Capitolo 1

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Ritorno a casa e Sarah, la mia bambina è già a letto.
Stamattina è stata una vera e propria giornataccia. Prendo il telefono e digito il numero di Tommy. Precedentemente lo avevo chiamato per comunicargli sulla scoperta del committente.
Il telefono squilla, ed ecco che risponde.
«Si. Tommy...». «Tommy... Tommy ascoltami, è lui il committente... Non posso perdere questo lavoro». Tommy nota dalla mia voce che sono parecchio agitato e cerca di tranquillizzarmi.
Tommy esita prima di parlare e davanti a me si piazza Sarah, appena sveglia con il suo pigiama preferito e gli occhi che non reggono la luce. Riprendo il telefono e dico a Tommy di riparlarne domani mattina dato che era già tardi e non avevo voglia che la mia piccola ascoltasse questa telefonata.
Mi avvicino al divano dove lei stava dormendo e le faccio segno di farmi un po posto per poterle stare accanto dopo questa terribile mattinata.
«Giornatona faticosa eh?» mi chiede lei con la voce sottile. Gli rispondo:«Che fai ancora sveglia? È tardi.». Si guarda l'orologio:«Oh cavolo è quasi mezzanotte».
«Dovevi rimanere a letto e non passare tutta la serata su qualche stupido social network» Lei ribatte, ma la convinco a tornare a dormire. La vedo muoversi lentamente mentre si alza a prendere una buffa scatolina vicino il divano. Me la porge e mi dice:«Tieni, questo è per te». Le chiedo cosa mai potesse essere ma lei risponde tranquilla e con uno strano scintillio negli occhi «È per il tuo compleanno». La guardo sorpresa e apro la scatolina. Mi fissa dicendo:«Ti lamentavi del tuo vecchio orologio...cosi ho pensato che sarebbe stata un ottima idea averne un altro. Ti piace?».
La prendo in giro: «Tesoro è...». Lei mi interrompe subito dicendomi:«Cosa?». Riprendo a dire: «È stupendo ma credo che sia rotto.» Sarah prende l'orologio e mi guarda divertita. Si accorge che era uno scherzetto e ribatte dicendo:«Oh ah ah.»
Le chiedo dove abbia potuto prendere i soldi per questo fantastico regalo che sicuramente vale parecchi dollari. Risponde tranquillamente con un sorriso sul volto:«Droga.»
Rido per la battuta che ha appena fatto e la incalzo quando le dico :«Oh bene. Allora puoi aiutarmi a pagare il mutuo signorina 'so tutto io». Sbuffa e torniamo a ridacchiare per un altro po. Iniziò ad addormentarsi e la lascio li sperando che non si svegli per le terribili grida che provengono da fuori.
La gente qui è davvero matta se pensa di poter far casino a quest'ora della notte.
Esco per vedere cosa succede, ma mi accorgo che la situazione sta degenerando. C'è gente malmessa che urla, alcuni che fanno a botte, altri che si divorano a vicenda. Ma cosa sta accadendo? Mi rinchiudo dentro casa sperando che nessuno mi abbia visto e mi appoggio alla porta ripercorrendo gli ultimi trenta secondi. Chiudo gli occhi e penso a come fosse possibile questo. Sento dei passi. Instintivamente apro gli occhi e vedo Sarah impaurita che mi sussurra:«Eccoti, mi sono svegliata e non eri vicino me, poi ho sentito delle urla e sono venuta a cercarti».
«Sarah stai bene?». Con voce sicura mi risponde:«sì».
Vado in camera mia e prendo una valigetta dall'armadio. È un posto sicuro e so che Sarah non ci metterebbe le mani, la apro e prendo un arma. Torno in soggiorno e chiedo a Sarah:«È entrato qualcuno?» Mi risponde di no e noto il terrore nei suoi occhi quando carico la pistola. La avviso di stare lontana dalle porte.
Lei impaurita mi chiede :«Papà, mi stai spaventando...che succede?». Io le rispondo:«Sono i Cooper».

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