Il raccolto

13 1 0
                                    

* ATTENZIONE: questo capitolo contiene situazioni spiacevoli e sessualmente esplicite che possono disturbare il lettore. Potete continuare a vostra completa discrezione. *


Sinceramente?
Non sapevo che cos'avrei dovuto fare d'ora in avanti, anche se avevo preso una decisione ferrea su dove avessi voluto andare, il resto era ancora un mistero.

Avevo trovato il coraggio di chiedere un biglietto per il treno per me, avevo avuto qualche problema per Argo e dovetti pagare un piccolo sovrapprezzo per lui, inoltre avevo dovuto comprargli una museruola e un guinzaglio affinché gli altri passeggeri potessero stare a loro agio. Specie i bambini.
Tutte quelle precauzioni erano sembrate sciocche per me visto che alla fine il treno che avevo deciso di prendere era pieno e dovetti starmene in una delle zone vicino alla porte, su uno scomodo sedile che si estraeva dalla parete, era piccolo persino per me.
Argo se ne rimase buono vicino alle mie gambe e ogni tanto sentivamo il freddo gelido entrare dalle porte e sparire appena queste si richiudevano.
Avevo chiesto un biglietto per il capolinea.
Se mi fossi stancata molto prima di quella situazione, sarei scesa prima e avrei cercato qualche altro mezzo di trasporto o mi sarei fermata da qualche parte.
Posti dove andare non ne avevo e gli hotel erano la prima cosa che mi era venuta in mente.
Finora non mi era venuta fame, cercavo di limitare la voglia di cibo al minimo.
Avrei voluto mangiare qualcosa di caldo in una casa calda e accogliente, lontano da tutti, trovarmi magari un lavoro che mi potesse dare abbastanza soldi da espatriare e forse fare altri viaggi sempre più distanti da casa mia.
Pensavo questo, ignorando la mia ignoranza.
Estero? Non sapevo nemmeno una lingua e a volte parlavo troppo spesso in dialetto.
Lavoro? Ero giovane e non avevo finito la scuola, non avevo documenti che comprovavano nulla di quello che potevo fare o che sarei stata in grado di fare.
Casa? Era già tanto se avessi trovato un posto dove non passare la notte al gelo.
Argo mi guardò sconsolato, probabilmente non gli piaceva avere quella cosa davanti alla faccia.
"Non ci posso fare nulla." dissi: "Devi tenerla." conclusi.
Se avesse morso qualcuno, mi avrebbero denunciata.
E con la denuncia sarebbe arrivata la verità su quello che avevo fatto.
No, tieni la museruola.

Dopo un po' il treno si fermò a una stazione carina, era immensa, con luci splendide e un sacco di persone. Vidi che ne salirono un bel po' dalla mia porta, troppe per i miei gusti.
Decisi di scendere e portare Argo con me.
Sembrò felice di vedere che finalmente avrebbe potuto togliersi quella cosa dal muso ma gli feci cenno che almeno in stazione avrebbe dovuto tenerla.
In quel posto tutte le persone erano molto diverse da quelle che avevo visto finora, c'era della gente con occhi dai colori chiarissimi, gente dalla pelle scurissima e anche bambini che brillavano da quanto erano ben vestiti.
Guardai un attimo i miei stracci e sorrisi.
Non ero proprio il meglio del meglio ma almeno ero fuori dal mio paese.
Feci qualche altro passo vedendo come, sia a destra che a sinistra, ci fossero così tanti negozi da potersi perdere solo a girarci attorno.
Rimasi quasi a bocca aperta nel vederne le vetrine... e i prezzi.
Nel mio portafoglio pensavo di avere tanti soldi ma quei prezzi superavano di gran lunga l'insieme delle banconote al suo interno.
Mi sentii abbastanza male nel constatare che non avrei passato una bella notte in albergo, era un pensiero impossibile.
Guardai Argo e lui scodinzolò verso di me, gli sorrisi e cercai di uscire da quella stazione per dirigermi verso un posto più tranquillo e sicuro.
Uscendo da quel posto, ciò che mi si presentò davanti fu una grande città fatta di case enormi, palazzi, questa era la parola giusta. Palazzi alti più di due piani, strade a più di due corsie e tanta, tantissima gente.
Ebbi la sensazione di essere sbiancata, forse perché era la prima volta che vedevo un luogo così grande e così tante persone, mi sentii piccola per un breve lasso di tempo, poi decisi di ispirare, l'aria fredda entrò dentro i miei polmoni e mi sentii viva per la prima volta.
Il primo passo fu verso la strada, mi fermai davanti a delle strisce pedonali, tenni saldo Argo e guardai le auto sfrecciare da entrambi i lati.
Aspettai.
L'omino verde non sembrava voler apparire in nessun modo.
Ma aspettai.
Poi accanto a me si fermò un uomo e allungò la mano verso il palo del semaforo, premette qualcosa e attese assieme a me.
Dopo qualche minuto, il semaforo divenne verde e potemmo attraversare la strada senza problemi.
Mi arrabbiai un po' col semaforo ma compresi che forse avrei dovuto ricordare di fare lo stesso gesto la prossima volta. Buono a sapersi.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 29, 2022 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Scomparsa nella nebbiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora