Ci guardiamo. Per un secondo restiamo in silenzio.
Poi scoppiamo a ridere e provo ad alzarmi ma quando lo guardo vedo che ha una faccia stravolta e non posso fare a meno di ridere.
Perdo l'equilibrio e cado di nuovo su di lui.
Ho le mani appoggiate di fianco alla sua testa.
Ci guardiamo negli occhi e mi accorgo che ha delle sfumature del colore del ghiaccio negli occhi e mi ci perdo.
"Ehm ..."
Mi risveglio dal mio sogno e mi rendo conto che sono sdraiata su un ragazzo che conosco da due ore e che meno di tre ore fa ho visto il mio fidanzato tradirmi.
Rotolo via e mi stendo vicino a lui.
Guardiamo il cielo.
Giro la testa verso di lui ma non c'è più.
Alzo lo sguardo: lo vedo scuotersi i capelli, e passarsi la mano tra le ciocche bagnate.
Girando lo sguardo vedo che da dietro il muro spunta una signora avanti con gli anni dal viso simpatico con una tazza fumante in mano.
Ci guarda.
"Vado a preparare un'altra cioccolata calda".
Nathan si gira e diventa ancora più rosso di prima. Io scoppio a ridere come una stupida e lui sorride con lo sguardo basso.
"Si, è mia madre. Non farci caso, vivo in quel monolocale lì" dice indicando una casa di legno col tetto spiovente, e già con le luci di Natale accese.
"Comunque non mi avrebbe dato fastidio, sei stato molto gentile con me"
Io sono ancora sdraiata e Nathan mi aiuta ad alzarmi; la neve qui è bassa perché hanno spalato il vialetto, ma sull'altro lato è altissima.
Sento la porta sbattere e due "gnometti" con in testa un cappello con un pompon talmente grande che penzola di lato, mi circondano urlando.
"Noah, Evie, lasciatela e andate dentro."
I due piccoli corrono dentro.
"Vieni, ti serve una doccia calda."
Fa un cenno con la testa verso la casetta e ci avviamo.
Arrivo sulla porta e quando Nathan la apre un'ondata di calore e del suo profumo, ormai familiare, mi avvolge.
Entro attratta dalla luce accogliente del fuoco acceso nel camino.
"Fa come se fossi a casa tua." Dice con un sorriso meraviglioso. Mi sono accorta solo ora che ha due fantastiche, bellissime, dolcissime fossette. "Comincia ad andare in bagno io vado a prenderti qualcosa di asciutto."
Mi tolgo la sua giacca.
Apro una porta e mi ritrovo in un bagnetto. In fondo c'è un'altra porta e dentro una doccia.
Mi spoglio e appoggio i vestiti bagnati sul termosifone.
Entro in doccia.
Finita la doccia esco e, al posto dei vestiti, trovo degli asciugamani caldi.
Questo vuol dire che Nathan era entrato in bagno mentre facevo la doccia.
Questo vuol dire che aveva sentito mentre cantavo le canzoni di Natale.
Questo vuol dire che sono ufficialmente imbarazzata.
Mi avvolgo l'asciugamano caldo attorno al corpo ed esco per cercare qualcosa da mettere.
Esco dal bagno e mi ritrovo davanti a Nathan. Vi ricordo che sono ufficialmente imbarazzata, quindi abbasso lo sguardo e arrossisco.
Alzo lo sguardo e vedo che mi sta guardando sorridendo e arrossendo.
"Ehm ..." si passa la mano nei capelli ancora bagnati.
"Comunque canti bene."
"Grazie. Sono ufficialmente ancora più imbarazzata."
Seriamente!? Seriamente Shailene?! L'hai veramente detto ad alta voce?!
Mi copro il viso con la mano e lui scoppia a ridere inclinando la testa all'indietro.
Mi accorgo che è ha ancora addosso i vestiti bagnati.
"Oh, mamma! Starai congelando! Vai a farti la doccia. Non ti preoccupare per me."
"Ma i vestiti?" dice continuando a ridere.
"Se non è un problema posso prenderli io..."
Lui annuisce e fa un cenno verso la porta a fianco.
Apro la porta, ma mi ricordo che devo ringraziarlo per gli asciugamani.
Mi giro verso di lui e ... si sta togliendo la maglietta bagnata. Vedo che ha degli addominali fantastici. Wow.
Per fortuna non ha visto la faccia che ho fatto, perché le figure di ... avete capito, per oggi bastano.
Mi sono girata talmente velocemente che i miei piedi bagnati sono slittati sul parquet e mi sono dovuta aggrappare alla maniglia per non cadere a gambe all'aria.
Alla fine entro in camera e il suo profumo mi avvolge più di quanto avesse fatto quando sono entrata in casa.
Davanti a me c'è un letto e di fianco un armadio. Mi avvicino e apro un cassetto: c'è una pila di felpe e prendo la prima che trovo.
È una felpa di Oxford grigia, senza cerniera di una taglia enorme per il mio esile corpo.
Me la metto e poi prendo da un altro cassetto un paio di pantaloni di tuta neri.
Mi sento benissimo e comincio a curiosare nella sua stanza. Noto che sul comodino ci sono delle foto.
Mi avvicino; le ha sistemate in ordine, dalla sua nascita fino ad ora.
Ci sono moltissime foto di famiglia in cui appare sempre una ragazza. Chissà chi è?
"Vedo che hai trovato cosa metterti."
"Si" mi giro e lo vedo sulla porta con un asciugamano in vita e un altro al collo e con una mano si scuote i capelli.
Arrossisco e cerco di rimanere seria.
"Ti lascio solo... hai un phon?" so già che la risposta è no ma sono troppo imbarazzata e non so cosa chiedergli.
Infatti risponde di no ed esco dalla stanza ma essendoci lui sulla porta gli passo di fianco e ci sfioriamo.
Mi mette una mano sulla spalla e io mi giro di scatto.
"Ho trovato il tuo telefono nei pantaloni. I tuoi genitori ti hanno chiamata... li ho rassicurati e gli ho spiegato che cosa è successo. Tua madre non sembrava molto contenta. Mi hanno detto che sono bloccati per una bufera di neve, Shailene..."
Oh no... perché?!
"Perché non mi hai detto il tuo nome completo?"
"Beh ... non ne vado molto fiera."
"Ah no? Perché? È bello, è diverso dagli altri, e anche tu sei diversa dalle altre." .
Dice questa frase con un tono molto dolce e abbassando lo sguardo, arrossendo.
Io sorrido e mi giro, lui si gira e chiude la porta.
Note: scusateci se non scriviamo da tanto, ora che rinizia anche la scuola :( ricominceremo a scrivere.
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Un istante inaspettato
General FictionA sedici anni, Shailene non si sarebbe mai aspettata che una serata in discoteca e un viaggio in autobus durato troppo a lungo le avrebbero fatto vivere un'avventura indimenticabile. Metri di neve, laghi ghiacciati, cioccolate calde e nuove amicizie...