Capitolo 1 | It's me, Reyna.

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Quel giorno Reyna era particolarmente giù di morale e lo notarono tutti non appena varcò la soglia della porta della sua classe.
Lei era la solita portatrice di allegria che c'è in ogni classe, una di quelle ragazze che già di primo mattino non sta ferma.
Nicole, la sua migliore amica, si avvicinò subito a lei, la guardò negli occhi e notò che erano spenti e completamente diversi dal solito.
Reyna è sempre stata descritta come una ragazza dagli occhi grandi, gai e vivaci.
Le chiese cosa avesse e vide Reyna crollare davanti ai suoi occhi, e per la prima volta la videro anche gli altri.
iniziò a piangere e per poco non le venne un attacco di panico.
Odiava farsi vedere triste e debole davanti agli altri, non voleva fare capire quanto fosse vulnerabile e questo Nicole lo sapeva perfettamente, per questo la prese e la trascinò in bagno.
Poco dopo entrò Monica, una loro compagna, una ragazza con la quale Reyna ha sempre avuto un rapporto particolare, erano legatissime e si capivano con un solo sguardo.
-Non ho studiato molto bene per storia oggi- disse Reyna tra i singhiozzi.
-Davvero Reyna? Te ne esci così? Non prenderci per il culo, tu non la studi mai la storia, perché basta leggerla che la sai a memoria, ora dimmi che hai- disse Nicole alzando un po' la voce, aveva imparato che con Reyna in questi momenti doveva comportarsi così.
-Reyna se vuoi parlare noi siamo qua, però lo sai che tenerti tutto dentro ti fa male, non puoi rischiare di ricadere in uno dei tuoi periodi no.- disse Monica, Reyna la paragonava spesso al poliziotto buono, a differenza dell'altra amica sapeva prenderla con dolcezza, anche se non sempre funzionava e per questo entrava in azione il poliziotto cattivo, Nicole.
-Che penseranno gli altri dopo avermi vista piangere?- chiese Reyna asciugandosi le lacrime con la manica della sua giacca portafortuna.
-Quanto sei stupida- disse Nicole dando un calcio alla porta del bagno.
sapeva quanto l'opinione altrui fosse importante per lei, spesso e volentieri non era se stessa solo per non essere giudicata.
-Reyna che vuoi che pensino? Hanno finalmente capito che sei umana e anche tu puoi soffrire, non puoi pretendere di fare la forte ventiquattro ore su ventiquattro.
Ogni tanto noi umani abbiamo bisogno di sfogarci, e il pianto è un buon modo per farlo- questa volta parlò Monica, che a differenza delle altre volte stava iniziando ad irritarsi, odiava questo lato di Reyna, la considerava la ragazza perfetta e odiava come nascondeva se stessa agli altri.
-Non per me- disse Reyna e riprese a respirare troppo velocemente, le succedeva spesso quando cercava di fermare le lacrime prima del dovuto.
Nicole guardò Monica, Reyna stava avendo una crisi e loro sapevano bene cosa stava a significare, Monica corse a chiamare la bidella e accompagnate da essa la portarono in infermeria, poco dopo suono la campanella, le lezioni sarebbero iniziate nel giro di due minuti.
Reyna guardò Nicole, le fece capire che voleva andare in classe, non poteva perdere la lezione, non avrebbe potuto prendere gli appunti che le danno così tanta sicurezza.
L'amica la fulminò con lo sguardo, non aveva intenzione di farla muovere da lì.
La fecero stendere nel lettino che si trovava in un lato della piccola stanza e le porsero la mascherina dell'ossigeno, Monica era in preda al panico per questo motivo la mandarono in classe a dire alla professoressa in che condizioni si trovava la compagna.
Alla seconda ora rientrò in classe, salutò i compagni e camminò verso il suo banco, trascinandosi Nicole che le concesse contro voglia il permesso di rimanere a scuola e di non chiamare sua mamma.
Tutti la guardavano preoccupati e questo la spazientiva molto ma fece finta di niente, doveva farlo o si sarebbe seccata con i suoi compagni, e non poco.
Entrò la prof. si alzarono e tutti in coro dissero il solito buongiorno svogliato che rivolgevano alla professoressa di storia, tutti tranne Reyna, amava quella materia e due ore a settimana le risultavano pochissime.
La donna fece l'appello e chiese se ci fossero interrogati, come ogni volta solo Reyna alzò la mano, la professoressa le fece cenno di venire alla cattedra e tutti ripresero a sorridere.
-Ho deciso che oggi interrogherò tre persone- i ragazzi erano allibiti, non aveva mai interrogato più persone e per di più persone che non si erano presentati volontari.
-Reyna puoi gentilmente scegliere due tuoi compagni?- chiese la professoressa e notò che la ragazza era abbastanza incerta sul da farsi.
-Chiudi gli occhi e passa un dito sull'appello e quando vuoi tu fermati- l'alunna era agitata, non voleva che qualcuno prendesse un brutto voto a causa sua, ma nonostante ciò posizionò l'indice sulla lista che la professoressa aveva trascritto a mano sulla sua agenda, chiuse gli occhi e iniziò a fare su e giù, si fermò.
La tensione era assurda, aprì gli occhi e con gioia scoprì che non era Nicole la sorteggiata.
-Puoi dirlo ad alta voce?- chiese la professoressa.
-Atanasio- disse Reyna guardando la sua compagna e chiedendole scusa con il labiale.
-Continua- la esortò la professoressa, ripeté il tutto e si fermò in fondo al registro, aprì gli occhi e disse il cognome ad alta voce.
-Bene Atanasio, Valenti avvicinatevi.-
come previsto le due ragazze fecero scena muta e Reyna ottenne un bel nove, che si annotò sul diario subito dopo essere ritornata al posto.
Le altre ore passarono in fretta e non furono per niente pesanti.
Suonò la campanella e si diresse verso l'uscita, dove rimase bloccata  alla vista di Edoardo, il suo ragazzo con il quale aveva litigato la sera precedente.
Aveva una rosa blu in mano e quando si avvicinò a lei gliela porse e la salutò con un bacio sulla fronte accompagnato da un dolce bacio sulle labbra carnose della ragazza.
Lui le chiese scusa e lei dopo un momento di incertezza lo perdonò e gli saltò addosso, lui l'accompagnò a casa con la sua vespa bianca e la salutò baciandola.
Reyna entrò e mangiò velocemente, poi andò in camera e iniziò a fare i compiti per l'indomani.

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