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Ditemi se la foto sopra non è semplicemente meravigliosa ;^) (è la faccina più brutta che si è vista)

"Sei semplicemente senza speranze Michael!" Luke sbuffò scocciato. "Ti ho chiesto di darmi ripetizioni non di abbassare la mia autostima." Disse Michael sforzando un sorrisetto ironico. "Si ma non pensavo fossi messo così." Luke rise di gusto provocando Michael. Ci fu un istante in cui si persero ad osservarsi, da quando Luke sapeva la verità, vedeva in modo diverso Michael, ogni volta che i propri occhi si piantavano nei suoi il tempo si fermava e la sua mente ritornava lì, in California in una di quelle mattinate passate al mare con il suo piccolo angelo. Ancora non riusciva a crederci, aveva paura di svegliarsi un giorno e realizzare che era tutto un sogno e che il suo passato gli aveva di nuovo giocato un  brutto scherzo. Erano passati sei anni, nei quali Luke lo aveva cercato senza sosta arredendosi anche delle volte, ma a quanto pare, il destino aveva deciso di mandargliela buona questa volta. Gli era bastato mettere piede in una classe di sconosciuti e poi il fato aveva fatto tutto il resto. Comunque, non si può avere tutto dalla vita e l'aveva testato, finalmente aveva di nuovo Michael ma in compenso aveva perso una parte di sé, quella che era rimasta a Londra. All'inizio non gli era importato nulla, la felicità di averlo ritrovato gli annebbiava così tanto la mente da fargli dimenticare il resto. Ma poi i ricordi erano ritornati a galla e Luke non era riuscito ad ignorarli. Aveva capito che alla fine non serviva a niente aver finalmente rincontrato Michael se poi l'aveva incontrato solo per metà, la sua metà marcia pensò Luke. A volte si chiedeva cosa aveva da offrirgli, nulla, non aveva nulla perché la parte migliore di sè, quella si era distrutta, sgretolata volando via, in un altro continente, rimanendo attaccata al suo passato.
Aveva pensato miliardi di volte al loro incontro, all'emozioni che avrebbe provato, alle cose che si sarebbero detti ed agli abbracci che si sarebbero dati. Ma alla fine, ancora una volta i suoi piani erano stati scaraventati a terra e distrutti. Quando aveva scoperto chi era davvero Michael, si era perso, con la mente in tutti quei ricordi ed era stato un vero e proprio codardo, si era tenuto il segreto per sé, custodendolo gelosamente e questo era da egoisti pensò Luke, magari anche Michael lo stava cercando -o lo aveva cercato- disperatamente. Il fatto era che aveva paura della reazione, di non essere nelle aspettative del tinto, magari se lo immaginva più bello, meno alto, magari con un sorriso più luminoso, magari se lo immaginava una schiappa in matematica, magari che si tingesse i capelli. La tremenda paura di non essere come Michael pensava, faceva ormai sosta nella sua testa dal primo momento in cui scoprì la verità. Poi aveva anche pensato che magari, Michael nemmeno si ricordava di questo bambino cicciottello con cui aveva trascorso una semplice vacanza, non voleva fare una brutta figura, quindi si decise che la verità sarebbe morta con lui.
"Prendiamo una boccata d'aria, ti va?" Disse Luke, di nuovo i suoi pensieri stavano prendendo il sopravvento e non poteva più permetterselo. Rivolse un occhiata a Michael, intento a strizzare gli occhi contro la facciata del quaderno, sperando che questo lo aiutasse a capire qualcosa di più. "Finalmente! Aspettavo questa frase da quando hai messo piede in casa mia ed ho aperto il quaderno." Liberò il proprio pensiero, alzando la testa verso il soffitto e massaggiandosi il collo. "Non mi dire che non ti è piaciuta questa lezione con me, sono un bravo insegnatente non credi?" Disse Luke con fare ovvio. "Potresti insegnarmi altro, professore." Michael non doveva, aveva dato aria a i suoi pensieri schifosamente perversi ed in quel momento si vergogna tanto ma non era riuscito a trattenersi. Luke sbarrò gli occhi sentendosi avvampato in quel momento, ma voleva spingersi oltre. Si avvicinò al viso di Michael sussurandogli "Mh cosa vorresti che ti insegnassi?" Chiese Luke maliziosamente. Michael stava trattenendo il fiato, era una delle conversazioni più eccitanti a cui aveva mai partecipato e sentiva che sarebbe esploso, presto la sua mano afferó saldamente la coscia di Luke, stringendola forte e facendola salire pian piano fino all'intimità del biondo e iniziando a massaggiarla lentamente. Luke in un primo momento aveva sgranato gli occhi, ma poi si era sciolto ed aveva rivolto la testa verso l'alto. "Michael noi non dobbiamo." Aveva mormorato poi Luke rovinando tutta la magia, togliendo la mano del tinto dai propri pantaloni. Era stato un attimo, uno straziante attimo in cui Luke si era reso conto che era sbagliato, si era sentito un verme, un approfittatore, perché a Michael non aveva detto la verità. Mentre lui lo toccava, mentre lo faceva sentire in paradiso, aveva aperto gli occhi e abbassato la testa per guardarlo e il volto di Michael era ritornato quello di un bambino per un momento e Luke si era sentito morire, non ci era riuscito e l'aveva fermato. Raccolse le sue robe e sé ne andò, senza nemmeno salutarlo, non aveva il coraggio.

Michael non sapeva cosa fosse il rifiuto, non l'aveva mai provato sulla propria pelle, non ci era mai passato, ma a quanto pare, era vero che c'era una prima volta per tutto.
Non sapeva definire come si era sentito quando Luke l'aveva fermato, umiliato era un eufemismo, non era riuscito nemmeno a guardarlo in faccia, si era limitato ad osservarlo di sottecchi mentre in fretta raccoglieva le sue robe ed usciva da casa sua.
Sapeva di aver fatto una mossa troppo azzardata, ma Luke, riusciva a spingerlo oltre i limiti, riusciva a fargli perdere il controllo. Michael sarebbe stato capace di chiedere a Luke di prenderlo là, sulla scrivania. Per sua sfortuna Luke conservava ancora il suo senso di pudore e non si sarebbe mai lasciato trasportare così facilmente.
Più guardava Luke e più pensava di conoscerlo già. Sono uguali. Aveva pensato diverse volte Michael. Più si perdeva a guardare negli occhi del biondo, più i ricordi ritornavano e Michael, in un primo momento li aveva chiusi in un angolo del cervello, ma più passava il tempo, più loro si facevano grandi e premevano per uscire dall'angolo buio per diffondersi in ogni parte del corpo e poi finire impressi nel cuore. E lui non poteva permetterlo. Michael era a pezzi, si sentiva sgretolato, come se gli mancasse una parte di sé, decise che doveva smettere di ricordare.

Il cellulare squillò, era l'unico rumore all'interno della casa e sembrava fare eco, stava diventando asfissiante. Non voleva rispondere, non aveva voglia di far nulla, dopo quello che era successo a casa di Michael, un paio d'ore prima, la sua mente non aveva fatto altro che addossarsi colpe su colpe. Alzò la mano che aveva sotto il cuscino e rispose, senza nemmeno vedere il mittente.
"Pronto?" Bofonchiò annoiato. "Ciao Luke." È un momento. Proprio come quando stai per morire e rivedi la tua vita in sette secondi, sette secondi nei quali puoi confermare quanto la tua vita abbia fatto schifo. Un momento per fermare il cuore e trattenere il respiro. "Ciao Alex." Luke non se l'aspettava, davvero. Quando una settimana prima aveva messo da parte tutte il suo orgoglio ed il suo essere vigliacco e gli aveva scritto, Alex non aveva risposto. Luke non poteva nemmeno arrabbiarsi, come poteva dargli torto? Lo stava ignorando e se lo meritava eccome. Silenzio, dall'altra parte del telefono, solo un fastidioso silenzio.
"Scusa Luke, per averti ignorato, ma spero tu possa capire. Non me la sentivo di dimenticare il fatto che tu abbia deciso di tagliarmi fuori, in realtà non me la sento neanche adesso." Aveva detto tutto d'un fiato Alex. A Luke quelle parole uccisero, arrivarono lì forte e chiaro nella sua testa e poi andarono a colpire quel poco che era rimasto del suo cuore. Alex non se la sentiva. Non se la sentiva di perdonarlo e di ricominciare da dove avevano lasciato, ovvero al giorno della sua partenza per Sydney. Luke poteva solo dargli ragione. Ma con tutto se stesso sperava di non averlo perso, sperava che sarebbe riuscito a salvare l'insalvabile. "Pensavo che la distanza non ci avrebbe divisi, sei ancora il mio migliore amico Alex."
"Hai ragione Luke, lo pensavo anche io, ma poi hai deciso di troncare ogni comunicazione con me e mi hai tagliato fuori. Hai fatto ciò che avevi promesso di non fare." Luke non sapeva cosa rispondere, non poteva negare. Alex aveva ragione. Si era comportato da immaturo era stato un lurido bastardo. Per non soffrire l'aveva ignorato, ma di nuovo si era comportato da egoista perché non sapeva che anche Alex stava soffrendo.
"Io spero tu possa perdonarmi, Alex."
"Lo spero anche io, Luke."

Ciao a tutti ;^)
Primo momento pervy muke ehehe 😏 ma Luke ha rovinato tutto, meglio così, è troppo presto ancora.
Nei prossimi capitoli penso che dedicherò più spazio a Michael, di solito scrivo molto di ciò che passa nella testa di Luke perché mi immedesimo, ma vorrei anche far sapere i lati particolari di Michael e ciò che gli passa nella sua testa.
In più torneranno i flashback della vacanza in California, preparatevi a tanti momenti fetus. 😈😈
Detto questo, la mia storia ha 241 visualizzazioni e quando la scrissi circa un mese fa pensavo che non se la sarebbe cagata nessuno quindi grazie, lasciate una stellina se vi va. 🌸❤

Twitter : @goodmvke

Ps. Ringrazio questa adorabile ragazza giiuky per questa copertina meravigliosa

Remember me || Muke Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora