Terza Parte

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Note Traduttrice: Ecco la terza e ultima parte di questa storia, mi è piaciuto molto tradurla e spero a voi di leggerla! Mi sto occupando di una nuova traduzione che personalmente sto amando e che vede coinvolto un Harry ragazzo delle piscine nella casa di campagna di Lou! Quindi continuate a seguirmi, probabilmente domani posterò il primo capitolo di quella! Vostra Fede.





Si intrufolò nella folla, strinse la mano ad alcune persone e alcuni lo ringraziarono per la serata. Fu abbastanza per far dimenticare a Louis il modo in cui quelle persone stesse gli avevano parlato poche settimane prima. Questo fino a che non vide un volto familiare approcciarsi a lui.

Era Ed Walsk, il proprietario del negozio di thè, che Louis era solito frequentare prima dell'incidente. Aveva esplicitamente evitato Louis dal suo coming out e Louis non capiva cosa avesse da dirgli. Nervosamente cercò tra la folla un volto familiare. Uno in particolare.

''Vostra Altezza,'' disse Ed, ad alta voce. Louis sapeva di non poter scappare.

Strinse la mani del Signor Walsh. ''Signore, vi state godendo il ballo?''

Lui annuì. ''Si, si. E' uno spettacolo meraviglioso. Congratulazioni.''

''Grazie.''

Annuirono a vicenda e Louis pensava che fosse tutto ma quando ritirò la mano Ed la strinse più forte.

Guardò sorpreso l'uomo ma lo sguardo di quest'ultimo rimase impassibile, freddo.

''Vostra Altezza, posso dire una cosa.''

''Lasciatemi e valuterò.''

L'uomo sorrise malignamente. ''So quello che state facendo.''

''Che volete dire?''

''So che pensate che con questo ballo, facendo il carino con i bambini del paese, vi aiuterà a mettere su quell'immagine di bravo ragazzo che ci avete sempre indotto a credere.''

Louis aggrottò le sopracciglia, ''Questo cosa vorrebbe significare?''

''Significa che non prendete in giro nessuno.''

Louis sentì una mano sulla spalla e il Signor Walsh lasciò andare la mano di Louis.

''Signori?'' chiese Harry, ''E' tutto a posto?''

''Si,'' rispose Louis. La sua voce era più acuta del normale. Chiaramente non andava niente bene.

''Chi è lui?''

''Signor Walsh questo è Harry. Harry, lui è il Signor Walsh, il proprietario del negozio di thè.''

''Mi ricordo,'' rispose Harry con voce ferma e decisa.

''Beh allora. Vi lascio,'' il Signor Walsh fissò i due. ''Ma se posso permettermi Vostra Altezza, so di parlare a nome della maggior parte del paese nel dirlo, per il prossimo futuro, state alla larga dai nostri bambini.''

Louis deglutì. ''E perchè dovrei farlo?''

''Non voglio che corrano nessun rischio. Sono sicuro che capirete.''

''In verità no, non capisco,'' disse Louis, che sentiva la gola stringersi e i pugni anche.

''Non siate sciocco, Vostra Altezza.''

''Penso che sia meglio che andiate via e che lasciate il Principe a godersi la sua serata,'' rispose all'improvviso Harry. Louis si era quasi dimenticato della sua presenza ma si sentì sollevato quando Harry parlò.

''Qual'è il problema? Consideratela come un avvertimento da parte dei cittadini. Troppo per voi, giovane Principe?''

Harry avanzò di un passo. ''Signore, se ci tiene alla sua salute, farà meglio ad andare via, adesso.''

''Non preoccuparti,'' rispose l'uomo, lo sguardo glaciale che continuava a fissare Louis. ''Il vostro regno non durerà molto.''

Il corpo di Louis si irrigidì. Aveva sentito di Re dormire con le armi sotto il cuscino e non aveva mai pensato di dover essere come loro. E sapeva che uno come Walsh non aveva il coraggio di fare nulla, non davanti a tutta quella gente. Ma Louis avrebbe voluto risponderlo a tono. Sfortunatamente, il suo cervello scioccato gli aveva fatto mordere la lingua.

E solo qualche secondo più tardi, vide il Signor Walsh cadere a terra quando un pugno lo colse in pieno viso.

Louis rimase esterrefatto davanti a quella scena. Sentì dei sussulti ma prestò attenzione a niente se non a un Harry davvero arrabbiato che guardava inferocito nella direzione del Signor Walsh, e che respirava affannosamente come se fosse pronto ad ucciderlo. La cosa successiva che vide fu il Signor Walsh tenersi il naso con le mani. Si sentivano dei mormorii ma Louis non riuscì ad ascoltarli che una presa forte sul suo braccio lo spinse nella direzione opposta, per cui Louis seguì quella strada mentre lui e Harry uscivano di scena velocemente.

Corsero e una volta raggiunto il corridoio, Harry si fermò. Si voltò e afferrò le spalle di Louis. ''Mi dispiace così tanto.''

Louis lo fissò, incapace di metabolizzare quello che era appena accaduto. Tutto quello che sapeva era che gli occhi di Harry erano terrorizzati e lo stava toccando ed era una sensazione incredibilmente travolgente. Harry sembrava essere quasi spaventato come Louis e c'era qualcosa di divertente in quello per cui Louis lasciò fuoriuscire una risata isterica.

''Louis, non è divertente,'' sbottò Harry. ''E' stato pazzesco. Non ho mai colpito qualcuno prima d'ora.''

Gli occhi di Louis si spalancarono a quella ammissione come il resto della sua faccia che rimase attonita. Harry stava ancora respirando affannosamente e sembrava che stesse per collassare da un momento all'altro e Louis era ancora così scioccato che sembrava stesse per imitarlo.

''Dobbiamo andare,'' disse molto seriamente.

Harry annuì e tolse le mani dalle spalle di Louis. ''Andiamo.''

Quando sentirono le doppie porte della sala da ballo aprirsi, entrambi fuggirono lungo il corridoio. Louis non voleva attirare chiunque li stesse seguendo nella sua stanza così si fermò repentinamente davanti alla prima porta che ricordò nascondesse un armadio e si tirò Harry dietro. Chiuse la porta e cercò di stare calmo, così da non attirare l'attenzione ma la chiuse a chiave, giusto per essere sicuri.

Harry si appoggiò alla parete di fronte alla porta e si piegò, poggiando le mani sulle ginocchia e riprendendo fiato. Louis non stava molto meglio, respirava affannosamente e aveva le mani ancora poggiate sulla maniglia della porta.

''Stai bene?'' chiese Harry parecchi istanti dopo.

Harry annuì. ''Tu?''

Louis sussurrò un sì. Louis sentiva Harry più vicino ma non riusciva a vederlo. Lasciò che i suoi occhi si abituassero all'oscurità dell'armadio prima di alzare lo sguardo e incontrare gli occhi di Harry.

Si fissarono per un istante e Louis realizzò che per la prima volta da quando aveva conosciuto Harry, erano soli.

Harry esalò un respiro, avanzò un passo e invase così lo spazio personale di Louis. Louis mise una mano sulla spalla di Harry.

''Veramente non hai mai preso a pugni qualcuno prima di stasera?''

Lo sguardo di Harry era intenso mentre scuoteva la testa. ''Non ne ho mai avuto motivo.''

''Grazie,'' sussurrò Louis mentre Harry si avvicinava di più. Louis pensava che lo avrebbe abbracciato amichevolmente. Non si mosse invece, rimase lì, invadendo il suo spazio come quella notte sul tetto.

Sentì una mano di Harry sul suo braccio, sfregandolo su e giù in modo rassicurante. ''Sei sicuro di stare bene?''

Louis voleva dire di sì, ma in realtà avrebbe voluto urlare e far rimanere Harry lì, in quella fottuta posizione. E quello fu il suo ultimo pensiero coerente prima di lanciarsi finalmente sulle labbra di Harry.

Nel retro della sua mente Louis immaginò di aver spinto Harry troppo oltre. Immaginò che Harry gli chiedesse che diavolo stesse facendo, dicendogli che non poteva semplicemente baciare le persone quando era sconvolto.

Invece, Harry prese il suo viso tra le mani e ricambiò il bacio. Louis poggiò le sue mani sui fianchi di Harry e se lo tirò più addosso. Era completamente intrappolato tra le braccia di Harry, con la schiena contro la porta e si sentiva completamente circondato da Harry. Louis lo baciò come se non avesse avuto più l'opportunità di farlo. E poteva essere vero.

Le mani di Harry si spostarono dal viso di Louis e lentamente al suo collo e sulle sue spalle, prima di accarezzare dolcemente le braccia di Louis. Louis mormorò a bassa voce e intrecciò le braccia dietro il fondoschiena di Harry, avvicinandolo di più. Harry cominciò a staccarsi ma Louis non glielo permise e fece del suo meglio per evitare di allontanare le loro labbra, ma poco dopo fu costretto a spostare la sua bocca sul collo di Harry. Harry sospirò e cercò di parlare ma nel momento in cui fece un passo indietro, Louis non perse tempo a spingersi di nuovo sulla sua bocca.

Louis tirò indietro i capelli di Harry e avvolse le sue braccia attorno al collo di Harry, senza fermarsi mai, senza perdere quell'urgenza fino a che Harry non ansimò e si staccò.

''Lou,'' sussurrò.

Louis gemette un pò e poggiò la fronte contro il petto pesante di Harry.

''Questo non è... non va bene, non è così?'' chiese a bassa voce. Louis alzò la testa per guardare Harry, le cui dita stavano sfiorando delicatamente il mento di Louis.

''Importa?''

''Il consenso è importante.''

Louis sbuffò e chiuse di nuovo la distanza tra le loro labbra. ''Che te ne pare di questo come consenso, stupido.''

Harry non chiese di nuovo, limitandosi ad avvolgere Louis tra le braccia e stringerlo forte per il bacio più lungo che Louis avesse mai ricevuto nella sua vita. Pensò più volte di staccarsi per respirare ma Harry aveva questa lingua ed era così bello che Louis decise che avere Harry in quel modo era meglio che respirare.

Louis alzò la testa quando Harry si allontanò per un istante e non riuscì a trattenere un gemito per quella perdita di contatto. Era ansia da separazione? Le labbra riescono a sentirla?

''Lou, sei sicuro che vada bene?''

''Le mie labbra sentono la tua mancanza, quindi si, va perfettamente bene. Perchè non dovrebbe esserlo?''

Harry fece una risatina, piccola e nervosa. ''E' solo che...'' Louis lo interruppe succhiando dolcemente il suo collo e spingendo leggermente i suoi fianchi verso l'alto. Il respiro di Harry si bloccò, sorpreso ma riuscì comunque a terminare la frase. ''Io lavoro per te.''

''Tu lavori per mia mamma, è diverso.''

''Si, ma io ti sorveglio...'' disse Harry, lentamente - distratto, ma non abbastanza. ''Sono pagato per proteggerti.''

Louis sollevò la testa e prese tra le mani il volto di Harry e gli accarezzò la guancia col pollice, ''Lo so. E' fottutamente eccitante.''

Harry sorrise e Louis sentiva formarsi le fossettine sotto i pollici e non c'era letteralmente niente nel mondo di più dolce di Harry Styles.

''Davvero?''

Louis alzò gli occhi al cielo, ''Mi stai prendendo in giro, cazzo? Si. Ora potresti baciarmi, per favore?''

Harry lo fece e fu abbastanza per far dimenticare ad entrambi il mondo esterno. Per Louis il mondo intero era composto dei ricci di Harry attorcigliati alle sue dita, le labbra di Harry spingersi contro le sue, le forti braccia di Harry avvolte attorno alla sua vita, e le sue mani che stringevano con forza i fianchi di Louis. Anche se il mondo avesse cessato di esistere, Louis non se ne sarebbe fregato minimamente.

Louis mordicchiò il labbro inferiore di Harry con i denti e ridacchiò quando Harry emise un versetto sorpreso.

Si baciarono per un pò, le braccia intrecciate e i gemiti soffusi con le loro labbra che si muovevano languidamente mentre erano in piedi, ancora appoggiati contro la porta. Harry era così vicino che Louis lo sfiorò con la sua erezione. Forse fu quello a far capire a Louis che c'era effettivamente un mondo al di fuori di quello stanzino e per quanto avesse voluto mandarlo a fanculo, doveva essere più attento di così.

Louis gemette in maniera molto alta e poi si staccò, trovando un Harry sorpreso e sconvolto, intento a fissarlo. I suoi capelli erano un casino dal momento che Louis ci aveva giocato per tutto il tempo.

''Possiamo andare in camera mia?'' chiese Louis. ''E' solo che... dobbiamo essere discreti.''

Harry prese un respiro profondo e sospirò prima di tirarsi i capelli indietro, ''Pensi che ci sia qualcuno qui fuori?''

''Potrebbe esserci. Quindi in caso. Non c'è niente da vedere, giusto? Solo una coppia di ragazzi... Voglio dire. Beh, no. Un principe e la sua guardia del corpo? Ci stavamo nascondendo qui per via di quello che è successo, quindi va tutto bene. Totalmente giustificabile.''

Harry sorrise maliziosamente. ''Sei adorabile quando sei nervoso, lo sai?''

''Non mi stai aiutando per niente!'' sbottò Louis.

''Scusa,'' ridacchiò Harry, ''Si. Ci stavamo semplicemente nascondendo dall'uomo che ho colpito.''

''Cazzo, non posso credere che l'hai colpito,'' disse Louis e baciò di nuovo Harry, proprio perchè poteva.

Harry sorrise, rovinando il bacio, anche se il calore che emanava il petto di Louis diceva tutt'altra cosa.

''Ok,'' disse Louis, sorridendo ampiamente. ''Ok. Questo è il nostro alibi. Ci stavamo semplicemente nascondendo. Facendoci qualche risata. E' troppo pericoloso scendere giù, per cui abbiamo deciso di andarcene prima. E' credibile. Giusto?''

Harry annuì, con un'espressione molto seria, ''Certo. Totalmente credibile.''

''Giusto,'' rispose Louis. ''Ok, quest'ultima parte è veramente importante.''

Harry annuì, e Louis fece cadere gli occhi sulle labbra del ragazzo.

''Ce ne andiamo prima, ok?''

''Si,'' sussurrò Harry, le sue dita erano fermamente poggiate sui fianchi di Louis.

Louis si avvicinò a lui. ''Andiamo nella mia camera. Tutti e due. Va bene?''

Harry annuì. ''Sei sicuro?''

Louis lo baciò per fargli capire di essere sicuro e sentì lo stomaco contorcersi quando le mani di Harry trovarono e strinsero il suo culo. Gemette e aprì la bocca, approfondendo il bacio. Harry leccò con la sua lingua il labbro inferiore di Louis e si tirò Louis ancora più vicino e Louis sapeva che avrebbe dovuto muoversi in quel momento o tutte le sue speranze di discrezione sarebbero state perse.

''Merda, Harry, concentrati,'' Louis si staccò, senza fiato. ''Non puoi baciarmi in questo modo se vogliamo andarcene insieme.''

Harry lo guardò come se fosse stato sgridato. Sporse il suo labbro inferiore in un broncio. Louis era sicuro. Questo ragazzo sarebbe stato la sua morte.

''No, no, non guardarmi in quel modo. Perfavore, baciami in quel modo ma aspetta che entriamo in camera mia prima.''

E così Harry rimosse le sue mani dal corpo di Louis.

Louis aprì la porta e girò il pomello della porta, sperando che fosse tutto tranquillo. Fu un pò sollevato quando trovò il corridoio vuoto e silenzioso. Si ricordò che la sua camera era al piano di sopra e quindi avrebbero potuto passare per corridoi non altrettanto silenziosi.

Sospirò, chiuse la porta e si voltò verso Harry.

''Come cazzo ti sembro?''

''Non abbastanza fottuto,'' Harry scrollò le spalle.

''Ma eccitato?''

''Lo siamo entrambi, quindi.''

''Con l'aspetto di chi sta per essere scopato.''

''Possiamo parlarne, stavo per succhiartelo prima.''

Louis inalò, ''Quello, ehm... vorrei tanto che lo facessi. Volevo solo die che-''

Sembrava che Harry volesse baciarlo di nuovo e Louis voleva davvero permetterglielo, ma dovevano andare nella sua camera, e proprio in quel momento.

''Oh, cazzo, andiamo, muoviti.''

Louis afferrò la mano di Harry e aprì la porta chiusa. Cercò di non pensare molto alla situazione.

Camminarono lungo il corridoio. Louis cercò di essere gentile ma Harry gli lasciò andare la mano e finse di arrampicarsi sul muro. Louis alzò gli occhi al cielo ma non riusciva a togliersi il sorriso dalla faccia e Harry non era meglio di lui. Dio. Era così felice che nessuno dei suoi amici fosse in giro per assistere a quella scena.

In cucina c'erano poche persone ma Louis ed Harry si mossero di fretta senza farsi vedere. Fu quasi un miracolo quando videro la camera da letto di Louis.

Una volta entrati dentro, Louis chiuse la porta dietro di loro ed Harry si spinse Louis di nuovo addosso. ''Dove eravamo rimasti?''

Louis sorrise. ''Proprio qui, in realtà.''

Harry lo baciò, con le mani fermamente aggrappate alla schiena di Louis. ''Sei sicuro che vada bene?'' chiese per l'ultima volta.

Louis ringhiò. ''Pensavo avessi finito con quella domanda.''

''Voglio dire, abbiamo lasciato lo sgabuzzino solo cinque minuti fa.'' Harry sghignazzò alla sua stessa battuta prima di tornare serio. ''Non è troppo tardi per cambiare idea.''

Louis scoppiò in una risata fragorosa. ''Si, va benissimo. Hai il mio pieno consenso. Sentiti libero, ti prego.''

Harry non sembrava aver bisogno di altro incoraggiamento. Lo baciò un'ultima volta prima di spostarsi sull'incavo del suo collo, le mani che si muovevano lentamente sulla maglia di Louis per arrivare al torace, le dita che accarezzavano dolcemente la sua vita.
Louis stava impazzendo di desiderio, muovendo i suoi fianchi più avanti ogni volta che Harry lo baciava con quella bocca calda e bagnata.

Gemette un pò quando Harry lo strinse per i fianchi e lo guardò dritto negli occhi.

''Tenetevi forte, Vostra Altezza.''

Louis rabbrividì davanti al sorriso di Harry e gli baciò gli angoli della bocca.

''Fidati solo di me.''

Louis annuì, molto seriamente, e Harry gli tirò l'orlo della maglia. Louis lo aiuto a sfilargliela, bottone dopo bottone e poi cercò quella di Harry. Louis ci lavorò diligentemente per un pò mentre Harry si sfilava la giacca dello smoking. Quando Harry lo tirò un pò più vicino per il bordo della sua canottiera, Louis rimase sbalordito dal profumo della colonia di Harry. Fece passare la canottiera di Harry sopra la sua testa (con un piccolo aiuto da parte di Harry) e non riuscì a non far vagare le sue mani sul petto nudo del ragazzo. Aveva pensato che Harry fosse perfetto in quell'abito ma, che sia dannato, non aveva mai visto niente di più meraviglioso di quello. I tatuaggi definiti sui suoi addominali e il petto che si alzava e abbassava più velocemente ogni volta che Louis lo sfiorava con le dita. Alzò lo sguardo e vide Harry guardarlo con gli occhi appannati e la mascella spalancata.

