Mangiamo qualcosa

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27 maggio 2014, Milano

Fedez

Chiudo la porta di casa, le chiavi quasi mi scivolano dalle dita per quanto ho le mani sudate. Lancio un'imprecazione perché non voglio, proprio non voglio essere in ansia per una cazzo di cena. Avrò tempo per l'adrenalina a mille, ma non stasera che devo solo conoscere gli altri giudici. Poi ci penso e realizzo che forse è proprio questo il problema, i tre giudici che per me sono come delle grandi incognite. Me li immagino esattamente come alte figure nere con un punto interrogarivo rosso al posto della faccia. In realtà mi sono un po' documentato su ciascuno di loro, ma ho letto le cose principali e basta, poi mi sono annoiato. Giusto quelle informazioni che non mi facciano fare troppe figure di merda. Entro in auto e prendo un bel respiro. Ho bisogno d'aria se voglio sopravvivere stasera.

Il locale è poco frequentato ma un sacco chic, Victoria mi ha detto che lo hanno scelto quei due elegantoni di Mika e Morgan. Parcheggio la macchina e mi rendo conto di quanto quel locale sia di lusso solo quando un tizio in completo nero mi si avvicina. Lo guardo un po' spaesato, in relatà l'ansia di incontrare i tre mi rende completamente sfasato.

- Le chiavi della sua auto, signore - mi fa il baffone e io vorrei morire dalla vergogna, sembro uno nato oggi.

- Ah sì - rispondo e gli lascio le chiavi, poi mi allontano dalla mia prima figura di merda il più possibile.

Dalla facciata il locale sembra un palazzone neoclassico, con tutte queste decorazioni dorate e stucchi vari. Spio un po' all'interno e mi sento già a disagio: nessuno mi aveva detto di vestirmi elegante e perciò indosso una canotta nera e dei pantaloni stretti dello stesso colore. Dentro invece sono tutti impellicciati ed eleganti, così composti da sembrare quasi statue di marmo. Ci starebbero bene sulla facciata. Mando a fanculo le preoccupazioni ed entro. Cazzo, sono Fedez, posso anche vestirmi come voglio. Attiro gli sguardi di tutti ma me ne fotto, qui sono io quello che vende dischi. Mi avvicino alla reception e non ho bisogno di dire nulla alla signorina perché subito mi riconosce e sorride.

- La signorina Cabello la sta aspettando al tavolo tredici.

Annuisco e penso che il numero tredici non è un bell'inizio per niente. Seguo un uomo in completo che mi porta fin troppo a spasso per il locale prima di arrivare al tavolo. E nel frattempo la mia voglia di scappare cresce, so già che le ore saranno lentissime.

- Prego.

Ringrazio con un cenno e vedo Victoria seduta al tavolo, intenta a fissare il calice di champagne vuoto. Ha un bellissimo vestito rosso brillante e sono sicuro che se potessi vederlo per intero ne resterei ancora più ammaliato.

- Ciao - saluto.

Victoria si alza, mi guarda e sorride, sembra sicuramente meno ansiosa di me.

- Ciao Fedez! - Dice, poi passa subito a salutarmi con due baci sulle guance.

Lei riprende posto e io per un attimo mi sento stordito. Il mio cervello parte per ragionare alla velocità della luce e fa due calcoli rapidi. Sembra brutto se mi siedo accanto a lei, siamo solo noi ed è meglio guardarci negli occhi. Se però mi siedo di fronte poi mi tocca uno dei due uomini; io non sono omofobo, ci mancherebbe, ma mi sentirei un po' a disagio vicino a Mika, ecco. Quindi prendo posto di fronte a Victoria e spero che Morgan arrivi prima e si sieda vicino a me. Dio, mi sembro un coglione quando faccio questi ragionamenti.

- Allora, come va? Ansia? - Sorride.

- Io un po' - dico sinceramente grattandomi la nuca. - E tu?

Lei alza le sopracciglia e sospira appena.

- Beh, io lavoro in tv e un po' ci sono abituata, mentre per te è la prima volta diciamo. Però un po' d'ansia c'è, è una cosa che non ho mai fatto... Sono preoccupata di non fare le scelte giuste o che possa essere difficile lavorare con ragazzi troppo giovani... Oh, c'è Morgan!

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