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III :  " l a b b r a "

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III :  " l a b b r a " .

I mesi passarono e ogni giorno Ailee andava a visitare la casa abbandonata, ogni giorno saliva al piano di sopra e si posizionava davanti allo specchio, con la speranza che Jeongin si sarebbe mostrato nuovamente a lei.

Lo fece, lo fece tante di quelle volte che per entrambi era diventata una cosa naturale parlare davanti ad uno specchio ; ma purtroppo era l'unico modo che avevano per comunicare.

Jeongin aveva raccontato a Ailee la sua storia, era morto da così tanto tempo che i suoi genitori avevano deciso di arrendersi nelle ricerche e trasferirsi in un'altra città per scordarsi di lui e incominciare una nuova vita.

Quel giorno era fuggito impulsivamente dopo una litigata con i suoi, una di quelle gravi mai successe fino a quel momento e che non sarebbero accadute più dal momento che lui era morto pochi giorni o mesi dopo, non si ricordava neanche più quanto tempo fosse passato tra un avvenimento e l'altro.

Era morto di ipotermia, come aveva anche solo lontanamente pensato di sopravvivere in una grotta di notte quando la temperatura si abbassava talmente tanto che un piumone non sarebbe mai bastato a tenergli caldo?

Il suo corpo era ancora là, il suo corpo da sedicenne, gli venivano i brividi soltanto a pensarci.

Jeongin poteva intravedere il terrore negli occhi di Ailee, non voleva spaventarla anzi era l'ultima cosa che avrebbe mai voluto fare, era la prima persona con cui parlava dopo tanti anni di solitudine in quella casa, non aveva mai provato ad uscire da lì per paura di cosa avrebbe incontrato aldilà di essa, delle persone che non l'avrebbero visto e di quelle che invece avrebbero potuto farlo.

Aveva sempre così freddo, l'aria gelida che aveva sentito nelle ossa nei suoi ultimi istanti di vita non se n'era mai andata, era sempre lì con lui e non l'avrebbe mai abbandonato : poteva ancora ricordare come si era sentito pochi secondi prima di morire, quella sensazione di gelo nelle ossa la poteva ancora sentire e a volte incominciava anche a tremare. Si era sentito così solo in quel momento e aveva sempre pensato che lo sarebbe stato per l'eternità, questo era quello che pensava prima di conoscere Ailee.

Quella ragazza aveva intrapreso un lungo cammino verso il suo cuore gelido, ce lo aveva ancora un cuore?

Quel giorno però aveva altri piani, non voleva stare seduto a parlare, era stanco di quella vita, voleva essere liberato dalla sua prigionia che da troppo tempo lo tormentava e così, chiese aiuto ad Ailee.

A i u t a m i .

Scrisse sullo specchio quelle parole come era abituato da un paio di mesi ormai, aveva imparato a riconoscere ogni espressione che si dipingeva ogni volta sul viso della ragazza, aveva imparato ad adorare il suo sorriso e la luce nei suoi occhi quando scopriva cose nuove su di lui, quella luce che lui non aveva più da tanto tempo perché si era ormai spenta. Che enorme sbaglio aveva commesso scappando di casa, aveva gettato la sua vita al vento e forse anche quella dei suoi genitori.

D e v i   a i u t a r m i .

Ailee osservava lo specchio con una certa confusione chiedendosi cosa intendesse esattamente con quelle richieste, come doveva aiutarlo? Cosa poteva fare lei?

« Come posso aiutarti? » fu l'unica sillaba che uscì dalla sua bocca.

L i b e r a m i .

Ailee era ancora più confusa, come poteva liberarlo? Era in catene? Lei non poteva vederlo ne toccarlo, eppure una volta l'aveva visto, non le era sembrato incatenato o robe del genere.

« Come faccio? Se mi dicessi come fare lo farei volentieri. » chiese di nuovo, « come posso liberarti Jeongin? »

C o r p o .

Corpo? Doveva trovare il suo corpo ?

« Come farò a sapere dove si trova? » chiese la ragazza.