''Che c'è?'' chiese Louis sorridendogli. Harry scosse la testa in segno di negazione, ma sembrava ipnotizzato dal movimento continuo delle mani di Louis, che si spostavano su e giù lungo il suo petto.

Harry rimase fermo solo per un istante prima che la sua bocca trovasse la clavicola di Louis e Louis gemette quando quelle labbra calde si spostarono dal sul suo petto al collo e quando le mani di Harry gli afferrarono il sedere.

''Ti farò stare così bene Lou,'' mormorò Harry le cui labbra indugiarono proprio sotto l'orecchio di Louis.

Louis appoggiò le spalle contro la porta e gemette. Fu devastante quando Harry si staccò, ma quando tirò la canottiera di Louis, Louis pensò che ne valesse la pena.

Harry la fece passare sopra la testa di Louis, lasciando dei piccoli baci sui pettorali. Louis rabbrividì quando le labbra soffici di Harry lasciarono con riverenza un percorso fino ad arrivare ai suoi pantaloni, dove smaniò con il bottone. Louis si sentì abbassare i pantaloni fino alle caviglie mentre Harry sfiorava col naso e le labbra le sue cosce.

Sentì le dita di Harry sul suo intimo ma tirò Harry per i capelli prima che potesse continuare. Harry lo guardò dal basso, essendo in ginocchio e cazzo, era così eccitante. Era imbarazzante quanto lo volesse.

''Stai bene?'' chiese Harry.

Louis annuì. ''Puoi toglierti i pantaloni?''

Harry aveva l'aspetto di chi voleva sapere il perchè, e Louis decise di soddisfarlo. ''Mi sentirei più a mio agio se entrambi siamo... esposti.''

''Davvero?'' chiese Harry inarcando le sopracciglia. ''Non vuoi che ti serva? Sono davvero bravo.''
Louis gettò le testa all'indietro mentre rideva. ''No, non voglio niente del genere. Voglio che siamo entrambi sullo stesso piano. Ti dispiace?''

Harry non esitò. Si alzò e si abbassò i pantaloni prima di portare le mani sui fianchi di Louis, armeggiando con l'elastico del suo intimo.

''Devo togliere prima i miei? O i tuoi?''

Louis sorrise e baciò la guancia di Harry. ''I tuoi. Voglio vederti.''

Harry obbedì e Louis quasi piagnucolò a quella visione. ''Meno male che non farò il passivo stanotte.''

Harry sorrise lasciando fuoriuscire le fossette e posando di nuovo il pollice sull'intimo di Louis, facendolo scendere fino alle sue ginocchia. ''Si. Peccato che tu debba camminare domani.''

Louis ridacchiò e dette uno schiaffetto dietro la testa di Harry.

''Tra un minuto il tuo cazzo sarà nella mia bocca,'' continuò Harry.

''Non pensi che sia il caso di farlo prima? Sono stato molto paziente.''

''Si, si, si,'' replicò Harry.

Tirò giù l'intimo di Louis facendolo arrivare alle sue caviglie prima di prenderlo in mano. Solo quel contatto iniziale fece fuoriuscire un sospiro dalle labbra di Louis. Harry dette qualche colpo prima di trovare il punto e Louis stava per impazzire. Impazziva ogni volta che la lingua di Harry passava su di lui, ad ogni succhiata penetrante e ogni volta che si staccava in cerca di aria, facendo bruciare il suo basso ventre.

Harry strinse all'improvviso la base del suo cazzo e Louis sibilò.

''Ti piace?''

Louis prese i capelli di Harry in un pugno e annuì, con gli occhi ancora chiusi.

Harry mise entrambe le mani sui fianchi di Louis, le sue dita stringevano leggermente il suo culo, tenendolo fermo in modo da riprenderlo in bocca.

''Merda, è così bello,'' mormorò Louis. ''Merda, merda, merda.''

Probabilmente se Harry non l'avesse sorretto mentre andava su e giù lungo la testa del suo cazzo, Louis sarebbe crollato.

Il suo orgasmo lo sorprese, come lo era stato anche quando aveva visto la prima volta Harry nel corridoio.
Velocemente, senza il suo permesso, ed era stata tutta colpa di Harry.

Sentì una stretta nel basso ventre qualche secondo primo e poi tirò un pò i capelli di Harry, sperando di acchiapparli in tempo. Harry non si spostò e tenne la bocca su di lui finchè Louis non finì di venire e ingoiò. Louis sospirò soddisfatto e si accasciò sul pavimento, con la schiena ancora contro la porta.

''Non posso credere che ci siamo disturbati di lasciare lo sgabuzzino perchè tu mi succhiassi qui contro questa porta.''

Harry sorrise a trentadue denti e ricadde anche lui sul pavimento. Sembrava dolorosamente duro e Louis lo notò. Si sedettero, mettendosi faccia a faccia per un momento prima che Louis piegasse le sue gambe per afferrare il cazzo di Harry con una mano.

Posò la faccia sulla mano libera mentre usava la destra per masturbarlo.

''Hai proprio un bel cazzo,'' disse con naturalezza prima di strofinare la testa.

Harry cercò di risultare spontaneo. ''Grazie. E' stato un dono.''

Louis non riuscì a non ridere. Allontanò per un istante il palmo della sua mano per leccarlo. Quando lo toccò di nuovo, alzò lo sguardo su Harry i cui occhi erano fissi nei suoi.

''Va bene così?'' chiese Louis, ''O vuoi che te lo succhi?''

Harry scosse la testa. ''Così è perfetto.''

Louis sorrise e cominciò a prolungare le spinte. Si sistemò in ginocchio, attento a mantenere un ritmo costante ed Harry cominciò a spingersi nella mano di Louis. Era bello, sentire Harry reagire naturalmente ma lo voleva sentire più vicino. Louis lo lasciò andare per un momento ed Harry piagnucolò alla perdita.

''Vieni qui amore,'' disse Louis con voce stridula, avvicinandosi di più e avvolgendo le gambe attorno al petto di Harry, il suo cazzo era intrappolato tra i loro stomaci.

Harry inarcò le sopracciglia ma le sue labbra lasciarono fuoriuscire un sospiro quando Louis riprese a masturbarlo e con le labbra raggiungeva le spalle di Harry. Ci volle più coordinazione del previsto ma Louis riuscì a seguire lo stesso ritmo e le sue labbra si spostarono dalle spalle di Harry al suo collo e poi alla sua mascella per poi tornare alla sua bocca. Harry ricambiò il bacio con passione e Louis lo sentì spingersi nella sua mano.

Louis si staccò dal bacio, concentrandosi sulle spinte.

Harry mormorò a bassa voce e cercò un altro bacio. Louis lo accontentò ma poi tornò a dedicare le giuste attenzioni al cazzo di Harry.

La sua mano non era più lubrificata e le spinte diventavano più violente, insieme ai grugniti di Harry.

Louis baciò la mascella di Harry, ''Vuoi che prenda un pò di lubrificante?''

''No,'' Harry scosse la testa. ''Mi piace. 'ono vicino comunque.''

I respiri corti divennero più affannati e un gemito forte scappò dalle labbra di Harry. E alcuni istanti dopo, Louis pompò una, due, tre volte e Harry venne in maniera bollente tra di loro.

Restarono in silenzio per pochi minuti, la fronte di Louis poggiata contro il petto pesante di Harry, evitando la zona sporca. Harry, invece, accarezzava la spina dorsale di Louis con le mani.

''Cazzo,'' disse Louis.

Harry scoppiò a ridere. ''Cazzo, letteralmente.''

Louis si unì alla sua risata.

''Vuoi fare una doccia?'' chiese Louis alla fine.

Harry annuì e, mano nella mano, entrarono nella suite di Louis.



Più tardi, nel letto di Louis, Louis era incantato dal profumo di Harry, per cui era difficile per lui tenere gli occhi aperti.

''Sei sicuro che non vuoi che attraversi il corridoio?''

Louis annuì lentamente. ''Ti voglio qui.''

Harry sorrise e portò una mano sulla spalla di Louis. Accarezzò dolcemente, su e giù, il suo braccio.

Louis sospirò, completamente felice, e si girò di lato, poggiando la testa sul petto di Harry.

''Dobbiamo parlare.''

''Di cosa?'' chiese Louis che stava per addormentarsi.
''Siamo due adulti consenzienti che si donano a vicenda degli orgasmi pazzeschi. Non c'è niente di cui parlare.''

Harry scosse la testa. ''Lo sai quello che intendo dire.''

Louis sospirò. ''Non può aspettare a domani mattina?''

O Harry non rispose e Louis si addormentò prima di sentire la sua risposta.

Quando Louis si svegliò, pensava fosse tardi. Il sole entrava dalla piccola apertura delle tende. Sembrava che si fosse svegliato dopo un pisolino pomeridiano. Solo che quella volta, c'era qualcuno nel letto con lui e a Louis sembrava di aver dormito per otto ore. Harry stava ancora dormendo, russando placidamente vicino a lui. Si avvicinò di più, pensando se fosse giusto o meno baciarlo. Non pensava che ad Harry sarebbe dispiaciuto, anche se era spaventato che la porta della camera si sarebbe aperta da un momento all'altro e che qualcuno li avrebbe scoperti.

Prima di averne l'opportunità, Harry si rimestò dal sonno, stiracchiando il corpo e mormorando qualcosa, con voce assonnata e bassa. Louis non si trattenne e si tirò Harry addosso, baciandogli la guancia finchè non sentì spuntare le sue fossette.

''Sei davvero, fottutamente, carino,'' disse Louis. ''Proprio il più carino di tutti, dannazione.''

Harry ridacchiò e prese Louis per la vita in cerca di coccole.

Per molti minuti restarono in silenzio. Louis si chiese se avesse dovuto staccarsi, mettere dello spazio tra di loro nel caso fosse entrata Niall. La ragazza non sapeva cosa fosse la privacy. Ma Harry cominciò a giocare con i ciuffetti dei capelli alla base del collo di Louis e quindi si dimenticò di tutte quelle preoccupazioni. La scena sarebbe sembrata allusiva a prescindere dalla posizione in cui erano, o no?

