The match

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NOTE DELL'AUTRICE:
Ciao a tutti,
Inizio col dire che in questo capitolo ci sarà una parte abbastanza hard e mi scuso se nei dialoghi ho impiegato un linguaggio un po' scurrile. Inoltre i personaggi sono abbastanza OOC, specialmente Paul.
Con questo vi auguro una buona lettura ;)

Fleur <3







John aveva deciso di rimanere in palestra anche dopo che gli allenamenti erano finiti. Se voleva essere notato al torneo nazionale doveva dare il meglio di sé e spiccare tra gli altri. Per riuscire in questo scopo dunque doveva allenarsi il doppio, anche se questo significava fare dei sacrifici. Solo quando fu talmente stanco da non sentire più le forze, decise che era giunto il momento di fare una pausa.
Quando entrò negli spogliatoi e trovò le luci ancora accese, capì che probabilmente non era solo. Di solito infatti non era così. "C'è qualcuno?" domandò leggermente confuso. Quale dei suoi compagni di squadra – a parte lui – era disposto a rimanere fino a tardi lì? Nessuno! Il silenzio fu l'unica risposta che ottenne, ma appena varcò la porta dello spogliatoio una mano lo afferrò e poi lo spinse contro il muro adiacente. Appena John vide chi lo aveva appena sorpreso, per poco non si fece venire un infarto. Era quel maniaco –anche se dal bel aspetto (non che questo lo avrebbe ammesso ad alta voce) - pazzoide di McCartney. "Cosa diavolo ci fai qui?" ringhiò tra i denti e subito dopo che ebbe recuperato un po' di lucidità lo spinse via da sé.
"Ma come non ti sono mancato?" domandò lascivamente il moro e poi sfidando lo sguardo minaccioso dell'altro si avvicinò nuovamente a lui. Aveva indosso solo il sospensorio e la maglia della divisa dei Governors. John deglutì rumorosamente e distolse le sue attenzioni dal corpo sinuoso dell'altro, per mostrargli invece tutta la sua rabbia.
"No, frocio. E adesso ti conviene andartene se non vuoi che ti pesti." Lo minacciò, ma come anche l'altra volta i suoi tentativi furono del tutto inutili, perché Paul era tutt'altro che intenzionato ad ascoltarli.
"Oh ma cos'è tutta questa rabbia! Vuoi che ti aiuti un po' a sciogliere tutta questa tensione, non è vero?" Prima che John potesse ringhiargli qualche altra minaccia o insulto, si ritrovò a sedere su una delle panchine delle spogliatoio con Paul seduto sopra il suo grembo. Quest'ultimo poi, approfittando del momentaneo shock del più grande, si chinò verso di lui e fece incontrare le loro labbra. Non c'era niente di casto in quel bacio, anzi era quasi ai limiti dell'oscenità.
Quando si staccarono per riprendere un po' d'aria, John cercò di recuperare un po' di lucidità anche se era difficoltoso quando tutto il sangue era concentrato nel suo inguine. Dannazione! Era successo di nuovo. Era maledettamente duro a causa di quello spocchioso viziato. "Vattene immediatamente o giuro che- ah! Oh cazzo!" ma la sua minaccia fu interrotta da un gemito causato dalla mano esperta di Paul, che aveva iniziato ad accarezzarlo lascivamente.
"Cosa dicevi, tesoro?" chiese provocatorio Paul e poi proseguì a massaggiare il membro dell'altro. "Non so se te lo hanno detto, ma da oggi sono ufficialmente parte della squadra. Non sei contento? Io sono troppo eccitato. Non vedo l'ora di cominciare."
Gli occhi di John si sgranarono per l'incredulità. Non poteva essere vero! Tutto questo doveva essere solo un terribile –anche se un po' piacevole, data la posizione in cui era al momento- incubo. "Tu- tu cosa? Non può essere! Non sai nemmeno giocare."
Paul mise su il broncio. "Il tuo coach è di tutt'altra idea, anzi ha detto che un kicker bravo come me era da anni che non lo trovava. Quindi non ha esitato un secondo a prendermi in squadra ed ora sono il kicker ufficiale della squadra."
"Ma è Stuart il nostro kicker. Non ci credo che il Coach Bailey lo possa rimpiazzare con una checca come te. Mi stai decisamente prendendo per il culo." La sua eccitazione aveva ormai smesso di prendere il controllo della sua mente a causa di quest'ultima scoperta.
"A quanto pare ho preso il suo posto." Poi Paul, sghignazzando, iniziò ad abbassare i pantaloni dell'altro ragazzo. John cercò di interrompere i suoi movimenti, ma quando il più piccolo fece scontrare le loro erezioni si abbandonò a lui. Una volta che i suoi pantaloni ed il suo sospensorio finirono in fondo alle sue caviglie, Paul si morse il labbro inferiore sensualmente e poi si abbassò verso il suo inguine. "Ti dispiace?" Ma John non gli rispose, perché sarebbe stato troppo umiliante per lui e per la sua virilità ammettere quanto lo desiderasse. Però questo non gli impedì di lanciargli uno sguardo di sfida e di afferrargli saldamente i capelli per avvicinarlo a sé. "Ho capito. Ti accontento subito."
Quando finalmente Paul lo prese in bocca, John si lasciò scappare un forte gemito e si abbandonò contro il muro. Cavolo!, quel maledetto arrogante ci sapeva veramente fare. Non doveva essere la sua prima  volta e questo era evidente. Aveva esperienza e si ritrovò inconsapevolmente ad essere geloso degli altri prima di lui. Paul sapeva quanta saliva usare e quali punti lo facevano impazzire. "Oh Gesù!" boccheggiò rumorosamente quando la suzione intorno al suo membro si era fatta più forte. Si ritrovò così, inevitabilmente, a muovere i suoi fianchi e a incontrare con le sue spinte la lingua dell'altro. Non molto dopo però si abbandonò ad un ruggente orgasmo, urlando in preda all'estasi e svuotandosi nella bocca fremente del più piccolo, che accettò senza esitare la sua offerta. Era stato senza dubbio il migliore pompino della sua vita.
Si prese qualche momento per riprendere e fiato e poi lasciò cadere il suo sguardo verso la persona che gli aveva regalato quel momento magico. Appena notò un luccichio attorno alla bocca di Paul, non riuscì a resistere alla tentazione e con un gesto lo fece sollevare in modo che i loro visi fossero alla stessa altezza. Quando le loro labbra si scontrarono in un bacio osceno all'inizio era solo per il piacere perverso di assaporare se stesso, ma poi era semplicemente per essere a stretto contatto con Paul. La realizzazione di ciò lo fece improvvisamente allontanare. Essersi lasciato fare succhiare da un ragazzo in qualche modo poteva essere giustificabile, ma baciarlo appassionatamente no. Per evitare ulteriori danni comprese che era giunto il momento di andarsene da lì. Spinse bruscamente via da sé il corpo –caldo ed accogliente- di Paul e quando quest'ultimo lo guardò in un cipiglio di confusione, la sua risposta fu prendere la sua roba ed uscire dallo spogliatoio il prima possibile.
Doveva trovarsi una nuova ragazza con cui divertirsi o altrimenti la sua sanità mentale sarebbe stata messa ad alto rischio. Quello che era successo tra lui e lo spocchioso britannico non sarebbe dovuto riaccadere per niente al mondo e per impedirlo sapeva che da qui in avanti avrebbe dovuto stare attento a non rimanere da solo con lui.



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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 20, 2016 ⏰

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