Prima Parte

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Il palazzo era silenzioso. Forse un pò troppo silenzioso ma il Principe Louis Tomlinson dormiva senza alcuna preoccupazione. Mentre l'ala del palazzo in cui dormiva era avvolta da quel silenzio, il resto del palazzo era sveglio e in fermento, pronto a soddisfare le richieste inusuali e rigide di sua madre, la Regina Johannah.

Passi veloci e mormorii alimentavano il normale sferragliamento della cucina, dato l'episodio della notte passata che era diventato oggetto di discussione. A quanto pare il piccolo e ospitale paese di Greydon non era senza difetti. E il Principe Louis, sovrano gay dichiarato, aveva dovuto affrontare degli spiacevoli inconvenienti.

La Regina Johannah era impegnata a scrivere su una pagina, seduta al tavolo della sala da pranzo. Mormorava a bassa voce e quando ebbe finito rivolse uno sguardo grato (compassionevole) all'uomo affianco a lei. Dopo essersi scusata, chiamò una delle cameriere di Louis.

Dall'altra parte del palazzo, il primo rumore che Louis sentì fu quello di qualcuno che bussava alla sua porta.

Sussultò, cercando di tenere gli occhi aperti. Il piumone era avvolto attorno al suo corpo, il che rendeva ancora più difficile svegliarsi. Senti' bussare di nuovo, intento a strizzarsi gli occhi, strofinandoli leggermente. Al terzo colpo di porta invitò ad entrare chiunque lo stesse disturbando in quel momento.

Marissa, la cameriera preferita di Louis, aprì la porta e sorrise in segno di scusa. ''Mi dispiace di svegliarti Lou ma tua madre mi ha chiesto di te. Ti aspetta nella sala da pranzo.''

Louis le sorrise empatico. ''Non è colpa tua Riss. Grazie.''

Lei ricambiò il sorriso, facendo una riverenza ma Louis scrollò le spalle.

''Tesoro, siamo andati ben oltre queste formalità, non devi inchinarti ogni volta che esci.''

''Oh, lasciami almeno questo. Già non mi permetti di chiamarti Vostra Altezza,'' rispose lei con una risata. timida.

Louis rabbrividì visibilmente al pensiero, il che fece ridere lei ancora di più.

''Hey, Lou?''

Lui mormorò qualcosa, grattandosi pigramente lo stomaco.

''Sono contenta che stai bene,'' rispose lei sorridendo impacciatamente.

Louis non era sicuro su cosa dire. Non si era ancora preso un momento per pensare veramente a quello che era successo la notte prima. Si era trattato solamente di un cittadino arrabbiato e di alcuni commenti spiacevoli. Louis lo sapeva che dal momento in cui avrebbe dichiarato di essere gay, non sarebbe stato tutto rose e fiori.

Forse avrebbe dovuto aspettare un'altra settimana per esplorare da solo la città, dopo che la notizia era uscita fuori. Forse, a dispetto delle sue aspettative, era stato ingenuo.

Ricambiò il sorriso e le rispose. ''Anche io.''

Poco dopo la ragazza gli fece l'inchino ed uscì dalla stanza.

Marissa non gli aveva dato nemmeno il tempo di unirsi a sua madre per la colazione, il che significava che lei lo stava aspettando urgentemente. Ovviamente Louis si prese il suo tempo. Era sicuro che voleva parlargli di un piano per evitare futuri eventuali attacchi - se potevano chiamarsi in quel modo.

Sinceramente Louis non aveva ritenuto quell'episodio così drammatico come sembrava. Quell'uomo lo aveva chiamato finocchio e aveva detto che avrebbe incitato il paese a rovinare il suo regno. Commenti di quel tipo erano prevedibili. Ma quando lo aveva colpito in viso, quello era stato molto più scioccante. Eppure, Louis ragionò sul fatto che non c'era stata la minaccia di una bomba. Non erano state coinvolte armi. Solo un uomo molto stupido e davvero ubriaco intento a sostenere il suo pensiero omofobico e Louis, stupidamente, si era messo in pericolo ma non aveva contratto nessuna ferita.

King and Lionheart [Larry Stylinson || Italian Translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora