It's been a long day without you my friend...

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Thomas giaceva immobile sull'erba umida e guardava il tramonto, lo stesso che aveva osservato anni prima sulla spiaggia con Brenda, il giorno in cui ricominciarono da capo.
Erano passati anni dalla morte dell'amico, ma Thomas ne custodiva ancora il ricordo vivido.
Thomas pensava, pensava solo agli occhi freddi  del ragazzo biondo che, prima di morire, lo avevano scrutato con così tanta disperazione, implorandolo di porre fine alla sua pazzia.
Thomas poi mormorò qualcosa.
"Mi dispiace così tanto che sia finita così"
Non riuscì nemmeno a finire la frase, strozzato dai singhiozzi. Aveva bisogno di sfogarsi o sarebbe esploso.
Il ragazzo si alzò in piedi, di scatto.
"Perché mi hai chiesto di farlo?!-biascicava, con la testa fra le mani-Perché, Newt?!"
Thomas gridava : la sua tristezza aveva ceduto il posto ad una rabbia improvvista e bruciante.
Iniziò a correre per la  pineta vicina, lasciando che i rami bassi delle conifere gli graffiassero il viso, ancora con le lacrime agli occhi. Pensava che correndo sarebbe riuscito a scappare dai suoi problemi, ma quella volta non fu così.
"Io ti odio, mi hai rovinato la vita!" gli era uscito dalla bocca senza volerlo. Il ragazzo si coprì la bocca con le mani, proprio come fanno i bambini quando dicono una parolaccia, disgustato, con una lieve sfumatura di paura negli occhi : sperava tanto che Newt non l'avesse sentito.
Poi si fermò, esausto, e si lasciò andare sul morbido tappeto di aghi secchi, coprendosi il viso con le mani.
Cos'era diventato?! Il rimorso lo aveva eroso fino alla follia.
Thomas si morse le nocche cercando di trattenere un singhiozzo, ma non ci riuscì.
E finalmente Thomas lasciò andare tutto quello che aveva tenuto dentro,nascosto, per anni.
"Mi dispiace di non averti baciato quando ne ho avuto l'occasione- sussurrava, senza smettere di piangere- mi dispiace di non averti mai detto quanto ti amassi.."
Dopo aver pronunciato quella frase la rabbia era completamente sparita, ma le lacrime scorrevano copiose, rigandogli il viso e scivolando sul collo e lungo la schiena, arrivando fino al suo vecchio tatuaggio scolorito :

Thomas,
Soggetto A2
"colui che verrà ucciso dal gruppo B"

"Dovevo morire io, non lui. E' stata tutta colpa mia" si ripeteva in continuazione.
Thomas non riusciva nemmeno più a guardare in faccia Minho : aveva tradito tutti, non si meritava  la sua amicizia o l' amore di Brenda. Non si meritava di vivere dopo quello che aveva fatto.
Improvvisamente i singhiozzi si interruppero e gli occhi del ragazzo luccicarono.
Si alzò, sorreggendosi all'albero vicino.
Ora tutto appariva più chiaro, la felicità stava tornando a riempire il petto di Thomas.
Il ragazzo tastò la tasca dei pantaloni e avvertì il rigonfiamento : perfetto, l'aveva portata con sé.
Lentamente la estrasse dai pantaloni e restò paralizzato a fissarla per dei secondi che sembrarono infiniti .
Thomas teneva in mano una pistola, la stessa pistola che aveva usato per uccidere il suo migliore amico.
Ogni volta che teneva in mano il freddo metallo scuro, una scossa di brividi gli correva lungo la schiena e i peli delle braccia si rizzavano : gli tornava in mente l'ultima volta che aveva guardato gli occhi lucidi e perfettamente calmi di Newt, che contrastavano in  modo paurosamente grottesco sul suo volto stravolto dalla pazzia.
La sua ultima lacrima cadde sulla canna della pistola e Thomas rimase a fissarla, intravedendo il suo minuscolo riflesso : il suo sguardo era completamente assente, ma lui sapeva che quella sarebbe stata la soluzione migliore.
Per tutti.
Infatti Thomas aveva da sempre sentito una particolare connessione tra Minho e Brenda.
Nessuno aveva più bisogno di Thomas e Thomas aveva tremendamente bisogno di Newt.
Thomas si morse il labbro inferiore.
"Aspettami, Newt. Solo un altro minuto e potrò riabbracciarti. Aspettami, ti prego"
Thomas accennò un sorriso, il primo vero sorriso dopo anni e con un' espressione di profonda pace esalò l'ultimo respiro.
"Ti amo"
E Thomas premette il grilletto.



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