Mi consideravo ormai figlio unico in quanto mio fratello era soltanto un avanzo marcio di galera: fu capace di uccidere a fucilate un'intera famiglia soltanto per uno stupido e misero debito di gioco. Non capivo perchè, in quel maledettissimo giorno grigio, egli non fosse lì vicino a me. La cosa mi faceva molta rabbia. Egli aveva ottenuto il permesso quel giorno per assistere alla mia esecuzione. Era distante una dozzina di metri da mia madre: non aveva il coraggio di incrociare il suo sguardo addolorato, almeno non quella sera; probabilmente per evitare di avvelenare ancor di più il sangue, che ribolliva nelle sue vene ormai stanche di pulsare . I tuoni dall'alto vollero la loro voce in capitolo, echeggiando nel cielo e facendo sobbalzare le centinaia di persone presenti,tutti, ma non mia madre, rimasta impietrita ed immobile come uno scoglio in mezzo ad un mare mosso. Le prime gocce si cominciarono ad infrangere sui sampietrini, ormai danneggiati dal tempo, e su di me. Mi entrarono nella camicia e arrivarono a bagnare il crocifisso nascosto nella camicia e dalla poco folta peluria del petto. Insieme alla sempre più regolare pioggia invernale, dai miei occhi cominciarono a colare le prime lacrime, le quali, non ebbero neanche il tempo di arrivare fino alle guance che subito furono catturate dalle pesanti gocce di pioggia e trascinate lungo il corso della faccia fino a scolare a goccioline dai miei residui di barba.
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Cronache Di Una Morte
HorrorChe cosa potrebbe passare nella testa di una persona cosciente che tra 30 secondi potrebbe non esserci più?