente ed a fior di labbra, aiutando la ragazza ad uscire. Poi, le fece rimettere indosso la veste. La lunga veste color acqua marina. Un paio di occhi nocciola fissò quelli verdi del ventenne e tra loro ci fu un incrocio di sguardi. Lei sorrise timidamente, con gratitudine e dolcezza. - Grazie- disse lei emotivamente felice. Lui la guardò sorridente e si limitò soltanto a fare un cenno del capo e ad annuire, quindi non rispose. Lei aveva dei capelli biondi cenere o castani chiari, lunghi, lisci e districabili. Era quasi il tramonto e tra non molto avrebbe fatto buio, a breve. I genitori di quello screanzato di Luke, erano molto in pensiero e soprattutto, preoccupati. - Come ti chiami?- gli domandò lei - Luke. Luke Halmery-. Lei sorrise e disse: - Un bel nome. Io sono Milly Bartney. I miei amici mi chiamano anche Bardy- e gli strinse la mano compiaciuta.- Dove vivi Milly?- lei sospirò. - In un mondo pieno di creature magiche e strane fate, assieme agli elfi- lui non proferì parola. Si chiese che cosa l'attraesse in quella ragazza così strana e diversa. Quello della giovane sembrava quasi un segreto. Con la domanda che le aveva fatto, il giovane l'aveva pervasa di calore, lusingandola. Lei gli sembrava molto nobile. - Io invece vivo a Londra, un villaggio di persone- continuò lui.- Sei incantevole e un giorno magari ti porterò nel mio posto segreto- certo, ne sono convinta- rispose con disinvoltura e sentimento lei. Poi la ragazza ricominciò a parlare:- Ci possiamo vedere domani notte, va bene?- annunciò lei.- Sì Milly, sono d'accordo.- Ciao- esultò con gioia la fanciulla, salutandolo. E se ne tornò nel mondo magico. Probabilmente, Milly non aveva mai visto la gente umana e magari era desiderosa di farlo. Anche il giovane Luke se ne tornò al villaggio. A cena, chiese gli avanzi del maiale, ma dovette digiunare perché i genitori gli rivelarono in modo diretto ed esplicito tardamente che l'avevano mangiato interamente loro a pranzo. Dopo, gli domandarono dove fosse stato in tutte quelle ore, ma lui non confessò apertamente e in maniera chiara. Più tardi, si mise a dormire pensando che avrebbe rivisto quella ragazza così allettante e si addormentò, intraprendendo un viaggio dentro un universo di sogni remoti.



Luke e Milly- Due mondi oppostiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora