Parte I

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I medici sostengono che i miei attacchi d'isteria sono diventati incontrollabili e i miei momenti lucidi sempre meno frequenti. Loro non sanno, loro non possono neppure lontanamente immaginare cosa ho visto. Cosa ho sentito. Fui preso per pazzo quando iniziai a farfugliare ciò che i miei occhi videro quando ripresi conoscenza, o meglio, ciò che mi parve di vedere quella notte.
Non mi resta molto tempo, cercherò di dilungarmi il meno possibile nella stesura di questo racconto, l'ultimo testo che scriverò prima che lei passi a prendere anche me.
Lavoravo per il Point-and-Press di Atlanta, noto giornale allora, oggi fallito.
Fui incaricato, assieme al mio collaboratore Simon Detry, di scrivere un articolo riguardo alla 300esima ricorrenza del Processo alle Streghe di Salem.
Il mio compagno ed io fummo ben felici di accettare la richiesta del nostro supervisore e prendemmo il primo aereo per l'aeroporto di Boston.
Partimmo il 9 Maggio 1992 in mattinata e arrivammo nel primo pomeriggio per poi prendere un autobus che ci portasse a Salem dove avevamo affittato un appartamento per quei pochi giorni che ci saremmo dovuti trattenere.
Appena entrati nell'hinterland della città fummo colpiti dall'architettura delle case del posto.
Tetti aguzzi grigi con guglie di 3 o 4 metri dall'aspetto trascurato e la cui arte architettonica ricorda gli anni a cavallo tra il 1600 e il 1700.
Ciò che avevamo affittato era il primo piano di una di queste case a pochi km dal centro dove si sarebbe svolta la parata commemorativa in onore delle povere ragazze giustiziate perché credute streghe.
Appena arrivati fummo introdotti nell'appartamento dalla proprietaria, una vecchia di circa 70 anni che fu ben felice alla vista di due ragazzi sulla trentina che avrebbero abitato al piano sopra il suo per un paio di notti.
La camera da letto disponeva di un'ampia balconata verso il centro di Salem e sporgendosi verso est era possibile vedere in lontananza il cimitero della cittadina, realizzato con lo stesso gusto architettonico macabro con cui erano realizzate le abitazioni.
Facemmo un primo sopralluogo in centro per verificare dove precisamente sarebbe partita la parata e dove si trovasse la targa di commemorazione per le vittime di una mentalità forse troppo chiusa e schiva verso i misteri della medicina.
Nostro malgrado, non fu l'ignoranza verso le arti mediche ad allertare la popolazione di Salem tra il 1692 e il '93 bensì qualcosa di più grande, di più orrido, di cui io sono l'ultimo testimone vivente.

Il Fetido nel SepolcroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora