Caldo.
C'era così caldo quell'autunno che ogni mattina mi chiedevo se il freddo sarebbe mai arrivato.
Ma non me ne potevo lamentare più di quello che già facevo aprendo leggermente la bocca e soffiando aria calda fuori e dentro come se questa potesse scacciare via l'altra aria calda.
Non c'era una soluzione rapida.
Non c'era nulla di buono in tutto quello.
Le foglie del giardino avevano iniziato a cadere in quantità smisurata nonostante quel caldo fosse così fastidioso, non sembrava autunno eppure le fottute foglie volevano cadere.
E cadete, cadete! Sai quanto cazzo me ne fregava.
Anche se avrebbe dovuto importamene visto che avrei spazzato io il giardino.
Mio padre era buono a dirti tutto quello che dovevi e non dovevi fare, eppure se si trattava di sgobbare dovevano per forza essere le donne a sguazzare nella merda.
Lui se ne stava lì, sotto la veranda, a bere acqua fresca, in canottiera e pantaloni, con la sua smisurata pancia gonfia che cadeva morbida e disgustosa in mezzo alle gambe aperte, coprendo quello che tanto non fregava più a nessuno di vedere.
Mia madre invece era con me, straccio in testa a tenere i capelli, schiena curva e sotto il sole a raccogliere le erbacce.
Fosse stato mio marito, gli avrei già dato un calcio in culo.
E tutto questo per dire che la mia vita non era tanto male, era solo una merda.
Non avevo un lavoro, cercavo di trovarne lontani ma quello che mi si chiedeva era di aiutare la famiglia, di cercarmi un marito e forse scoparci e fare dei figli, al lavoro ci avrebbe pensato lui e io avrei solo dovuto accudirlo fino alla vecchiaia.
In pratica dovevo ritrovarmi come mia madre.
Non ci pensavo proprio.Mi rimisi a spazzare le foglie, a guardare il sole ogni tanto e a sbirciare l'acqua di papà.
Avrei tanto voluto sorseggiare qualche goccia di quella strana brocca che la nonna gli aveva comprato, sembrava un boccale di birra e quell'acqua, lì dentro, assumeva una forma davvero invitante.
"Alma!"Ìancora di più la voce, manco lo stesse facendo poco.
Avrei voluto non rispondergli ma era inevitabile."Sì?" mi avvicinai a lui chiedendo cosa volesse, se avesse qualche problema o che altro.
Papà mi fissò con la sua aria dormiente e mi disse di prendere della stoffa dalle mani della nonna.
A ben vedere non si trattava di stoffa qualunque, erano sue camicie, qualche pantalone e fazzoletto i cui bordi si erano staccati.
"Fai un piacere a tua nonna." tuonò lui, tossendo un poco e facendomi sentire il catarro salirgli dalla gola, sperai che non facesse come suo solito ovvero sputandolo accanto a me. Non accadde e mi sentii sollevata, anche se questo voleva dire sentirlo, a breve, nuovamente e con il catarro ancora più grosso di prima.
Rabbrividii.
"Che ci devo fare con queste?" chiesi, visto che lui si era distratto dovendo dire la sua sul lavoro della mamma.
La nonna mi guardò e sorrise.
Il suo sorriso era sempre rilassante, era la sola cosa che avrei voluto continuare a vedere per lungo tempo senza mai stancarmi, era simile a quello di una bambina in cerca di attenzioni e i suoi occhi erano un contorno perfetto, così azzurri e verdi, non se ne vedevano molti in giro di così belli e luminosi. Probabilmente erano lucenti per via delle lacrime represse.
"Dovresti portarli da Mafalda. Stavolta potresti chiederle di fare delle doppie cuciture? L'ultima volta non ne ha fatte abbastanza e i pantaloni neri si sono scuciti quasi subito."
I miei occhi scivolarono sul girovita di papà e mi trattenni nel deriderlo.
Non era colpa della rammendatrice, era quel coso a doversi dare una regolata.Accettai di buon grado di fare quel che chiedeva, non volevo sprecare altro tempo ed evitare di guardare quella triste scena del porco seduto mi avrebbe risollevato la giornata.
Avevo messo la roba in un sacchetto di plastica.
Mafalda viveva a 100 metri da casa nostra, la strada era abbastanza corta da farla a piedi, almeno per me, e in più non avrei potuto farla in alcun altro modo dato che la mia bicicletta era stata bucata e nessuno aveva avuto ancora intenzione di aiutarmi ad aggiustarla. Inoltre nessuno mi voleva dare dei soldi per farlo.
Secondo il mio modesto parere erano stati quegli idioti dei figli dei vicini, un taglio netto lungo il fianco di entrambe le gomme non era qualcosa che si poteva definire incidente.
Era stronzaggine. Tutto qui.
Ma che entrambi quei ragazzi fossero stronzi, non era una novità.
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Scomparsa nella nebbia
Mystère / ThrillerLa vita monotona di campagna sembra qualcosa di meraviglioso per la maggior parte delle persone, tranne che per Alma. Relegata in un mondo dove i genitori non le permettono di fare nulla e dove il tempo sembra essersi fermato, la ragazza cerca uno s...