''Sei proprio coccolone come mi aspettavo.''

Louis si sedette. ''Che significa?''

Harry si mise a ridere. ''Avevo questa sensazione che tu fossi una persona che ama le coccole. Anche se non lo dai a vedere per la maggior parte del tempo.''

''Io sono il più coccolone, ma nessuno lo direbbe mai.''

''Sei come un piccolo cucciolo. Abbai e fai un casino ma alla fine, sei felice di sederti sul mio grembo e farti accarezzare il pancino.''

Louis lo guardò di sbieco, per sembrare più intimidatorio, ma Harry sorrise solo di più e quindi sapeva che sarebbe stata una causa persa.

''Si, come ti pare. Mi piacciono le coccole.''

''Anche a me,'' disse Harry, riprendendo quei tocchi leggeri sul collo di Louis. ''Quindi. Stanotte.''

Louis mormorò.

''E' ancora ok? Intendo dire... noi stiamo bene?''

''Non sarei letteralmente sdraiato su di te se non fosse così, amore,'' rispose Louis sorridendo.

''E' solo che...'' Harry sospirò. ''Penso che potrebbe diventare più complicato di quanto pensi. E io voglio offrirti una via d'uscita.''

''Una via d'uscita?''

Harry annuì. ''Non sei costretto a rifarlo. Resterò totalmente professionale e me ne dimenticherò se ne hai bisogno. Se vuoi.''

Louis si sedette e incrociò le gambe sotto di lui. Harry restò lì, sdraiato sulla schiena, ma evitando gli occhi di Louis. Louis accarezzò con un dito la farfalla sullo stomaco di Harry.

''Vuoi dimenticarlo? Vuoi una via d'uscita?''

Harry alzò lo sguardo su di lui e sembrava triste. Louis non voleva più vedere quell'espressione.

''Perchè io non ne voglio una. Ma ovviamente, rispetterò le tue scelte. Possiamo parlare dei limiti e del resto se vuoi. Già ho fatto un pessimo lavoro nel convincermi di non volerti e adesso sarà ancora più difficile, ma non voglio che tu perda il lavoro.''

''Ti mi volevi prima?'' chiese Harry, cercando la mano di Louis.

Louis sorrise. ''Dio, si. Era stupido.''

''Non stupido,'' disse Harry con voce intenerita. ''Ti volevo anche io. Mi hai fatto impazzire e non riuscivo a spiegarmelo.''

Harry si sedette e baciò la fronte di Louis.

''Quindi, cosa facciamo?'' chiese Harry cautamente. ''Intendo dire... se nessuno dei due vuole che finisca. Allora, cosa succederà?''

''Mi stai chiedendo in maniera implicita 'cosa siamo'?'' fece Louis sorridendo maliziosamente.

Harry scrollò le spalle. ''Allora cosa siamo?''

Louis sospirò, poggiando entrambe le mani sulle cosce di Harry. ''Sarò tutto quello che vuoi, ad essere sinceri. Ma forse... dovrebbe restare solo tra noi per un pò? Non come un segreto, ma un cosa privata.''

''Pensi che qualcuno debba saperlo?''

''Penso che Niall e Zayn e Liam già lo sappiano, quindi non dobbiamo necessariamente dirglielo. Possiamo semplicemente... lasciarglielo credere. Non voglio confermare niente a nessuno se non a te.''

''Tua mamma dovrebbe saperlo?''

Louis sospirò, ''Non lo so. Non voglio una guardia del corpo diversa.''

''Nemmeno io,'' annuì Harry.

''Quindi forse è meglio che la teniamo segreta fino... fino a quando non ci sarà nessun rischio.''

''Il Principe e la sua Guardia del corpo, eh?'' Harry sorrise e Louis anche.

''Suona benissimo per me.'' Alzò le spalle per nascondere quanto era felice, ma era sicuro di non essere molto convincente.

Harry annuì e baciò Louis, ed era un bacio caldo e lento ma anche deciso e convinto. Sembrava una promessa.

Dopo una breve discussione, decisero che Harry sarebbe dovuto uscire per primo. Non era tardi come pensava Louis, quindi era convinto che alcune persone stessero ancora facendo colazione. Ci mancò poco che chiedesse ad Harry di portare qualcosa anche a lui. Non riusciva a togliersi il sorriso dalla faccia. Harry scosse la testa e gli disse che si sarebbero visti da un pò.

Quando chiuse la porta, Louis mise il broncio. Si gettò di schiena sul letto con uno sbuffo. Si erano accordati per dieci minuti. Abbastanza per dare ad Harry il tempo di dimostrare quello che si erano detti prima. Poco dopo Louis scese e fece dimenticare ad Harry anche il suo nome e incasinò tutto. Questo è quello che disse Harry.

Sapeva che Harry avesse ragione ma già gli mancava e forse sarebbe dovuto scendere prima lui. Era a lui che bruciava lo stomaco. Aspettò il più pazientemente possibile e quando i dieci minuti passarono, si trovò fuori la porta in un battibaleno.

Rallentò quando arrivò al corridoio.

Comportati naturalmente, Tommo, si ripetè da solo. Non c'è niente da vedere. La scorsa notte sei stato aggredito ed eri stanco e spaventato.

Era come quando si autoconvinceva ai tempi della scuola prima di salire sul palco. Solo che ora era più difficile perchè sul palco solitamente fingeva di provare dei sentimenti per le ragazze, e adesso doveva letteralmente spegnere i sentimenti che aveva per Harry.

Una volta entrato, vide tutti a tavola. Letteralmente tutti. Sua madre, le sue sorelle, Niall, Zayn, Liam e, ovviamente, Harry.

Harry gli rivolse un sorriso triste e Louis si incupì mentre si dirigeva verso l'unico posto libero, affianco a lui. Preso posto, la mano di Harry si posò sulla sua coscia e Louis ne era molto grato - anche se quel gesto rendeva più difficile non sorridergli.

Era tutto molto silenzioso. Persino Niall era tranquilla, e le sue sorelle anche e quando Louis si guardò attorno, si accorse che la maggior parte di loro lo stavano aspettando.

''Giorno,'' disse con naturalezza. Ancora silenzio. ''E' stata una festa fantastica, non è vero? Si sono divertiti tutti, mi sembra.''

E ora tutti lo guardavano in modo corrucciato. Perchè avevano lo sguardo corrucciato? Era strano e triste e a Louis non piaceva affatto. Voleva tornare in camera sua con Harry.

Liam tossicchiò leggermente e fu lui a rompere il silenzio.

''Lou, questa mattina sei andato sul web?''

''No.'' Louis accettò il piatto che gli fu posizionato davanti. ''Il mio telefono è da qualche parte della stanza e non dò un'occhiata da ieri.''

''Beh, um,'' continuò Liam, ''probabilmente dovresti starci lontano per un pò.''

Louis sollevò un sopracciglio. ''Qualcuno potrebbe dirmi che sta succedendo? Cosa mi sono perso?''

''Louis, tesoro, c'è stato un incidente la scorsa notte,'' disse Johannah dall'altro capo del tavolo.

''Lo so. Hai ringraziato Harry?'' disse Louis, la cui voce era chiaramente annoiata.
''Quel tipo ha minacciato la mia vita con una sola frase.''

''Johannah si accigliò. ''Certo, si, lo so. Ma dopo che te ne sei andato. C'è stato... beh, qualcos'altro.''

''Qualcos'altro?''

''A quanto pare il Signor Walsh ha parlato con molte persone della città.'' Sua madre non sembrava stare bene e dal modo in cui Harry gli stringeva la coscia, unitamente al fatto che gli altri lo stavano fissando, Louis capì che stava per arrivare il peggio.

''Di cosa?''

Ci fu un lungo silenzio prime che parlasse. ''C'è un gruppo di persone in città che crede sia meglio che tu abdicassi.''

''Abdicassi? Intendi, spodestato dal trono?''

''Si,'' rispose lei. Il suo atteggiamento era forte ma Louis sapeva che stava trattenendo le lacrime.

''Hanno detto delle cose orribili sulla nostra famiglia. Cose non vere, ma solo piene di ignoranza e bigottismo.''

Il silenzio solenne della tavola parlava da solo. E Louis voleva sapere cosa avevano detto di lui.

''Quindi, cosa succederà adesso?''

''Aspettiamo,'' disse Johannah. ''Manteniamo un profilo basso e aspettiamo che le chiacchiere si dissolvano. Non lascerai il palazzo per un pò di tempo. E poi penseremo a qualcosa.''

''A cosa?''

''A un nuovo rapporto di parentela. Dato il modo in cui è stato infangato il nostro rapporto.''

Louis sentì un dolore nel petto e abbassò lo sguardo sul cibo. Con l'angolo dell'occhio vide la mano di Harry, il palmo aperto sulla sua coscia. Louis la afferrò e la strinse forte.

Quando alzò lo sguardo, vide sua madre, lo sguardo fisso sul piatto e non riuscì a placare il senso di colpa nella sua testa e nel suo cuore. Sapeva che era colpa sua.

Stare chiuso in casa fu più facile questa volta. Aveva molto di più da fare ora che Harry viveva praticamente lì, al fianco di Louis. Sua madre aveva offerto ad Harry l'opportunità di andare a trovare la sua famiglia ma Harry inventò delle scuse, dicendo di non voler far puntare gli occhi su di lui, abbandonando il palazzo, ma Louis sapeva che era per il suo bene. E sapeva che anche quello era colpa sua.

Non avrebbe dovuto sentire quel dolore, ma ogni volta che Harry lo rassicurava dicendogli che avrebbe preferito stare con lui in ogni caso, lui si sentiva peggio per aver creato una situazione del genere. Harry si sentiva obbligato a stare al suo fianco, sua mamma era desolata e ferita da quello che avevano detto le persone, le sue stesse sorelle non potevano nemmeno giocare fuori - e tutto perchè Louis aveva deciso di rivelare al mondo la sua omosessualità. Ripensò a tutte le volte in cui Zayn o Niall o Liam gli avevano detto di essere orgogliosi di lui e a quando Harry gli disse di essere un'ispirazione, e si sentiva persino peggio perchè lui non riusciva a vederlo. Non riusciva a vedere il buono in tutte le difficoltà che la sua onestà aveva causato.

L'unica cosa bella nella sua vita in quel momento era la presa salda di Harry sul suo bacino e il respiro regolare quando si rannicchiavano sul letto a fine giornata e guardavano dei reality TV scadenti. Era tardi, e Louis si chiedeva perchè non fosse stanco. Il modo in Harry l'aveva scopato prima avrebbe dovuto sfinirlo ma persino con Harry che sotto di lui sonnecchiava sotto di lui, la sua testa era troppo incasinata per dormire.

Il suo telefono era ancora in un cassetto da qualche parte. Harry glielo aveva confiscato. Sapeva che era la cosa migliore ma comunque non riusciva a rilassarsi. Non sapeva come contenere la rabbia e il dolore e la frustrazione quando non sapeva nemmeno quello che avevano detto di lui. Di certo poteva immaginarlo -- ma dato l'aspetto demoralizzato della madre, e il riferimento alla ''disgrazia'' dell'intera famiglia, Louis cominciò a ipotizzare che non si trattasse di piccole battute omofobiche.

Harry stava dormendo da almeno un'ora e Louis non aveva voglia di guardare Real Housewives da solo. Cambiò canale fino a che non sorpassò uno in cui era comparsa la sua faccia. Tornò indietro e lo ritrovò. Abbassò il volume per non svegliare Harry. Baciò la sua testa e si concentrò.

'Il tentativo di far abdicare il Principe Louis Tomlinson si è esteso a macchia da quando venerdì notte si è verificato un attrito. La famiglia Tomlinson è sempre stata motivo di preoccupazione per alcuni Greydoniani. Ad ogni modo, molti si stanno ancora chiedendo: perchè? Sono Lacey Pickett e in quest'edizione speciale delle undici, cercherò di trovare una risposta.''

Louis sapeva di dover cambiare ma non poteva non vedere o non sentire. Era quello il motivo per cui le persone più vicine a lui si stavano sforzando tanto di proteggerlo.

Ma prima anche di considerare l'idea di cambiare canale, partirono le immagini di un raduno. Lacey spiegò che il raduno aveva avuto luogo alle sei del pomeriggio, fuori al palazzo. Il gruppo era piccolo come la loro città e Louis si chiese se il resto della gente fosse con loro.

Il filmato si focalizzò su Ed Walsh, che venne intervistato. Il suo naso era sicuramente rotto e Louis voleva quasi ridere. Dette ad Harry un colpetto amorevole nel sonno ed Harry si rannicchiò più vicino a lui.

''E' un bugiardo,'' disse il Signor Walash, la cui faccia stava diventando rossa. ''Non è l'uomo che ci ha sempre fatto credere di essere. E questo è il punto principale. Noi vogliamo un uomo ero al trono, un Re, per l'amor di Dio. Invece, abbiamo lui. Un ragazzo confuso che fa combattere le sue battaglie agli altri.''

''State dicendo che pensate che la Regina abbia governato male, Signor Walsh?''

''Sto dicendo che lei ha fatto del suo meglio nonostante sia una donna. Abbiamo bisogno di un uomo e non ho intenzione di aspettare la morte del Principe per averne uno. E anche se fosse, non ci darà mai un erede.''

Louis ascoltò e guardò, sentendo lo stomaco contrarsi sempre di più. Era terribile ma non riusciva a distogliere lo sguardo. Sembrava che il Signor Walsh non stesse mentendo quando diceva di non essere l'unico a pensare quelle cose. C'era quel ''noi'' che implicava che tutti avessero avuto qualcosa da dire sulla capacità di governare della sua famiglia.

Louis si sedette e ascoltò. Come comandante, sapeva di potersene fregare delle opinioni della sua gente. Come persona, sapeva che molte persone erano omofobe e misogene, e Louis sperava di poter prendere a pugni tutti loro, da solo. Il raduno durò molto ed era agitato perchè non ne sapeva niente. Aveva vissuto nella bolla beata di Harry, evitando continuamente le sue paure. Non si era disturbato di guardarsi attorno.

Ripensando alla giornata, si era reso conto del modo in cui gli inservienti camminavano velocemente per i corridoi e parlavano tra loro a bassa voce. Del modo in cui Harry si era approcciato a lui, in maniera affrettata, l'urgenza con cui lo aveva baciato. Doveva capire che Harry lo stava distraendo.

La parte che più lo feriva era quello che avevano detto su sua madre. Sua mamma aveva lavorato duro era stata la persona più generosa che Louis avesse conosciuto nella sua vita. Quando suo padre morì, sua madre prese le redini e lo fece alla grande. Da bambino aveva passato molte ore con lei, seduto sulle sue gambe, ascoltandola parlare con le persone.

Si ricordò di alcune persone arrabbiate, non conoscendone il motivo ma sua madre non era mai stata arrabbiata. Sua madre capiva sempre, aveva sempre offerto il suo aiuto, aveva sempre trattato il prossimo come se fosse un vecchio amico, si era sempre mostrata disponibile anche per lamentarsi. E questo l'aveva resa amata e rispettata e tutto quello che Louis sperava di diventare da comandante. Sentire così tante persone screditarla e sminuire tutte le sue qualità solo perchè era una donna, lo feriva moltissimo.

Spensa la TV e ripensò alla frase 'comunque non ci darà un erede.'

Era un pensiero che aveva sempre avuto, che aveva persino confessato ai suoi amici molto tempo prima. Ma sapeva che non sarebbe mai successo, perchè sapeva che decidere di avere dei figli, avrebbe implicato che qualcuno lo amasse. Che sarebbe stato in grado di trovare qualcuno e non lo credeva possibile. Non nascondendosi, e non mentre era sul trono.

E poi era arrivato Harry - questo ragazzo bellissimo e meraviglioso e la sorpresa più piacevole della sua vita. Tirò su col naso e sentì le lacrime bagnargli le guance. Ora capiva. Capiva il motivo per cui tutti volevano proteggerlo a tutti i costi.

Sentì una mano delicata posarsi sulla spalla e tirò di nuovo su col naso, asciugandosi gli occhi, cercando di ricacciare indietro le lacrime. Era troppo tardi però perchè Harry si sedette e mise un braccio attorno la sua vita e lo strinse forte.
Louis si rilassò e poggiò la testa sulla spalla di Harry.

''Hai trovato il tuo telefono?'' mormorò Harry, la sua voce era bassa nell'orecchio di Louis.

Louis scosse la testa, e ad Harry sembrava che si stesse strofinando il naso, ''Ho visto la TV.''

Harry mormorò in risposta e con l'altro braccio strinse il fianco di Louis.

''Mi dispiace Lou.''

''Non è colpa tua.''

Restarono in silenzio per un pò. Si sentiva solo il suono del sospiro assonnato di Harry.

''Ne vuoi parlare?''

Louis scosse di nuovo la testa e fece un respiro tremante.

''Vuoi dormire?''

Louis annuì e tirò su con naso. Harry si sdraiò e così fece Louis, appoggiandosi sopra di lui. Prima che Louis si addormentasse, pensò che si era steso su Harry senza che ci fosse nemmeno un materasso sotto di loro.

Quando Louis si svegliò, fu per via di dolci sbuffi e di dita intrecciate nei suoi capelli. Borbottò assonnato e si voltò verso Harry. Desiderava inglobarsi ad Harry totalmente, in modo da non vedere più la luce del giorno.

Riusciva a sentire la risatina di Harry prima che cominciasse a colpirgli scherzosamente la spalla. Continuava a ripetere il nome Louis e all'inizio era tentante ma presto diventò irritante, soprattutto se accompagnava quella cantilena a spintoni continui.

''Che c'è?'' chiese Louis.

''Sei sveglio?''

''Che ne dici, genio?''

Harry si mise a ridere.

''Che ne dici di una piccola avventura?''

Louis voleva ricordare ad Harry dei loro 'arresti domiciliari' ma quando cercò di parlare, si rese conto che fuori era buio, così sbuffò, confuso e assonnato, prima di chiedere ''Che ore sono?''

Harry sorrise, sistemandosi seduto e cercando la mano di Louis. ''Le quattro e mezza.''

Louis alzò un sopracciglio. ''Stai fottutamente scherzando?''

''No,'' rispose Harry con un sorriso maligno.

''Non è l'ora in cui tu ti svegli e fai il tuo stupido yoga prima di tornare a letto?''

Harry annuì allegramente.

''E' anche l'ora in cui mi chiedi di fare dello stupido yoga con te?''

''No,'' disse lui, marcando la risposta, ''Ti sto solo chiedendo di fare un'avventura.''

Louis non era sicuro di dove fossero diretti così presto, ma sapeva che ora che era sveglio, addormentarsi sarebbe stato impossibile. Così alzò le spalle e disse, ''Spero sia interessante.''

Harry spostò le coperte e andò in bagno a lavarsi i denti. Louis tirò i capelli di Harry quando lui non se l'aspettava ed Harry ridacchiava ogni singola volta. Louis stava per spingersi Harry addosso tirandolo per il bordo della maglia ma Harry lo anticipò prendendogli la mano. Si divertì quando colse Louis di sorpresa e Louis si chiese se il suo cuore avrebbe mai smesso di esplodere ogni volta che Harry gli stringeva la mano.

Uscirono dalla camera di Louis mano nella mano ed Harry li condusse davanti all'ingresso del palazzo.

