Capitolo 3

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Josh
Stiamo tornando verso scuola, mi sono divertito oggi. Era tanto che non la vedevo, mi mancava, ma solo ora mi accorgo che mi mancava davvero, davvero tanto. Volevo dimenticarmi di tutto, dei miei genitori, dei giorni dopo la loro morte, del mio trasferimento dalle nonne, solo lei non ho mai voluto dimenticare. Ora la guardo e mi sembra così debole e fragile come se potesse rompersi con un abbraccio e so cosa voglio, la voglio proteggere da tutto. Poi penso a poco fa a quando mi ha parlato di Sam, non posso credere che per otto anni non ha mai avuto un amica, che è stata sola e mi convinco ancora di più che non sarei dovuto partire, sarei dovuto stare con lei. Sarei potuto essere il suo fratello maggiore, l'avrei protetta. Invece l'ho lasciata sola e ora devo rimediare!
Mi squilla il telefono, lo guardo, come sospettavo è Rebby. Amo quella ragazza ma mi da estremamente fastidio quando fa la gelosa, e ora lo sta facendo eccome, ma la amo quindi accetto anche questo.
"Ciao amore" la sua voce è felice, strano.
"Ciao amore cosa c'è? Sto per arrivare."
"Ah, bene, volevo solo dirti che devo andare dal dottore dopo scuola quindi...ecco oggi non posso venire con te in giro ma ci vediamo a lezione e ti spiego tutto ok?" . È strana, magari ha qualche problema.
"Tranquilla, ne parliamo dopo a lezione." Mi saluta e chiudo la chiamata.
Nat mi guarda con aria interrogativa. Nonostante sia cambiata tanto , per me resta la stessa bambina con le trecce rosse.
"Era Rebby! Mi ha detto che non può venire con me dopo scuola!" Stava per dire qualcosa ma la campanella suona quindi dobbiamo separarci.
"Allora ciao" mi saluta velocemente e scappa via senza aspettare una mia risposta. Passo la mia giornata come al solito, capendo poco a matematica e tutto a storia, i numeri non sono fatti per me. Non so dove sia Rebby, non c'era nemmeno a lezione l'ho chiamata ma non mi risponde, mi sto preoccupando molto, non è da lei non dirmi tutto è come se oggi le presone scappano da me.
Attraverso il cortile e vedo una chioma rossa al cancello, è Nat, con quei capelli sembra un cartello stradale, non si può non notarla. Mi avvicino di soppiatto e le faccio il solletico sui fianchi come facevamo da piccoli, lei tira un urlo. Rido si è spaventata come faceva quando eravamo bambini, ma da grandi è più bello, fa più ridere. Si gira verso di me, e mi da un schiaffo amichevole per poi ridere a sua volta.
"Sei idiota?"
"In realtà sono Josh, piacere di conoscerti!"
"Il piacere non è ricambiato" siamo ancora gli stessi bambini di otto anni fa, a farsi battute scontate.
"Cosa fai adesso? Vuoi un passaggio? Casa tua è lontana." Gli chiedo sono preoccupato non mi piace la strada per andare a casa sua, proprio per nulla.
"Tranquillo ho l'auto vado con quella" aspetta un attimo lei guida? E da quando? Il fatto che debba fare quella strada da sola mi spaventa. Devo sembrare preoccupato perchè lei si affretta a dire: " hanno messo a posto la strada molti anni fa, ora non c'è pericolo" il suo tono è triste, penso che anche lei odi quella strada come me. Non voglio che vada in giro da sola, lei non deve essere più sola. Devo inventarmi una scusa per non farla andare da sola. Cerco nella mia mente un modo e ne trovo uno più che perfetto.
"Senti mi avevi promesso che saresti venuta a trovare le mie nonne e sai, le promesse devi mantenerle e guarda che caso io non ho nulla da fare tu nemmeno. Bene è deciso vieni, saranno felicissime!!"
"So cosa vuoi fare ma tanto non cambia poi devo comunque andarci a casa." Sorrido
"Si ma dopo ti porto io a casa" lei sbuffa e va verso la sua macchina la seguo e entro prima di lei al posto del guidatore, nonne mie guido io, poi non saprebbe dove andare.
Lei mi trucida con lo sguardo, faccio spallucce e lei si siede nel sedile a fianco al mio e mette il muso.
"Non mettere il muso con me Natalia Tomnson non funziona! Sono tuo padre ti conosco!" Rido e lei fa un sorrisino impercettibile poi rimette il muso.
"Si sono un ragazzo molto precoce già ad un anno ci davo dentro!" Rido e lei mi tira una sberla.
"Dieci mesi"
"Dieci mesi cosa?" Domando confuso.
"Non crederti grande hai solo dieci mesi più di me non un anno non vantarti" dice puntandomi un dito contro. "Poi mio padre è più figo di te, la mamma non lo tradirebbe con un bambino di un mese, avevi solo un fagiolino all'epoca."
La guardo e la vedo arrossire fino a diventare un pomodoro, lo fa ancora dice cose senza pensare e poi se ne pente, non riesce sempre a tenere la bocca chiusa.
"I fagiolini piacciono a tutti." Non pensavo fosse possibile che una ragazza diventasse più rossa di un pomodoro. Scoppio a ridere e lei scoppia con me.
Mi fermo davanti a una casa, ma non è la mia. Vedo dalla faccia di Nat che non capisce perchè siamo qui? Be io voglio raccontarle tutto quanto, tutto quello che è successo e voglio riservare le cose belle per la fine. Esco dall'auto, lei mi segue a ruota e insieme andiamo verso l'entrata. Ci sono molti anziani che chiacchierano.
Vado verso la signora Bennet che mi sorride.
"Ciao Josh è un piacere vederti, le tue nonne sono nella serra, come al solito d'altronde. Chi è questa bella ragazza?" Dice poi rivolgendo lo sguardo verso Nat.
"È Nat la mia amica d'infanzia, quella di cui ti ho parlato anni fa" si quando le mia nonna è venuta qui tre anni fa ho raccontato alla signora Bennet tutta la mia vita, dovevo sfogarmi.
"Allora ci vediamo dopo signora Bennet" dico prendendo per il braccio Nat.
"Gli hai parlato di noi...perchè?"
"tre anni fa nonna Scarlet ha improvvisamente perso la vista per colpa di un ictus. L'abbiamo riportata a casa, ma non poteva più vivere con noi in una casa, allora siamo venuti qui, a lei è subito piaciuto allora ha scelto di stare qui.
Ma nonna Jennifer non sopportata vivere senza la sua gemella allora un anno fa mi ha chiesto: "posso andare a vivere con Scarlet? Non riesco a stare senza di lei!" E io cosa potevo fare, volevo davvero vedere una nonna ceca e l'altra depressa? No certo che no allora le ho portate qui e ora sono assieme, e sono felici."
"Ma tu con chi sei stato....dove hai vissuto?"
"Sono stato solo, nella casa delle mie nonne. Ma praticamente vivo qui."
La serra era un po' lontana ci mettivi un po' ad arrivare, ma ora siamo davanti alla porta, non mi piace sto posto mi ricorda i miei, giocavo sempre con mamma al parco e ora me ne resta solo un vago ricordo, vago e triste. Penso che alle mie nonne piaccia anche per quello, gli ricorda loro figlio, che giocava nel bosco. Parlano spesso dei miei magari perché loro non vogliono che dimentichi i momenti belli e ricordi solo quelli brutti.
Apro la porta e mia nonna mi sorride raggiante.
"È un piacere rivederti mia cara Natalia" Si alza e abbraccia Nat, come fa a riconoscerla? È cambiata moltissimo io non l'avrei riconosciuta se non avesse detto il nome, cioè sospettavo che fosse lei ma non ne ero sicuro, e lei è così sicura.
"È bello rivederla signora Mills"
"Ciao nonna è un piacere vederti, grazie di considerarmi!" Prendo in giro la mia nonnina troppo tenera.
"Josh Ronald Mills! Cosa ti ho insegnato anni fa, non si prendono in giro gli anziani anche se sono ritardati come Mia sorella qui presente"
"Scarlet smettila di darmi dell'idiota! Poi saluta la nostra ospite, non la..." Si interrompe, finisco io la frase nella mia mente: non la vedi più da otto anni, ma si sbaglia mia nonna non la vedrà più come non vedrà più nessun altro, ogni volta penso che i miei genitori guardano per lei e lei si fa vedere al posto loro.
"Ciao Natalia, è bello risentire la tua voce anche se non è più quella di un tempo. Venite a sedervi accanto a me."
Ci sedemmo sulle panchine e solo in quel momento notai che Nat era a bocca aperta e guardava la serra, aveva un sguardo meravigliato, ci credevo quella serra era stupenda le mie nonne avevano aggiunto qualche fiore e qualche pianta. Sono le uniche a venire qui, a volte viene anche la signora Bennet, ma solo per visitarle.
"È bellissimo, vero?" Le sussurro, lei sorride e annuisce ancora senza parole. Passiamo tutto il pomeriggio a parlare con le mie nonne. Nat ci racconta dei suoi viaggi, dopo che me ne sono andato suo padre ha avuto una grande promozione, quindi guadagnava  molti più soldi. La prima cosa che hanno fatto è ricostruire la strada dell'incidente e poi sono andati a far molti viaggi. Tutto sommato ha avuto comunque una vita abbastanza felice, non aveva amici ma aveva i suoi genitori. A me è successo il contrario. Ma ora la sua vita cambierà, non sarà piú sola. Avrà molti amici perché io voglio che tutti la vedano per quello che é: una delle persone più belle del mondo!
"Ora dobbiamo proprio andare devo portare a casa Nat e andare a cucinarmi la cena, non vorrei mangiare a mezzanotte." Mi alzo per dare un bacio alle mie nonne che si lamentano perchè mi vedono troppo poco (resto qui almeno un ora ogni giorno, ma...lasciamo perdere, sono donne).
Con me si alza anche Nat che saluta e poi mi segue fuori dalla casa di cure. Parto e mi dirigo verso casa sua. Non prendo questa strada da un anno, quando sono andato a trovare i miei, non ci vado molto, non perchè non tenga a loro ma perchè se ci vado vedo quelle tombe, e leggo la frase che ci ho fatto scrivere sopra: questo non è un addio è un arrivederci. Ogni volta che la leggo mi chiedo quando li rivedrò, quando sarò ancora con loro? Questa domanda mi perseguita da anni.
Non parliamo molto durante il viaggio, non siamo ancora abituati a stare insieme. Sto passando davanti al cimitero e improvvisamente senza sapere il motivo fermo di colpo l'auto, Nat lancia un urlo di spavento, ma si rimette subito composta sul ledile e mi guarda seria.
"Da quando non vedi più i tuoi genitori?"
"Non li vedo più da otto anni ormai.....ma non vengo in questo posto da mesi, non riesco ancora a supere la cosa, non riesco a vedere le solite foto immutate, li vorrei vedere vecchi, con le rughe e con problemi alla schiena e non giovani per sempre."
"Posteggia salutiamo Mark e Caroline!" Il suo tono è fermo e deciso non posso dirle che non voglio perchè lei mi obbligherebbe a dirle il perchè, ma è una cosa mia.
Lei esce e prende una sacca che non avevo notato.
Andiamo verso il cancello e già mi sento soffocare. Lei deve averlo notato infatti mi prende la mano nella sua, è estremamente più piccola della mia, sembra debole ma non lo è, mi stringe le dita con forza come se volesse dirmi che mi sosterrà e la ringrazio.
Entriamo, lei cammina di fianco a me. Eccoli, sono li davanti a me. Sto per crollare me lo sento, ma lei è di fianco a me, la mia migliore amica è di nuovo di fianco a me, se crollo e mi spezzo lei raccoglierà tutti i miei pezzi e li rincollerà. La guardo, non ha più detto una parola da quando eravamo in macchina, si vede che vuole lasciarmi pensare. Sento che sta aprendo la sua sacca e le vedo estrarre due rose rosse, ne tiene una e mi porge l'altra poi si piega e possa il fiore rosso sulla lapide di mia madre dandogli prima un bacio. Si alza lentamente tenendo lo sguardo fisso sulla foto di mia madre, stava ridendo quando mio padre l'aveva stattata, io la voglio ricordare sorridente non urlante come quella sera. È tornata al suo posto accanto a me e ora non guarda più mia madre, mi guarda e la rosa che stringo in mano, bacia la rosa e mi lascia la mano, io guardo gli occhi blu di mio padre e mi abbasso a mettere il fiore sulla lapide. Ma non riesco più a trattenermi e scoppio in lacrime davanti alla lapide dei miei. Una mano si posa sulla mia spalla e mi da la forza necessaria per fermare le lacrime poi finalmente parlo ho bisogno di sapere da lei alcune risposte.
"Quando? Quando rivedrò i miei genitori?" Alzo lo sguardo verso di lei e lei mi guarda triste.
"Spero fra un maglione di anni, ti ho appena ritrovato non voglio perderti più."

Angolo autrice
Ciao a tutti!
Scusate è un capitolo tremendo succedono solo cose tristissime e depresse. Ma non vi preoccupate fra poco cambierà e diventerà una storia felice e piena di belle cose.
Comunque sono molto felice perchè questo è il capitolo più lungo che ho scritto, e nonostante sia stra triste mi piace.
Grazie di leggere la mia storia e se vi va commentate e fatemi sapere come posso migliorare. Grazie e la prossimo capitolo.
Sara❤️

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