Uscì dall'ospedale respirando a fondo l'aria e l'odore della pioggia che inondava le strade. Pensai:" goditelo ora, non uscirai all'aperto per un po' "
Mentre il tassista caricava le valigie i miei si sforzavano di fare saluti decenti. "Ci mancherai tesoro" disse mia madre abbracciandomi. Cazzate. Mio padre si limitó a darmi un colpetto sulla schiena, grazie dello sforzo. Salì sul taxi senza guardarli, non volevo vedere le loro facce rallegrarsi per la mia assenza. Dopo quelle che sembrarono ore interminabili, all'interno del taxi che puzzava di sigaretta e cibo take away, scorsi dal finestrino un'enorme struttura che non somigliava ad un ospedale bensì ad una villa enorme dallo stile antico, e anche macabro. "Lasciate ogni speranza o voi che entrate" pensai. Una volta scesa dalla macchina una signora, dal sorriso a 32 denti dal trucco esagerato e un po' paffutella, mi venne incontro con una tale gioia che pensavo mi avrebbe stritolato dagli abbracci. " Jade Rose, benvenuta alla Doll's House. Io sono Marylin...Siamo davvero felici che tu sia qui. Come stai?" Sto male. Tanto. "Ehm bene grazie..."
"Perfetto! Vieni ti faccio vedere la tua stanza!" I suo capelli scuri raggruppati in un acconciatura stile anni 50, mi precedevano mentre entravamo nella "casa". Salimmo i pochi gradini che precedevano l'entrata, e mi ritrovai nell'ingresso dove c'era un'altra donna, simile a quella che mi aveva accolta, dietro ad un bancone enorme, intenta a rispondere al telefono e controllare fogli. Sussultai quando Marylin mi toccó la spalla:" alloooora, dovresti fare una firmetta qui, qui e qui" mi disse indicando alcuni punti in un plico di fogli. Feci quello che mi aveva chiesto e lasciammo l'ingresso per dirigerci al piano superiore, dove c'erano le camere. Vista da fuori la villa sembrava la casa dei sogni, ma dentro era a tutti gli effetti un manicomio. Infermieri che giravano per i corridoi con carrelli pieni di medicine e altri strumenti. Le stanze erano tantissime, disposte una accanto all'altra in un lunghissimo corridoio. Anche questo aveva le pareti bianche e il pavimento beige. "Come vedi questo è il piano dove ci sono tutte le stanze. Laggiù ci sono i bagni e alla fine del corridoio troverai dei telefoni, per quando vuoi chiamare i tuoi cari." Sfoggiò un'altro dei suoi enormi sorrisi mentre io pensavo: col cazzo che chiamo i miei "cari".
Non credevo che la struttura fosse così grande, poiché Marylin mi disse che c'era un'altro piano dedicato al tempo libero, con dei divani, una tv e tavoli per altre attività. Seguì l'infermiera lungo il corridoio fino alla mia stanza: era quasi tra le ultime, la porta mi ricordava quella di un carcere con una finestrella che si poteva aprire. Anche quella bianca. Dio che orrore. Entrai e fui sorpresa nel vedere che c'erano due letti. No no no , ci mancava la compagna di stanza. E la privacy? Dove la lasciamo?. Marylin mi presentó alla ragazza che stava leggendo una rivista su uno dei letti. La stanza era divisa in due: la mia parte spoglia, ordinata, mentre dall'altra parte erano appese molte fotografie e poster di cantanti e attori. La scrivania era piena di quaderni e libri, il letto era sfatto e nella sedie notai qualche maglietta. "Jade, lei è Cathy, sarà la tua compagna finché starai qui. Bene, vi lascio un po' da sole, cosi ti puoi sistemare" mi disse indicando con un gesto della mano la mia porzione di stanza. " Sono sicura che diventerete ottime amiche!!!" E chiuse la porta con un tonfo secco.
" Tranquilla, non è né ubriaca nè fatta. È solo fatta cosi. Mi da sui nervi..insomma come fa a essere sempre felice??"
"Già.." Dissi guardandomi intorno. Notai che non c'erano finestre, solo un buco con delle sbarre. Addio libertà. " bene, per una perfetta convivenza dovrai solo farti i fattacci tuoi. Io me ne sto nel mio e tu fai lo stesso ok?" Cathy mi trafisse con lo sguardo. Vestita di nero, capelli neri con qualche ciocca rosso fuoco, e con la matita nera sugli occhi, mi ricordava la classica bulletta. Ma finchè stava nel suo, mi stava bene. Sistemai le poche cose che avevo, ovvero i libri sopra la scrivania, i miei vestiti nel piccolo armadio e mi sedetti sulla sedia, un po' imbarazzata. " il primo giorno è il peggiore" mi disse Cathy senza staccare gli occhi dalla rivista...mi fece compassione nel vedere che fissava le foto delle modelle, quasi volesse entrare nel loro corpo. "Che hai fatto per finire qui secca?" Secca. Quanto ho sofferto per farmi vedere agli altri "secca". " ehm.." Ero indecisa sul fatto di raccontare i miei problemi ad una estranea, ma forse era l'inizio di una nuova amicizia, l'unica cosa che mi poteva far sopravvivere lì dentro. " Ho tentato il suicidio" dissi guardando verso il basso, era la prima volta che lo dicevo ad alta voce. " Volevo farla finita e il rasoio ha prevalso su tutto...mia madre mi ha trovata in bagno e ha chiamato subito l'ambulanza. Tutti i dottori mi hanno detto che c'è mancato un pelo." Lei rimase in silenzio a fissarmi da capo a piedi: sarebbe scoppiata a ridere? Mi avrebbe dato della ridicola? Invece rispose:" è dura sopravvivere in mezzo a questa gente. Certe cose ti segnano dentro e non vedi altra via di uscita." Credevo stesse per mettersi a piangere, invece parlava in modo tranquillo come se mi stesse raccontando la trama di un film. Volevo chiedergli anche io come mai era finita qui...ma ricordai il fatto di farsi gli affari propri cosi lasciai perdere. Ero così persa in quella discussione e nei miei pensieri che avevo completamente perso la cognizione del tempo: Si stava quasi facendo buio cosi mi preparai per dormire. Ma non mi riuscì. Per tutta la notte mi rigirai sul letto con impressa nella testa l'immagine dei miei polsi tagliati e della faccia sconvolta di mia madre.
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Solo tu puoi salvarmi.
RomanceJade dopo essere sopravvissuta al suicidio viene ricoverata in un ospedale psichiatrico per impedire che si faccia di nuovo del male. Jack, ragazzo bello e all'apparenza "cattivo" lavora come infermiere nell'ospedale dove Jade viene ricoverata. L'in...