''Lo sai che non possiamo andarcene, vero?''

''Non possiamo vedere la gente. Ma la gente non è in giro a quest'ora. Mancano un paio d'ore almeno.''

Ed ecco quel sorriso affettuoso. Louis sentiva anche il suo crescere ad ogni secondo.

''E se è nascosto qualcuno?''

''Beh, sei fortunato! La tua raffinata guardia del corpo ci accompagnerà!''

''Raffinata, eh? Pensi che sia carino?''

''Io credo che sia incredibilmente affascinante, si. Ha dei capelli bellissimi.''

Louis sorrise, ondeggiando le loro mani intrecciate. ''Perchè allora non lo inviti a quest'avventura?''

''Beh, lui è grandioso, ma detto tra te e me... penso di avere una possibilità con il Principe.''

Louis guardò negli occhi luminosi di Harry e ridacchiò.

''Ah, si?''

Harry sorrise di nuovo e Louis si avvicinò per baciarlo. Non era proprio un bacio, perchè nel momento in cui le sue labbra incontrarono quelle di Harry che stavano sorridendo a loro volta, Louis non riuscì a non fare lo stesso. Quindi alla fine optò per un bacio dolce sulla guancia prima che Harry lo guidasse fuori i cancelli del palazzo.

Le guardie sorrisero quando Harry fece un breve cenno di saluto. ''Non c'è niente da vedere signori. Il Principe sarà al sicuro in mia compagnia.''

Louis alzò gli occhi al cielo e li ringraziò silenziosamente per accontentarli. Sembrava che una di loro gli avesse anche fatto l'occhiolino ma Louis stava seguendo Harry così velocemente che forse se lo era immaginato.

Arrivarono in città ed Harry aveva tenuto Louis per mano per tutto il tempo. Louis la strinse dolcemente e Harry lo guardò per rassicurarlo.

''Stai bene?''

''Certo.'' rispose Louis.

Camminarono in silenzio per le strade vuote. In città c'era poco traffico ed era strano non vedere auto. Non aveva mai visto la città in quel modo, così tranquilla e pacifica, come se fosse addormentata.

Louis durante la settimana aveva pensato a cosa avrebbe fatto una volta uscito dal palazzo. Pensava che avrebbe sbottato con la prima persona incontrata. Ma, al contrario, si sentiva calmo. Un pò spaventato ma anche quella sensazione spariva sotto il tocco della mano di Harry sulla sua schiena.

Si sentiva ferito. Era stato sincero, e nobile e tutto quello che quelle persone gli avevano chiesto di essere... ma lo avevano rifiutato. E non si erano limitate a quello - stavano cercando di allontanarlo.

''A cosa stai pensando?''

''E' solo... è solo che è strano. Essere qui, adesso.''

''Strano bello, vero?''

Louis annuì. ''Si, bello. E' dura però.''

Harry smise di camminare e si voltò verso di lui. ''Possiamo tornare indietro se vuoi. Se è troppo.''

Louis scosse la testa. ''Nah, va bene. E' strano ed è ovvio che sia difficile ma... non lo so.''

Harry non disse nulla, limitandosi ad annuire, tenendo le dita intrecciate a quelle di Louis e continuando a camminare.

''E' come se... mi fa pensare a quando ero più piccolo e litigai con una delle gemelle, non ricordo con quale. Mi ricordo solo che dissi a mia mamma che era una ragazzina viziate e che non volevo più una sorellina.''

Harry ridacchio. ''Mia sorella l'ha detto di me un sacco di volte.''

''Sono felice di non essere l'unico.''

Per un pò restarono in silenzio ma Louis continuò.

''Mia mamma, quando le dissi quella cosa, mi disse che la parte più difficile dell'essere un fratello maggiore è amare le proprie sorelle nonostante tutto. Ero abbastanza grande da capire che non significava che dovessi abbracciarle anche quando mi picchiavano, ma che anche nei momenti in cui non mi piacevano, le volevo ancora bene.''

Harry annuì trascinandoli verso una panchina. Louis posò la testa sulla spalla di Harry che era molto più calda della panchina sotto di lui e Harry fece passare un braccio attorno alle sue spalle.

Harry portò la sua mano sulla coscia di Louis. La accarezzò delicatamente con le dita e gli chiese, ''Le amerai comunque?''

''Devo farlo,'' sussurrò Louis, ''Cresceranno e capiranno.''

L'aria era pesante ma serena, e anche se la panchina era fredda, Harry era caldo e forte vicino a lui. Louis non voleva amare quelle persone, non voleva permettere loro di fargli del male nè voleva dare loro spiegazioni.''

''Potresti parlargli, non perchè gli devi una spiegazione nè perchè devi combattere per il tuo onore...''

''Preferirei combattere per l'onore di mia mamma.''

Harry era d'accordo. ''Potresti farlo così come potresti portare rancore nei loro confronti per essere stati dei coglioni.''

Louis scoppiò a ridere e Harry con lui fino a sentire il loro stesso eco.

''Che c'è? Mia mamma mi ha amato nonostante le mie urla.''

Louis si nascose il viso tra le mani mentre rideva. Ripreso fiato, allungò una mano nei ricci di Harry, li arricciò leggermente e sorrise ed Harry ricambiò. Louis si sentiva un sedicenne che veniva invitato ad un ballo ogni volta che sorrideva e sentiva le farfalle nello stomaco.

''Mi piaci davvero molto,'' disse, perchè poteva farlo e le fossette di Harry non fecero che alimentare ancora di più quelle farfalle. Anzi, adesso, svolazzavano ancora di più.

Harry si avvicinò per baciarlo e dire, ''Anche tu mi piaci molto.''

Il sole stava cominciando a sorgere e Louis lo capì dal bagliore tenue sulla testa di Harry.

Louis cercò di imprimersi l'immagine di quel ragazzo nella sua testa. Poi dovette interrompere quel sogno ad occhi aperti. ''Probabilmente dovremmo andare.''

Harry annuì e prese di nuovo Louis per mano, e anche se Louis non riusciva a vedere il suo viso per la luce del sole, poteva dire che stesse sorridendo.

Sentiva i piedi strascinare sul pavimento e gli occhi pesanti ad ogni passo.

''Harry?''

Lui mormorò in risposta, continuando a guardare avanti.

''Pensi che debba fare una dichiarazione?''

''Penso di no, ma dovresti farlo per te stesso. E per tua mamma.'' rispose Harry.

''Pensò che lo farò.''

''Si?''

''Si. Ma lo farò anche per i ragazzini. Per quelli come me.''

Harry lasciò andare la mano di Louis per posare le sue sulla sua vita.

''Penso che sia incredibile.''

''Grazie,'' disse. Non c'era molto altro da dire, eccetto, ''E per te. Lo farò anche per te.''

Harry non disse niente ma quando Louis distolse lo sguardo, riuscì a vedere il rosa colorare le sue guance, così si alzò sulla punta dei piedi e ne baciò una.

Quando tornarono al palazzo, c'erano alcuni domestici fuori ma Louis afferrò la mano di Harry prima che lui la togliesse dalla sua vita. Era stupido e da incoscienti e poteva creare dei problemi ma per adesso, quei problemi non avrebbero lasciato il palazzo.

''Possiamo tornare a letto?'' chiese Louis mentre aprivano la porta della sua camera da letto.

Harry annuì, ''Speravo lo dicessi.''

Si sdraiarono sopra il piumone di Louis che pensò di mettersi sotto di esso, ma quando Harry lo abbracciò, pensò che quello era decisamente meglio.

Trascorsero il resto della giornata in biblioteca. Louis sapeva che sua madre non gli avrebbe permesso di fare nessuna dichiarazione. Doveva avere delle prove che impedissero alla gente di spodestarlo dal trono. Non poteva semplicemente mandare a quel paese tutti e comunque non voleva farlo, per rispetto alle persone che erano importanti per lui.

Quando vennero chiamati per il pranzo e poi per la cena, Louis saltò entrambi i pasti. Harry continuava a ripetergli che non poteva continuare a trascurare la sua nutrizione ogni volta che qualcosa andava storto. Alla fine raggiunsero un compromesso: avrebbe mangiato se Harry l'avesse portato con lui in biblioteca.

Anche le sue sorelle si unirono a loro, cercando di convincere Harry a leggere alcune delle loro storie preferite. Harry acconsentì a leggere loro un capitolo di Harry Potter e La Camera dei Segreti e stava per leggere il secondo quando notò Louis sfogliare le pagine del suo libro di storia.

Quando Johannah entrò in biblioteca quella sera tardi, Harry era piegato sulla poltrona e Louis stava ancora voltando le pagine, frustrato e irrequieto. Mosse i piedi solo per sgranchirsi le gambe. Prima o poi avrebbe dovuto alzarsi per fare pipì, ma sembrava che il suo corpo lo stesse costringendo a stare seduto per tutto quel tempo.

''Ciao,'' disse le dalla porta.

La testa di Louis si alzò di scatto al rumore improvviso. Non aveva sentito la porta aprirsi.

Johannah entrò e guardò la pila di libri che Harry e Louis avevano scansionato tutto il giorno. Alzò un sopracciglio. ''E' per questo che non sei venuto a cena stasera?''

Louis non sapeva cosa la madre stesse pensando e non sapeva nemmeno che rispondere. Non voleva parlarle fin quando non avrebbe avuto qualcosa di fondato su cui fare affidamento. Annuì prima di tornare al suo libro. Ma quello non bastò a mandare via sua madre che si sedette vicino a lui, guardandolo infuriata, in quel modo in cui fanno le madri.

''Hai bisogno di qualcosa, Mamma?''

''Non ti ho proprio visto. Mi chiedevo cosa stesse combinando mio figlio negli ultimi giorni.''

Louis picchiettava il piede nervosamente e poi alzò lo sguardò. ''Passavo il tempo, cercando di capire come mantenere il mio posto nella famiglia reale.''

La Regina scoppiò a ridere e mise una mano nei capelli di Louis, scompigliandoli leggermente.

''Quindi qualcuno ti ha dato il telefono.''

Louis scosse la testa. ''L'ho scoperto in TV - è stato un incidente.''

''Lo sai che non devi provare niente a loro, vero?'' Johannah sospirò, posando una mano rassicurante sulla spalla del figlio. ''Sinceramente, non c'è nessun modo che permetta loro di forzarti ad abdicare.''

''Beh, secondo le mie ricerche, possono sfidarmi a duello. Combattere fino alla morte. Se Ed Walsh vince, diventerà il Re.''

La Regina scoppiò di nuovo a ridere. ''Come se Ed Walsh avesse le palle di ucciderti con una spada. Quell'uomo non ne sa tenere nemmeno una in mano correttamente.''

Louis sorrise un pò. ''La sua faccia diventerebbe rossa come un pomodoro e si arrabbierebbe così tanto per la sua scarsa tecnica che direbbe che tutto il duello fosse compromesso.''

Risero insieme, sotto la luce della lampada. Louis chiuse il libro davanti a sè.

''Penso che tu abbia ragione. Non c'è molto che posso dirgli per fargli cambiare idea.''

''Ma non significa che non dovresti provarci,'' continuò Johannah.

''Cosa, senza prove? Alzarmi per difendermi e dirgli che sono adatto a diventare Re senza che le leggi o la storia a supportarmi?''

''E' questo quello che cerchi?''

''Si, suppongo,'' minimizzò Louis.

''Tesoro, io voglio che tu faccia una dichiarazione. Ma non hai bisogno di tutto quello. Sai di cosa hai bisogno?''

Louis si morse il labbro e scossa la testa. Johannah sorrise e gli mise un dito sul cuore.

''Di questo, tesoro.''

Louis afferrò il polso della madre e lo strinse forte per un istante, chiudendo gli occhi, e con un profondo respiro, annuì con la testa.

''Quando possiamo farlo?''

''La scelta è tua.''

''Domani?''

''Io scriverò l'annuncio. Tutta la città sarà presente per la tua dichiarazione.''

''Grazie mamma.''

''Non ringraziarmi piccolo. Sono fiera di te.''

''Dovresti mandarlo a letto,'' disse Johannah, indicando nella direzione di Harry. La testa del ragazzo penzolava di lato e stava dormendo con la bocca aperta. Quando Louis lo vide, sentì un calore dentro di sè e sorrise prima ancora di tentare di nasconderlo.

''E' stato qui con te per tutto il giorno?''

''Si,'' rispose Louis, con voce dolce e rauca. ''E' il migliore, davvero.''

Johannah lo guardò fisso e Louis tossicchiò, cercando di recuperare.

''Sinceramente, fa più del dovuto. Dovremmo dargli un aumento.''

''Ho la sensazione che tu già gli abbia dato un tuo aumento.'' fece Johannah ridacchiando.

La faccia di Louis si infuocò all'istante mentre sua madre si alzava e si dirigeva verso la porta.

''Ci vediamo domani mattina, Lou. Ti voglio bene.''

''Si, anche io,'' riuscì a dire, sperando di cancellare l'imbarazzo dal suo viso.
La sentì ridere un'altra volta prima di chiudere la porta.

Il giorno successivo Louis era un fascio di nervi.
Harry posò le sue mani sulle spalle per supportarlo e con le dita accarezzò il suo fondo schiena, cercando di far sciogliere la tensione che il suo corpo aveva accumulato.

Doveva affrontare il popolo. Questo era certo, ma non lo avrebbe fatto da solo.

Poco tempo dopo Louis si ritrovò nel retro di una limousine, con Harry al suo fianco - avrebbe preferito presentarsi con un rottame, per non sentirsi come un truffatore. Odiava la sensazione di essere considerato un ragazzino ricco e viziato. Era solo un Principe, che chiedeva alla sua gente di amarlo. Fanculo.

Harry era rimasto in silenzio da quando era entrati nell'auto, tenendo una mano sul suo ginocchio mentre Louis muoveva la sua gamba nervosamente. Questo fino a quando la mano di Harry si spostò, fino ad arrivare nel posto in cui Louis avrebbe preferito restasse, se non fosse stato per l'autista, a pochi metri di distanza da loro.

''Hey amico,'' gridò Harry. ''Ti dispiace mettere il divisore per un momento?''

''No, certo. Avete bisogno di qualcosa Vostra Altezza?''

La mano di Harry era posata sul suo cavallo, la sua presa non era nemmeno forte, e proprio per quello stava facendo impazzire Louis. Non rispose nemmeno al povero chauffer - non gli disse nemmeno di chiamarlo semplicemente Louis.

Harry sorrise maliziosamente, ''No, non ha bisogno di niente. Solo di un minuto prima che arriviamo. Capisci, i nervi e la tensione.''

''Certo signore,'' disse lui, premendo il bottone.

Harry fece correre la sua mano lungo l'interno della coscia di Louis e con la bocca arrivò al collo di Louis, proprio nel momento in cui il divisore si chiuse. Louis rilasciò il respiro che non si era reso conto di stare trattenendo e si spostò in modo che il suo petto fosse frontale a quello di Harry. Louis portò le mani sulle guance di Harry per guardarlo bene negli occhi. Erano luminosi e persino più lussuriosi di quanto sembrassero e Louis si godette quella visione.

Ma durò poco perchè Harry congiunse le loro labbra e persino il suo respiro venne spezzato ed era proprio l'aria di cui aveva avuto bisogno tutta la giornata.

Era un bacio profondo e sereno e le mani di Harry continuavano a muoversi dalle cosce ai suoi fianchi, stringendoli sempre di più e quando toccò il suo inguine, Louis gemette nella sua bocca.

''Penso di dover respirare,'' disse Louis.

Harry lasciò dei baci infuocati lungo la mascella.

''Ci sono altre persone in quest'auto, Harold.'' fece Louis, sorridendo.

Harry cercò il bottone dei pantaloni di Louis che però lo fermò per il polso. Non è che non era interessato ma non avevano il tempo necessario per il metodo scelto da Harry, che non era disturbato dalla prese di Louis, anzi, mosse i suoi palmi sulla schiena di quest'ultimo e lo avvicinò ancora di più a sè.

Era come se Harry fosse ovunque, e Louis non riusciva a pensare coerentemente. Voleva dire ad Harry che non ne aveva voglia ma sentiva il suo cazzo stringersi sempre di più nei pantaloni, e così leccò affamato la bocca di Harry fino a che non capì che era la cosa giusta da fare. Inoltre, per la prima volta di quella giornata, si sentiva rilassato, quindi probabilmente Harry non si sbagliava.

Lasciò scorrere la mano dal petto di Harry fino ad arrivare agli addominali, stuzzicandoli. Quando trovò la zip di Harry, quest'ultimo rabbrividì, ma imitò il movimento di Louis, fermandolo per il polso.

''Che c'è?'' chiese Louis, ripensando per un momento al suono imbarazzante della sua voce.

Harry non era tanto meglio, ma stava sorridendo, e con la mano libera gli tirò indietro i capelli.

''Stai cercando di distrarmi.''

''Non verrò nei miei pantaloni nel retro di un auto, amore.'' rispose Louis sorridendogli.

Harry scoppiò a ridere, mettendosi una mano davanti alla bocca per attutire il suono e Louis si avvicinò per baciargli una guancia. Ridicolo com'era, Harry gli baciò la bocca e Louis sorrise nel bacio.

''Siamo un pò esibizionisti, non è così?'' continuò Harry.

''Hey, solo perchè io devo apparire come un adulto rispettabile, non significa che debba anche esserlo,'' disse Louis, cercando di nuovo il bottone di Harry.

Harry emise un suono d'affronto, ''Devo restare affianco a tua madre. Non ho intenzione di stare affianco alla Regina con una macchia di sperma sui pantaloni.''

''Ma non ti sei fermato quando la mia macchia di sperma ha sporcato i tuoi pantaloni,'' fece Louis sogghignando, con gli occhi che brillavano e mettendosi a cavalcioni su Harry. Restarono in quella posizione fino a quando la macchina non rallentò.

C'era una folla di persone in ogni strada, tutte che si dirigevano nella stessa direzione e Louis sapeva che era arrivato il momento e anche Harry lo aveva capito, così gli baciò un angolo del viso.

''Hey, va tutto bene,'' sussurrò. ''Ti prometto che andrà tutto bene.''

Louis deglutì e poggiò la testa sulla spalla di Harry.

Si, sapeva che sarebbe andato tutto bene. Quello che non sapeva era quando. Adesso, o tra anni? O magari dopo la sua morte. Non era vero che i Re e le Regine più famosi venivano apprezzati dai libri di storia solo successivamente ai loro conflitti attuali?

L'aria si fece soffocante e pesante e solo mano di Harry riusciva a farlo respirare. E sapeva, che a prescindere da come sarebbe andata, le persone che amava sarebbero rimaste. Sua mamma lo avrebbe abbracciato nel modo in cui solo una mamma sa fare, le sue sorelle gli avrebbero ricordato di essere un fratello maggiore eccezionale, e Harry gli avrebbe preso la mano e baciato la fronte. Loro lo avrebbero amato comunque. Anche se i suoi sudditi non lo avrebbero fatto.

Fu sollevato quando Harry aprì la portiera dell'auto - meno sollevato quando capì che si sarebbero staccati - ma a quello pose rimedio Harry che cercò la sua mano per aiutarlo a scendere dall'auto. Il suo sguardo era pieno di significato e sincero. Louis non poteva essere più grato di così.

