La notifica scatenante

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[Colonna sonora: This is the life – Amy MacDonald]

Ho sempre pensato che Facebook fosse uno strumento infernale. Per anni ho resistito alle pressanti richieste di amici e conoscenti che mi invitavano ad iscrivermi, chi parlandomene entusiasta, chi guardandomi come un’aliena perché – a quanto pare – non è possibile vivere senza.

A me non importa condividere i miei momenti in rete, non ho tempo per i giochi e – soprattutto – ho sempre pensato che per tenermi in contatto con gli amici basti alzare il telefono e invitarli a bere un caffè.

Tuttavia, ho dovuto cedere: Emma, mia figlia, ha compiuto tredici anni e suo padre le ha regalato uno smartphone di ultima generazione (il classico regalo per compensare le mancanze di genitore); con quello che si legge ogni giorno sui pericoli legati alla navigazione in rete, l’idea che la mia bambina avesse la possibilità di essere perennemente on line senza possibilità di controllo mi ha raggelata.

Perciò, armandomi delle migliori intenzioni, ho chiesto aiuto alla mia amica Giulia e ho creato un profilo sul social network che mi permettesse di monitorare le attività di mia figlia; lo so, lo so. Non si dovrebbe fare. Ma essere madre single di un’adolescente in un mondo come quello di oggi è terribile; e poi, mia madre (e credo tutte le mamme “old school”) leggeva il mio diario: mia figlia non ne ha uno; usa Facebook, appunto.

- Ora ci vuole la foto. Ce n’hai una carina sul tuo pc? Ma figurati.

- Scusa, ma che ci faccio con le foto sul computer? Non posso mica portarlo dagli amici per mostrare gli album delle vacanze.

- Per questo esistono i tablet. Va beh, te la faccio io col cellulare; sorridi. Ferma. No, così sembri una condannata a morte. Sforzati un pochino, no?

Dopo una decina di tentativi, Giulia è finalmente soddisfatta

- Adesso dobbiamo aggiungere gli amici. Ti mando la richiesta dal mio profilo, vedi? Quando ne ricevi una devi andare qui, poi fai così …

Mentre mi spiega trucchi e segreti del terribile social network, Giulia è euforica: è contenta che io abbia deciso di fare questo passo, perché dice che mi aiuterà a uscire dal mio guscio, che il tempo del “lutto causa divorzio” è finito da un pezzo .

- Ecco fatto, ti segnalo un po’ dei miei contatti, così Emma non capisce che lo fai per lei. Vediamo… Ah, guarda: potresti stringere amicizia con Elena e Veronica. Potresti dire a tua figlia che dopo la cena fra ex compagni di classe ti abbiamo convinta.

Elena e Veronica erano inseparabili alle superiori e lo sono ancora adesso, come me e Giulia del resto. Loro erano “quelle belle” e noi “quelle intelligenti”: se qualcuno aveva voglia di divertirsi cercava loro, se invece serviva una ripassata di qualche materia veniva da noi. Non eravamo brutte, solo che loro spiccavano di più.

A distanza di anni, la situazione non è cambiata per nulla. Non eravamo amiche allora e non lo siamo tanto meno adesso, quindi mi chiedo perché dovrei “stringere amicizia” con loro, ma non faccio in tempo a dirlo a Giulia, che lei ha già fatto tutto.

Una serie di bicchieri di vino e click dopo, il mio profilo su Facebook è pronto, Giulia soddisfatta e io stremata. Ci salutiamo che ormai è ora di andare a dormire; sono quasi tentata di chiederle di fermarsi: Emma è da suo padre per il week end e io non sono sicura di voler restare da sola con quella macchina infernale che è il pc, adesso che è “armato” di collegamento al social network. Tuttavia la guardo allontanarsi con tutta la sua allegria e richiudo la porta.

Il notebook è lì, ancora acceso, sul mio divano. Mi verso un altro bicchiere di vino e vado ad acciambellarmi accanto ad esso. Devo convincermi che in questo momento non è mio nemico. Sarà il vino oppure la stanchezza, ma a un certo punto mi viene un’idea malsana: potrei chiedere l’amicizia a Giorgio, il mio ex marito, lui che la sua nuova fidanzata l’ha trovata proprio così, su Facebook, mentre ancora vivevamo insieme. L’idea di leggere la sua felicità sbattuta lì sopra come un’accusa nei miei confronti non mi sorride, eppure una parte di me lo vorrebbe fare, forse nella speranza che questo mi serva a distaccarmi definitivamente da lui e dal male che mi ha fatto.

Mentre accarezzo questo pensiero, sullo schermo mi appare una notifica: Alessandro Vinci, [il mio cervello non manca di aggiungere : ex compagno di scuola, ex storia travagliata] vuole stringere amicizia con te.

L'estate del '99Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora