Controllo il cellulare e scendo alla fermata che Google Maps ha stabilito essere la più vicina alla mia destinazione. Mentre il pulman si allontana, mi guardo intorno con apprensione. Sono nella parte più esterna della periferia della città, ci ho messo quasi due ore ad arrivare in questo luogo desolato dove, una manciata di casupole dall'aspetto triste, costeggiano la via principale in cui si trova un bar tabacchi e quella che sembra una pizzeria al taglio. Tancredi abita al numero 5, una palazzina bianca e spoglia, al piano terra c'è la famigerata officina e lui vive al piano di sopra. Queste informazioni le ho ricevute da Claudia cinque minuti prima che mi lasciasse davanti alla fermata della metropolitana, mentre lei era diretta a casa per calmare una crisi isterica dei suoi che non gradivano il fatto che rimanesse lontana da loro per così tanto tempo. Il portoncino della palazzina ha un citofono su cui non è scritto il nome, lo premo per qualche secondo e poi faccio un passo indietro in attesa. Il click della porta a vetri che si apre è accompagnato dal ronzio della corrente elettrica, nessuna voce che mi chiede chi sono, che mi dica di entrare. Mi avvio per le scale e trovo la porta del primo piano aperta a mostrare lo scorcio di un salotto dai divani bianchi sulla sinistra e una cucina a vista, separata da un basso muretto, sulla destra. In sottofondo musica metal e nonostante le finestre aperte, ovunque c'è una cappa pesante di fumo bianco, dall'amarognolo odore di marijuana.
Entro e chiudo la porta alle mie spalle, Tancredi emerge da un corridoietto semibuio e si ferma un secondo per guardarmi, mentre si tampona i capelli bagnati.
Sulla metà sinistra del volto si sono formati due grossi ematomi viola bluastri, il primo che va dall'occhio alla tempia, il secondo dal mento fino alla mascella. La spaccatura sul labbro sembra essersi rimarginata, sul lato destro ha appoggiata una canna che pende mollemente, gli occhi azzurro intenso mi studiano divertiti.
Una grossa goccia d'acqua gli scivola dalla punta dei capelli e gli cade pesantemente sul lato del collo, proseguendo in picchiata fino a fermarsi sui pettorali gonfi e perfettamente modellati, involontariamente la seguo con lo sguardo.
Grosso errore.
Stringo il manico della borsa con entrambe le mani e rimango a fissarlo stordita, mentre lo mangio con gli occhi, mentre imprimo nella memoria ogni dettaglio del suo corpo.
È a petto nudo e scalzo, indossa solo un paio di jeans larghi chiari, da cui spuntano dei boxer bianchi elasticizzati, ha la pelle leggermente dorata, segno deve essere stato recentemente al mare, sulle spalle sfoggia piccole efelidi, appena sotto l'ombelico una linea leggera di peli biondi scende arricciandosi, fino a sparire oltre il bordo dell'elastico bianco. Ha muscoli ovunque, il suo corpo sembra uscito da un catalogo di modelli palestrati. Deglutisco a vuoto mentre cerco di darmi un contegno e con una certa difficoltà, mi raccolgo i capelli in una coda e li lascio ricadere su di una spalla.
-Accomodati pure.
Tancredi mi indica il divano di pelle bianca con davanti un tavolino basso su cui troneggia una grossa ciotola piena di mozziconi di sigaretta.
-Grazie.
Mi siedo senza staccare gli occhi da lui che, con fare rilassato, si dirige verso la cucina regalandomi anche una visione della sua schiena su cui guizzano muscoli a ogni movimento.
Prendo fiato ed espiro lentamente, il fisico è asciutto e definito, le spalle ampie fanno risaltare i pettorali e gli addominali che disegnano sul suo addome una scacchiera perfetta, il sedere è tondo come una pesca matura e io sono sempre più tentata di saltargli addosso e fare con lui tutto quello che la fantasia mi suggerisce.
-Posso offrirti qualcosa da bere?
Mi chiede sfilandosi la canna dalla bocca.
Posa l'asciugamano su di un ripiano, apre il frigorifero e ci guarda pensosamente dentro.
STAI LEGGENDO
Tainted Love
RomanceUna festa, un ragazzo bello da togliere il fiato, un errore che non può essere perdonato. Se un bacio ti rubasse ogni buon senso, dove saresti disposta ad arrivare pur di salvare il ragazzo dei tuoi sogni?