Per la prima volta nella sua vita si sentiva utile, davvero utile. Per la prima volta nella sua vita Jeongin l'aveva fatta sentire importante per qualcuno e questo non l'avrebbe mai dimenticato.

I o   l o   s o .

Abbassò lo sguardo perdendosi nei suoi pensieri; sarebbe partita, avrebbe aiutato Jeongin sarebbe stato libero finalmente dopo tanti anni. E poi? Dopo chi le avrebbe fatto compagnia nelle giornate di solitudine? A chi sarebbe importato sentirla lamentare della sua noiosa vita e delle lamentele su sua madre? Nessun essere umano ne sarebbe stato capace tranne il fantasma, Jeongin.

Ma giustamente, dopo tanti anni di prigionia il ragazzo meritava di essere reso libero, meritava di essere felice almeno lassù.

Così Ailee decise che avrebbe fatto tutto il possibile per il suo amico fantasma, quel giorno tornò a casa e si rinchiuse dentro alla sua camera per ore cercando informazioni suoi fantasmi tormentati su internet.

Cercò a lungo e l'unica informazione che riuscì ad ottenere fu : "Lo spirito deve trovare la pace, deve mettere fine ai suoi compiti affinché non abbia più nessun motivo per rimanere sulla Terra."

Doveva trovare il suo corpo e forse, anche i suoi genitori.

Cercò su internet anche sul caso di Jeongin, non c'era scritto niente di nuovo rispetto a quello che le aveva raccontato il ragazzo trasparente. Internet non fu molto utile quella volta.

Quella notte mise tutto l'occorrente in una borsa, prese tutto il necessario per entrare nel bosco, visto che Jeongin le aveva raccontato un po' del posto verso cui si sarebbe incamminata e che avrebbe attraversato. E come le aveva ripetuto un centinaio di volte si trascinò dietro anche tante, tante coperte.

Durante tutta la notte non chiuse occhio e pensò a Jeongin come ormai faceva da tanto tempo, non riusciva a togliersi dalla mente quella volta in cui lo vide per la prima volta attraverso lo specchio, a parte il fatto che tutti quegli avvenimenti non le sembravano neanche veri, ma soprattutto non riusciva a dimenticare il modo in cui l'avevano guardata i suoi occhi scuri.

« Jeongin. » lo chiamò per l'ultima volta poco prima che si addormentasse e sognare di un mondo fantastico in cui lei e il ragazzo potevano vedersi e toccarsi.

Nel frattempo Jeongin era uscito da casa sua e aveva provato ad entrare in quella di Ailee riuscendoci con successo, infondo non c'era nessuna catena che lo obbligava a restarci per sempre.

Non sarebbe andato molto lontano senza Ailee, con lei si sentiva invincibile, come non si era mai sentito in tutta la sua vita precedente, morire era l'ultima cosa che avrebbe voluto fare.

Osservava le labbra di Ailee da un paio d'ore, bramandole e desiderando che toccassero le sue. Innumerevoli volte aveva desiderato di poterla toccare, accarezzarle una guancia o semplicemente sorriderle e che lei lo potesse vedere.

Si sedette sul suo letto dove dormiva pacificamente la ragazza da ormai un paio d'ore, il suo petto si alzava e abbassava, riusciva anche a sentire il battito calmo del suo cuore che l'accompagnava nel silenzio della notte; si inclinò su di lei e le sue labbra arrivarono a pochi centimetri lontane da quelle della ragazza.

Le toccò, le mosse ma nient'altro, perché lei non aveva sentito niente se non un leggero freddo attorno alle sue labbra e non l'avrebbe mai fatto.

Così si sedette sulla sedia accanto al suo letto e la vigilò durante tutta la notte, i suoi occhi non lasciarono mai la sua figura neanche per un secondo e ad Ailee sembrò di essere osservata quando si svegliò.

Si toccò le labbra sentendole fredde ma allo stesso tempo con del calore attorno ad esse...non sapeva di cosa si trattasse ma le piaceva.

« Buongiorno Jeongin. » sussurrò la ragazza con la voce ancora roca impastata dal sonno.

𝐠𝐡𝐨𝐬𝐭𝐢𝐧𝐠 [✓]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora