Incontri

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Le ore in quell'orribile posto non passavano mai. Dopo la colazione decisi di andare in bagno a farmi una doccia e scoprii che tutte le volte che andavo in bagno mi avrebbe accompagnata un infermiera..... "Devono controllare che tu non faccia sciocchezze" mi disse Marylin quando gli spiegai perché una sconosciuta doveva guardarmi mentre ero nuda. Stavano veramente cominciando a rompere le palle. Per fortuna notai che l'infermiera si era messa di spalle e si girava pochissime volte: più che guardare me, controllava vicino ai saponi e alla spugna per evitare che ci fossero oggetti appuntiti come...rasoi. Se volevi depilarti indovina un po'? Un'infermiera ti osservava con il fiato sul collo, senza staccarti gli occhi di dosso. La sensazione dell'acqua calda sul mio corpo era bellissima. Sarei rimasta sotto il getto per un sacco di tempo, se non fosse che il bagno sembrava del 1800 e che in ogni angolo c'era un ragno o un'insetto. Bleah io odio i ragni. Tornai nella mia stanza in accappattoio e c'era Cathy che stava scrivendo su un quaderno tutto nero alla scrivania. Perfetto, era di spalle, non mi avrebbe notato mentre mi spogliavo. La verità è che ho cominciato ad odiare il mio corpo poi me stessa e non solo esteticamente. L'idea di mostrare a qualcuno il mio difettoso corpo proprio non mi piaceva. I polsi fasciati, i lividi, e altri tagli nelle cosce, non rendevano il tutto molto facile. Mi vestii di fretta con jeans e un maglione grigio scuro abbastanza largo, per nascondermici dentro, e poi mi asciugai i capelli. Erano un completo disastro e Cathy deve avermi letto nel pensiero perché disse:" ehi ciccia, se vuoi ho la piastra" In quel momento avrei fatto una statua a Cathy...sentivo che sarebbe stato l'inizio di una nuova malata amicizia. Insomma, è vero che eravamo in un ospedale e farsi belle serviva a poco, ma ci tenevo comunque a rendermi più o meno presentabile. Con la piastra cominciai a farmi alcuni boccoli che ricadevano biondi sulle mie spalle. Finito con i capelli mi truccai un po' con il mascara e un rossetto rosa chiaro. Guardandomi allo specchio notai una Jade fragile, incompresa e stufa. Il viso era pallido, sotto agli occhi azzurri si vedevano un po' di occhiaie, la zona delle guance era un po' scavata, e in quel momento pensai alle modelle della rivista di Cathy. Non sarai mai come loro, accettalo. Stufa di guardarmi allo specchio ( cosa che non facevo da molto tempo) presi uno dei miei libri e andai nella sala della tv. Tutte giravano con le infradito o pantofole, io avevo le mie adidas. Comode e un po' rovinate erano bellissime: Dio benedica le scarpette. Una volta arrivata nel salone riuscì a trovare un posto libero nel divano, davanti alla tv accanto all'anziana con la bambola. Pensai al nome dell'ospedale, Doll, chissà cosa l'aveva ridotta cosi. Cercai di non farmi notare perché quelle persone un po' mi spaventavano. Erano imprevedibili e non le conoscevo. Ma intorno a noi c erano infermieri che controllavano, altri addirittura giocavano a carte con alcuni pazienti ,così mi tranquillizzai e cominciai il mio libro.
"Quale fu l'immortale mano o l'occhio ch'ebbe la forza di formare la tua agghiacciante simmetria?" Udii queste parole mentre leggevo la poesia del libro..era una delle mie preferite. Alzai lo sguardo e notai un'infermiere giovane, sui 19 anni, occhi azzurri, che furono la prima cosa che mi colpì, i capelli corti dalle parti è più lunghi nel centro, dove si formava il ciuffo, erano di un biondo scuro. La tunica bianca scorreva lungo il suo corpo, notai che aveva il cartellino ma non mi ci soffermai. Aveva un sorrisetto sulla faccia come a dire "tocca a te"
"Ti piace William Blake?" Chiesi.
"Non tutte le sue poesie mi piacciono, ma la maggior parte si." Annuii non sapendo cos'altro aggiungere così si fece avanti lui.
"Leggi sempre le poesie?" Okkei questo ragazzo non poco figo stava parlando con me, una pazza. Perché?
"Ehm non sempre, leggo più romanzi o fantasy..."
"Sei una lettrice di quelle accanite? Di quelle che gli basta un giorno per finire un libro?" Mi disse, sempre con il sorrisetto in faccia, mi ricordava un po' Marylin. Che era obbligatorio per gli infermieri ridere ogni volta che parlavano con un paziente? " Non ho mai finito un libro in un giorno" dissi con un sorrisetto " ma leggere è come una droga per me. Quando leggi viaggi senza spostarti, sei completamente in un'altro mondo. Leggo perché questo mondo mi fa schifo." Ecco, quanto cazzo parlo? Si starà chiedendo quale sia la mia malattia, che razza di psicopatica sono...." Io non sono amante dei libri ma la tua teoria non fa una piega" e rise. Risi anche io, per la prima volta da molto tempo le mie labbra si curvarono in un vero sorriso. " Comunque io sono Jack, piacere" e mi strinse la mano. " io sono Jade." Ho sempre odiato le presentazioni, per un attimo mi si formó un lieve rossore sulle guance. Guardai in basso , lo sguardo rivolto verso le mie adorate scarpette. " Sei qui da poco vero? Non ti ho mai vista in giro, e se cosi non fosse ti avrei notata di sicuro." Cercai di non arrossire di nuovo e risposi" Sono arrivata ieri sera..." Stava per rispondere ma un'altro infermiere lo chiamó, poiché doveva dare delle pasticche ad alcuni pazienti. "Il dovere mi chiama, ci vediamo in giro ok?" La luce che entrava dalle poche finestre che c'erano gli illuminò il volto e anche i suoi occhi. Mi mancava il fiato. " ah ehm certo, ciao..." E se andó con il carrello e l'uniforme da infermiere che svolazzava come fosse un mantello. Aveva le sembianze di un eroe, e io dovevo essere salvata.

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