Briefings

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Nella stanza aleggiava un odore dolciastro. L’uomo annusò l’aria socchiudendo gli occhi.

“Profumo speziato. Cannella.” Pensò.

La zaffata lo colpì forte e con violenza. Dopobarba muschiato. Costoso. Non erano in molti a poterselo permettere. Molto diverso dal dopobarba rancido che era dato in dotazione.

Sentì l’odore aspro e pungente del tabacco, ma non sentì quello acre del fumo. Qualcuno aveva preso una sigaretta e se la rigirava tra le dita.

Strano gioco quello di indovinare cosa accade, partendo dagli odori che si possono percepire. Strano gioco per un Esper che poteva leggere nella mente delle persone, se solo lo avesse voluto. Strano gioco per uno come Ierkov.

Gabriel “Sasha” Ierkov era un Alfa.

Era russo e per anni aveva combattuto gli Alfa americani.

Era considerato tra i migliori nel suo paese. Negli ultimi anni aveva lavorato per l’Agenzia Spaziale Russa.

Il Generale Makarov lo aveva chiamato personalmente e lui si era ritrovato nel suo ufficio. Non lo accolse da solo però, insieme con lui c’erano due scienziati, consulenti dell’F.S.B, l’ex K.G.B.

Questo per Ierkov non era una novità. Non potevano nasconderglielo e non avevano nessun’intenzione di farlo. Erano i suoi vecchi capi del Komitat 8, il Centro di Ricerche e Studi sulle Applicazioni delle Armi Psichiche. Così si chiamava il Centro in Siberia, dove era stato di stanza per dodici anni, prima di essere mandato a Mosca, alle dirette dipendenze del Ministero della Difesa.

Da allora aveva vissuto i privilegi del suo ruolo, fino all’arrivo di Gorbaciov. Il Segretario aveva prima cominciato a tagliare i fondi per la Difesa, poi aveva ridotto all’osso gli organici e aveva cominciato a chiudere parte del mastodontico apparato militare sovietico, fino al crollo dell’Unione Sovietica e la transizione alla nuova realtà politica e sociale della Federazione Russa.

Personalmente non aveva avuto problemi, le sue abilità erano riconosciute anche dalla nuova Amministrazione russa, ma aveva perso buona parte dei privilegi di cui godeva e relegato allo stesso livello di un piccolo burocrate.

Quel giorno, il Generale Makarov, il Professor Kanchelski e il Professor Karlov, gli offrirono l’opportunità di rinverdire i vecchi fasti: gli offrivano l’opportunità di partecipare a una ricerca sul campo. C’era un problema però: la ricerca doveva essere fatta insieme agli uomini del Centro, come si faceva chiamare la controparte americana del Komitat 8.

Ierkov pensò che stessero scherzando, ma le sue analisi psichiche gli dissero immediatamente che quella che stava ascoltando era la verità. Avrebbe dovuto lavorare fianco a fianco con gli Alfa americani, i nemici di sempre. Coloro con cui si era confrontato aspramente negli ultimi vent’anni. Quella gente era in gamba. Lavoravano in coppia: un Alfa e un Sailor; chiamavano così l’operatore che controllava i parametri psicofisiologici dell’Alfa, durante le sue missioni e che aveva anche il compito di registrare tutto ciò che l’Alfa vedeva e provava.

Anche i russi operavano secondo questo protocollo, ma loro usavano altri nomi, anzi numeri. Uno era l’Esper e Due era il controllore. Evidentemente chi aveva deciso di assegnare queste definizioni non era dotato di gran fantasia.

Gli Uno erano traslocatori, si spostavano nello spazio, potevano essere in luoghi lontani senza fisicamente spostarsi dal posto in cui si trovavano e vedere cose e persone che si trovavano in quei luoghi. Alcuni erano anche capaci di leggere il pensiero ed erano dotati di altri poteri, come la telecinesi. Ierkov era uno di loro. Durante la guerra fredda furono impiegati con il compito di spiare installazioni e progetti sul territorio statunitense, esattamente come avevano fatto i suoi colleghi americani su quello russo.

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