Avete tutti presente il dolore che si prova nel perdere una persona a noi cara?Che sia la nonna, lo zio fa sempre male. Ma c'è un dolore più grande da sopportare: perdere qualcuno che ami quando sei già a pezzi. Quando il tuo cuore diventa piccolo. E nulla e nessuno puó farlo tornare come era.
La pioggia inondava le strade e furiose gocce di acqua scivolavano sui vetri della Doll's House. Ero sotto la doccia e speravo che i miei pensieri scivolassero via come l'acqua sul mio corpo. Tornai in camera dove mi preparai e indossai il vestito nero di Cathy. Mancavano poche ore al suo funerale e io non ero pronta.
Uscì di camera molto in fretta, poichè mi trasmetteva troppi ricordi e andai verso le scale della biblioteca. (Erano un ottimo nascondiglio) L'ospedale era deserto: molti infermieri partecipavano al funerale ma delle pazienti, io ero stata l'unica alla quale avevano permesso di andare. Non mi sembrava giusto nei confronti delle altre che conoscevano Cathy. Ma dovevo esserci: per lei. Quando andai di sotto, dopo aver superato il bancone, oltre il rumore della pioggia sentii dei lamenti. Qualcuno stava piangendo nell'entrata del mio paradiso. Era di spalle, ma i suoi capelli erano inconfondibili. Non portava il camice, ma un abito nero.Non sapevo se parlare..."Mmm- Marylin, che ci fa qui?" Lei si giró di scatto, il trucco colato e gli occhi colmi di tristezza. Stringeva tra le mani un fazzoletto, ma intorno a lei ce ne erano altri. Non avrei mai pensato di trovarla in questo stato: non lei, la pazza a 32 denti. Non sembrava in imbarazzo per essere sorpresa da una sua paziente a piangere. "Oh Jade, sei pronta?" Lei non aveva risposto alla mia domanda. Peggio: aveva risposto con un altra domanda. Io lo facevo con Katrine per cambiare discorso. "Perché è qui?" Insomma capisco il dolore, tutte piangevano, ma lei perché non era nel suo ufficio invece che a sedere nelle scale umide e polverose? "Mi manca molto." Anche a me. Ma non glielo dissi, tanto già lo sapeva. Ció che mi meraviglió fu vederla li, in quelle scale, disperata. Cathy era una sua paziente, ero ovvio che stesse male, ma così tanto? "Tra poco dobbiamo andare" dissi: ora i ruoli si erano invertiti. "Ho paura Jade. Vedere la bara...io, io non sono pronta." Ma non è lei quella che diceva che i problemi si affrontano? Giuro non la riconoscevo.
Mi sedetti accanto a lei ma avrei voluto che ci fosse Jack. Chissà a chi avevano dato le chiavi della biblioteca ora che non lavorava più qui? Dovevo scoprirlo, cosi le avrei "prese in prestito".
Sudi noi cadde un silenzio davvero angosciante. Sentivo solo il rumore della pioggia e il cuore di Marylin che si frantumava. Guardai l orologio e mi accorsi che di li a pochi minuti sarebbe passato il taxi per portarci alla chiesa. Era da molto che non mettevo piede nella casa del Signore da quando ho smesso di credere che potesse aiutarmi. "Marylin dobbiamo andare" non provai a confortarla,ma non perché non volevo, ma perché non ero brava in queste cose. Insomma era lei che doveva confortare me! Poi mi sorse un dubbio..perché si nascondeva? Chiunque paziente o infermiere che l'avesse vista piangere avrebbe saputo perché. Ma era l'unica apparte me, che soffriva davvero. Tutto d'un tratto cominció a parlare, come se non aprisse bocca da molto tempo e volesse dire troppe cose insieme. Il suo sguardo rivolto in basso, fissava il fazzoletto che aveva tra le dita.
"Rimasi incinta del mio fidanzato all'età di 18 anni"
Marylin so che ti vuoi sfogare, e pensando questo potrei essere un egoista, ma che c'entra ora?
"Lui non l'ha mai accettato: trovai la forza di dirlo ai miei ma si rifiutarono di starmi vicino." Adesso non piangeva, aveva solo le guance umide,ma i suoi occhi, erano spenti.
"Una mia amica mi ospitò visto che non potevo mantenermi perché non avevo un lavoro. Mi passó più volte in mente l'idea di abortire e in un periodo di depressione, quando non sapevo cosa fare, cominciai a farmi del male. Non con il rasoio come te, ma con qualcosa di più disgustoso: la droga e l'alcool." Io seguivo attentamente la sua storia ma non capivo dove volesse arrivare. "I pochi soldi che avevo li usavo per farmi, ed era l'unica cosa che non mi faceva pensare. Sapevo che facevano male al bambino, e forse fu anche questo che mi spinse a continuare." "La ragazza da cui stavo, si era stufata del mio atteggiamento e mi disse che c'erano persone che mi potevano aiutare e mi disse anche di pensare all'adozione." "Qualcosa nei suoi occhi mi fece riflettere e così riuscì a disintossicarmi e cominciai gli studi per diventare psicologa"
"Non so perché scelsi questa professione ,ma c'era qualcosa nel sapere cosa accade nella mente dell'uomo, che mi affascinava. Quando nacque, era una femmina, ed era bellissima. Avevo fatto tanti sbagli fino ad allora, ma quella bambina era l'errore più bello che potessi commettere."
Sentii il rumore delle ruote nel piazzale fuori e capii che il taxi era arrivato. Era l'ora. Anche Marylin se ne accorse, ma volle continuare la sua storia, e decisi di non interromperla.
"Decisi di chiamarla Cathy."
Mi sta raccontando questa storia perché ha chiamato sua figlia come la mia amica defunta? Poi alzó lo sguardo, e in quegli occhi vidi tutto ció che mi era stato davanti per tutto il tempo, e che non avevo mai notato. Riconoscevo i lineamenti del viso, la stazza e il taglio degli occhi.
Marylin era la madre di Cathy.
Il clacson del taxi cominció a farsi forte ma io non sentivo nulla. Le orecchie mi fischiavano e la testa mi girava. Aveva visto il mio stupore, ma ormai aveva cominciato,e non poteva tralasciare nulla.
"Conobbi la famiglia adottiva appena nacque, ed erano due persone stupende. Sapevo che Cathy sarebbe stata bene con loro e che avrebbe trascorso una vita felice e spensierata."
Adesso ero io a guardare in basso mentre lei mi fissava. Continuava a parlare, e nonostante fossi completamente sotto shock, riuscivo a sentirla.
"Quando venne qui, 2mesi fa, la riconobbi subito. E quando vidi come si chiamava, beh ne ebbi la certezza. Era da 17 anni che non la vedevo, ed è stato come un fulmine a ciel sereno. Ho sempre pensato di dirglielo.."
Adesso le lacrime stavano cominciando a rigarle il viso, e
anche a me.
"...ma non ce l'ho fatta, e ora lei è morta e non lo saprà mai"
La abbracciai, un abbraccio forte ma contenuto allo stesso tempo. Poi entró il tassista, che si era stufato di aspettare fuori e fui costretta a mettere da parte quelle parole, per entrare in macchina, ma il nome di Cathy mi rimbombava in testa.
Per tutto il tragitto io e Marylin non ci guardammo: tutte e due avevamo il volto verso il finestrino. Io osservavo fuori il paesaggio e mi sembró tanto cambiato in cosi poche settimane. Osservavo anche il mio riflesso sul finestrino, e quello che vedevo mi spaventava. In mano avevo un disegno di una delle sue creazioni che mi piacevano di più. Lo strinsi forse nelle mie mani, come se questo potesse farla tornare indietro.
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Solo tu puoi salvarmi.
RomanceJade dopo essere sopravvissuta al suicidio viene ricoverata in un ospedale psichiatrico per impedire che si faccia di nuovo del male. Jack, ragazzo bello e all'apparenza "cattivo" lavora come infermiere nell'ospedale dove Jade viene ricoverata. L'in...