Ovviamente, Harry lasciò andare la sua mano una volta uscito dall'auto e si mise un paio di occhiali da sole ridicoli che Louis non aveva mai visto. Scoppiò a ridere perchè erano enormi e circolari e la montatura era bianca e spessa. Era come un insetto che indossa un enorme parrucca.

''Che c'è? Cosa ci trovi di divertente?'' Harry aggrottò la fronte.

''Dove diavolo li hai presi quelli?''

''Li ho da un pò, mi piacciono,'' minimizzò Harry.

''Ricordi quando ritirai la mia affermazione in cui dicevo che eri tutt'altro che intimidatorio?''

Harry annuì, ''Si, perchè sono chiaramente un duro che prende le persone a pugni per te.''

Louis si mise a ridere perchè Harry non aveva capito, ''Ritiro quanto ho detto adesso. Sei tornato ad essere tenero e totalmente avvicinabile. Puoi ringraziare quegli occhiali da sole ridicoli.''

Harry mise il broncio, tirando fuori il suo labbro inferiore. Si avvicinarono alla strada e trovarono poco dopo Johannah.

''Harry, togliti quegli occhiali da sole. Sembri uno sciocco.''

Louis scoppiò a ridere e non riusciva a fermarsi. Si sentiva come Niall quando trovava una cosa oltraggiosamente divertente. Harry si tolse gli occhiali, ma non senza aver incrociato le braccia e aver messo il broncio.

''Mi dispiace caro,'' disse Johannah, scrollando le spalle.

Pochi minuti dopo uno dei presenti disse loro che era arrivata quasi tutta la gente. Louis sentiva le farfalle nello stomaco, fece un respiro profondo e sentì varie mani sulle spalle.

Prese prima quella di sua madre, stringendola forte. Si sentiva come quando a dieci anni cadde dalla bicicletta, per poi essere consolato da lei, che gli accarezzava i capelli, proprio come in quel momento. La strinse un'ultima volta prima di esalare un respiro.

''Siete pronto Vostra Altezza?'' disse qualcuno.

Louis annuì ma l'idea di non abbracciare Harry lo feriva e forse era anche una scusa per non andare lì fuori, per trattenersi ma quando vide Harry sorridergli, decise che niente aveva importanza, così si voltò, prese Harry per la vita e lo abbracciò,

''Lo farò per noi, ok? E per quei ragazzini che hanno bisogno che qualcuno lo dica per primo.''

Harry restò spiazzato ma ricambiò l'abbraccio.

''Puoi baciarmi,'' disse Louis in un sussurro. ''Mia mamma lo sa. Sinceramente non so perchè ho provato a nasconderglielo.''

Harry tirò un pò su col naso senza lasciare la presa. Guardò la madre di Louis per poi concentrarsi di nuovo su di lui. I suoi occhi erano di un verde chiaro che Louis non aveva mai visto e non perse nemmeno un secondo prima di chiudere la distanza tra loro.

Il bacio fu breve e dolce, ma sembrava avergli trasmesso il giusto senso di protezione. Era come essere nel bel mezzo di una tempesta turbolenta, ma in quel momento, si sentiva al sicuro. E quando si staccò, Louis sorrise dolcemente e si allontanò.

Era pronto.

Sua mamma gli augurò buona fortuna e Harry pensò che la segreta sarebbe stata una giusta punizione per quelli che avrebbero creato problemi. E Louis stava sorridendo proprio per quello quando si trovò davanti alla terrazza

C'era un gruppo esteso di persone raggruppato sotto di lui, con solo una minuscola ringhiera che separava Louis da loro.

Louis prese un respiro profondo mentre tutti i mormorii si placavano fino a raggiungere il silenzio. Ok, forse era un silenzio sgradevole. Stava per cominciare il suo discorso quando lo colpì un colpo di tosse. Cercò di riprendersi portandosi un pugno al petto, tentando di stare calmo. Era spaventato dagli occhi che lo stavano osservando, pieni di impazienza e di pregiudizi. Per loro era solo un ragazzo. Non il Re. Non era nemmeno adatto ad essere un Principe.

Ripensò a sua madre e cominciò il discorso.

''Salve.''

Merda Tommo. Tira fuori le palle.

''Ok, va bene. Posso stare qui in piedi, e leggere tutti i programmi che ho in serbo per voi. Posso essere il Principe che volete, quello con le annotazioni perfette e che usa la giusta postura.
Tutti sappiamo che sono qui per questo.

Ma io non sono questo, non ho preparato delle fottute annotazioni,'' Louis si prese una pausa, ''Scusate per il linguaggio.

''Il punto è che meritate di sapere la verità. Se non posso essere il vostro Re, penso che meritiate di sapere chi sono. E quando settimane fa mi sono dichiarato, pensavo di darvi quello che meritavate. Ho agonizzato su quella decisione per mesi - forse persino anni. Vedete, io lo sapevo da molto tempo, e nell'ultimo anni, quando la mia coronazione è diventata imminente, ho ritenuto opportuno farvelo sapere e mi sono pentito di averlo fatto.

''Perchè non lo avevo detto nemmeno a mia madre. Perchè dirlo a voi? Perchè discutere su qualcosa sulla quale non c'è possibilità di scelta? Ma poi ho cominciato a sentirmi sporco e come se dovessi vergognarmene. Tenervelo nascosto mi faceva sentire come se mi stessi isolando da qualcosa che, secondo la mia opinione, non dovrebbe essere qualcosa di cui vergognarsi.
Dovrebbe essere celebrato e liberatorio per tutti i ragazzi come me.''

Louis si prese un momento e osservò la folla che continuava a concentrarsi su di lui, a incoraggiarlo ad andare avanti.

''Quello che volevo era farmi conoscere da voi. E' sempre stato questo il mio obbiettivo da leader. Non mi sono mai sentito al di sopra di voi, ma uno di voi. Ho sempre voluto potermi approcciare a voi, e sapevo, che per farlo, dovevo essere completamente sincero.
Pensavo che farlo mi avrebbe avvicinato a voi.

Parlo al passato per via della reazione che ho ottenuto, e che mi ha fatto capire di essere stato frainteso. Ovviamente intendo ancora essere uno di voi. Voglio ancora essere sincero con voi, potervi parlare. Ma devo ammettere che mi ha distrutto il fatto che la vostra reazione mi abbia costretto a rimanere dietro una porta per tutto questo tempo.''

Sentiva gli occhi bruciare ed era imbarazzante, ma sapeva che ogni persona in quella folla lo aveva sentito tirare su col naso e trattenersi dal piangere.

''Se devo essere completamente onesto, e intendo esserlo... non so come partire da questo presupposto. So che si è parlato di una mia abdicazione, ma permettetevi di chiedervi se siete disposti ad affrontare le conseguenze di questa decisione. Secondo un'antica tradizione dovrei battermi a duello e, ad essere sinceri, disapprovo quelli che credono che debba essere ucciso per il fatto di essere me stesso.''

Louis fece una pausa, e al posto del silenzio impenetrabile, sentì un enorme applauso. Vide la folla applaudire, alcuni di loro con dei cartelloni che voleva leggere, ma prima doveva terminare il suo discorso. E quanto sembrava c'era un gruppo di persone che voleva lo facesse.

''Detto questo, resterò al fianco di ognuno di voi. Apprezzo il duro lavoro che mettete per il nostro bellissimo paese. E mi piacerebbe fare del mio meglio per conoscervi. Spero solo di distruggere le barriere che ci separano per farmi conoscere. Quindi, no, non intendo rimangiarmi quanto ho detto per avere la vostra benedizione. Sono ancora gay. Ma sono anche ancora Louis.

E così resterà da oggi in poi, e spero di trovare un pò di normalità in questa nuova situazione. Niente è cambiato. E così resterà domani e dopodomani. Spero di diventare il Re di questo paese, e spero che voi impariate ad accettarmi per quello che sono.''

Fece un passo indietro per dimostrare che aveva terminato la sua dichiarazione. Sentì degli applausi, urla di incitamento e grida e sicuramente alcune persone stavano cercando di aggredire altre, ma sorprendentemente aveva ottenuto un sorprendente supporto. Lesse alcuni cartelloni che dicevano ''L'amore è amore'' e ''Gay è Okay'' e altri slogan di approvazione.

Un cartellone che lo catturò all'istante diceva semplicemente ''IL TUO RAGAZZO è CARINO''.

Louis sentì le guance diventare rosse. Pensava che lui e Harry fossero meno trasparenti di così, ma forte non solo i suoi amici lo conoscevano bene. Forse era pessimo nel nascondere i suoi sentimenti. Forse non riusciva a non essere sincero. Era imbarazzante, ma anche piacevole sapere di non doversi preoccupare davanti a quelle persone.

Una volta sceso dalla terrazza e tornato dentro, sorrise a sua madre che stava piangendo, andò dritto verso il suo ragazzo dannatamente carino e gli rubò quel bacio che aveva voluto dargli prima di uscire. Fu profondo e lungo e ad Harry ci volle un pò per afferrarlo. Sollevò Louis, facendolo voltare in una giravolte veloce mentre Louis lo baciava.

Louis continuava a ridere mentre Harry lo metteva giù e gli baciava la fronte, dicendogli, ''Sono così fiero di te.''

E forse alcuni mesi prima, persino pochi minuti prima, Louis avrebbe scrollato le spalle. Avrebbe trovato un motivo per dirgli che non avrebbe dovuto esserlo. Ma questa volta, sorrise e passò le braccia attorno alle spalle di Harry e congiunse le mani dietro al collo di Harry.

''Grazie,'' disse. ''Sono anche io orgoglioso di me.''

E questa volta, si sentiva molto più sicuro. Era come se sentisse le radici crescere sotto di loro, attaccate alla terra e pronte a donargli il posto perfetto per crescere.

E per la prima volta da tanto tempo, con Harry dalla sua parte, Louis non vedeva l'ora di vedere cosa sarebbe accaduto domani.

King and Lionheart [Larry Stylinson || Italian Translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora