Sono le 8. La festa comincia alle 11 e non ho ancora incominciato a prepararmi.
Sono a una tavola calda con Kevin, ho ordinato un hamburger e ora lo sto famelicamente addentando, facendo fuoriuscire il ketchup da tutte le parti.
Kevin ha preso lo stesso, ma ha finito circa 10 minuti fa.
Lo so, sono lenta, ma è un "difetto" che ho dalla nascita, tanto che, quando ero neonata, mia madre si addormentava dandomi il latte dal biberon.
"Sei pronta per stasera?" mi domanda.
"Mhm" mugugno in risposta.
"Dai Lily non fare la guastafeste. Ci sarà da divertirsi."
"Si lo so, è che non voglio finisca come l'ultima volta. Da allora non ho più frequentato feste."
"Se ti decidessi a dirmi cosa è successo, magari, potrei aiutarti."
Faccio spallucce.
"Non ho voglia di rivangare il passato. E poi anche tu mi nascondi delle cose."
"Ad esempio?"
"Ad esempio la tua "storia", che non so nemmeno se sia stata tale, con Nadia. Non mi hai mai detto nulla, nemmeno perché da un giorno all'altro sia finita. È mai iniziata?"
"Non ho voglia di parlarne."
"Vedi? Nemmeno io" rispondo, piccata.
"Senti, quella ragazza mi piaceva parecchio e si, tra noi c'è stato qualcosa, ma è finito in fretta."
"Ci hai fatto sesso?"
"Dio Lily, è questo che ti interessava davvero sapere?"
"No, scusa. Ero semplicemente curiosa."
"Si, lo abbiamo fatto."
La sua ammissione mi sconvolge, ho sempre pensato che fosse vergine. La notizia mi dà insolitamente fastidio.
"Bene" rispondo.
"Ora mi dici che è successo a quella festa?"
"Non posso. Non riesco. Prometto che te lo dirò un giorno, ma non oggi." dico, cercando di non apparire troppo seccata dalla recente rivelazione.
"Eh va bene."
"Dai non avercela con me, è una cosa molto seria e ancora oggi mi tormenta."
"Okok, non ti chiederò altro. Qualunque cosa sia successa, però, è passato. Sei giovane, devi pensare a divertirti."
"Lo so." ammetto. "Ma non è così facile."
Finisco finalmente il mio hamburger e ci dirigiamo all'università, dove ci separiamo per poterci preparare.
Entro nella stanza e vengo sommersa dal caos.
Ci sono centinaia di vestiti sparsi ovunque e, solo dopo un'attenta analisi, scorgo Emma in quel mucchio, mentre lancia vestiti a destra e a manca.
"Emma?!" la chiamo, sconvolta per il casino.
"Lily sono disperata, non ho nulla da mettermi per stasera."
Alzo gli occhi al cielo.
"Questo caos rappresenterebbe il nulla?"
Scorgo un vestito color pesca sotto al mucchio e lo tiro, facendo cascare l'intera pila di vestiti.
"Questo è carinissimo. E con il biondo dei tuoi capelli risalterebbe un sacco."
Lo guarda, quasi convinta.
"Non lo avevo visto bene. Tu credi?"
"Si. Ora, io vado a fare una doccia e ci metterò un po' perché devo lavare anche i capelli. Tu metti a posto questo casino e, se quando torno non avrai finito, ti darò una mano. Va bene?"
Annuisce e comincia a rimettere i vestiti nell'armadio, scrutandoli attentamente prima di riporli.
Entro in doccia e il getto di acqua calda mi rilassa subito. L'aroma intenso di vaniglia del mio bagnoschiuma si diffonde nell'aria, dandomi un senso di benessere.
Insapono i capelli con lo shampoo all'arancia e l'acqua si tinge di rosso.
È passato un mese ormai da quando ho fatto la tinta, e ancora non ha smesso di scaricare il colore.
Applico il balsamo e pettino dolcemente, districando tutti i nodi.
20 minuti dopo sono fuori, con un asciugamano a fasciare il seno e uno avvolto a mo' di turbante.
La stanza è stata ripulita nel frattempo ed è come nuova.
Il trionfante vestito nero è appoggiato sul letto.
"E quello color pesca?" le chiedo, alzando un sopracciglio.
"Era estremamente carino, ma io cercavo qualcosa di sexy. Questo lo è."
Annuisco, dopotutto non voglio che rimetta a soqquadro la stanza e mi dirigo verso il mio armadio.
Lo apro e inizio a scorrere i vestiti, senza trovare nulla che mi soddisfi.
In questo momento capisco che cosa l'abbia spinta a lanciarli fuori dall'armadio.
Le chiedo consiglio, sconsolata, e lei mi indica un estivo vestito azzurro chiaro e aperto sulla schiena.
Lo provo, dopo aver indossato l'intimo e devo darle ragione, mi sta abbastanza bene.
Mentre mi trucco davanti allo specchio nella stanza, lei entra in doccia.
Sciolgo i capelli dal turbante, lasciandoli ricadere sulla schiena.
Sono ancora umidi, ma decido di lasciarli asciugare all'aria, come sempre. Odio il phon.
Li pettino soltanto e applico un po' di olio di cocco sulle punte, dopodiché li lascio a se stessi.
Sono praticamente pronta. Ho messo soltanto un leggero ombretto sui toni del bronzo per risaltare le sfumature verdi dei miei occhi castani, mascara, e un rossetto rosso tenue che si intona ai capelli ma non è per niente volgare.
Abbastanza soddisfatta, mi spruzzo del profumo, scelgo "la vie est bell" e mi siedo sul letto, in attesa di Emma.
Dopo circa 10 minuti, durante i quali spulcio le vecchie foto del mio telefono, esce trionfante dal bagno.
Il vestito nero le sta da Dio, aderente nei punti giusti e le dona un'aria sexy ma sofisticata.
I capelli biondi sono lasciati sciolti e il trucco è leggero. Riga di eye-liner, mascara, e rossetto color pesca.
"Noi siamo pronte. Tu?"
"Venite da me" mi risponde, così ci avviamo al suo dormitorio.
Entriamo nella stanza e troviamo i due cavalieri ad attenderci.
Kevin indossa una camicia a maniche lunghe e dei jeans. Nonostante la sua semplicità, Emma non gli stacca gli occhi di dosso e, guardandolo bene, non le do torto. Da quando mi ha parlato dei suoi occhi ho avuto modo di osservarli meglio e si, sono davvero belli. Due veri e propri diamanti.
Tyler ha un look più californiano, indossa una camicia a maniche corte aperta, sotto alla quale ha messo una canotta. Sotto indossa dei jeans al ginocchio.
I suoi occhi, contrariamente a quelli di Kevin, sono due pozzi di cioccolato fondente, scuri e misteriosi.
Kevin ha l'aria tipica da bravo ragazzo, leale e affidabile, mentre lui assomiglia più a un sexy diavolo moro, pronto a trascinarti con lui negli inferi dei lussuriosi.
Ma che cazzo sto dicendo?
Sorrido dei miei pensieri, e torno a concentrarmi su di loro.
Tyler è sfuggente, non ci guarda nemmeno, mentre Kevin ci accoglie con un sorriso e, quando mi avvicino a lui per prenderlo sotto braccio, mi sussurra "sei davvero bella stasera".
Il suo complimento mi fa sussultare, non c'è mai stato questo tipo di rapporto tra di noi, così rispondo "anche tu non sei male biondino. Farai perdere la testa alla povera Emma."
Dopo queste battute sussurrate e che abbiamo ovviamente tenuto per noi, ci dirigiamo tutti alla festa, che si tiene in una confraternita del campus: La Kappa Kappa Tau.
Appena arrivati suoniamo al campanello e compare un ragazzo alla porta.
È biondo e ha il viso paonazzo. Biascica un "e voi chi siete?" prima di andarsene così com'è venuto, senza aspettare risposta.
Entriamo e la festa è già un delirio.
Gente che beve birra da bicchieri rossi di carta, coppiette abbarbicate come edera e appoggiate a ogni superficie dura presente nelle stanze, gare di beer pong su tavoli improvvisati.
Attraversiamo questa coltre di persone e prendiamo da bere.
La birra non mi è mai piaciuta e voglio andarci piano, però un bicchiere non mi ucciderà di certo.
Emma invece è del tutto intenzionata a sciogliere le inibizioni, così ne prende due e si avvia verso il centro della stanza, dove alcuni ragazzi stanno ballando al ritmo di una canzone che non conosco.
Kevin le va dietro, con un bicchiere in mano, mentre io rimango in disparte a osservarli, consumando lentamente la mia bevanda.
Mi volto, aspettandomi di trovare Tyler accanto a me, e invece è già sparito chissà dove.
Lo vedo poco dopo attaccato a una ragazza mentre ballano sinuosamente, bacino contro bacino.
Lui tiene le mani languidamente sulla sua schiena, mentre lei le tiene nelle tasche posteriori dei suoi jeans.
Provo una leggera fitta di gelosia per quella ragazza, così disinibita e spigliata.
Vado a riempirmi nuovamente il bicchiere, dopodiché torno a guardare i miei amici e li scopro a ballare insieme.
Diversamente dalla coppietta felice (e sì, colgo anche io l'astio nei miei pensieri) però, ballano separati.
Mentre li osservo, Kevin mi fa cenno di avvicinarmi e io rifiuto, scuotendo la testa.
Non accetta un no come risposta, così viene da me e mi prende per mano, conducendomi verso la pista.
Emma è contrariata, avrebbe preferito restare sola con lui, tuttavia non lo dimostra apertamente e balla con entrambi.
Trasportata dalla musica, (questa la conosco), chiudo gli occhi e lascio che il mio corpo si adegui al ritmo, senza curarmi della gente attorno a me.
Balla come se nessuno ti stesse guardando.
Improvvisamente sento due mani afferrarmi i fianchi, cerco di scostarmi senza aprire gli occhi ma sono troppo insistenti.
Il ragazzo, prima che possa voltarmi verso di lui, mi sussurra "che coincidenza vederti qui".
Apro gli occhi di scatto, la voce mi suona familiare, ma quando mi volto lui se n'è andato.
Il cuore mi batte all'impazzata, aveva la sua stessa voce. Ma chi era?
Qualcuno mi appoggia una mano sulla spalla e mi volto all'istante, pensando sia quel ragazzo, invece è Kevin.
Mi accarezza piano domandandomi se è tutto ok e chi era quel ragazzo.
Mi piacerebbe saperlo. Non può essere lui, è assurdo anche solo pensare che sia capitato qui, nella mia stessa università. Coincidenze di questa portata non esistono.
Mi rilasso dopo questi pensieri e torno a ballare con loro, anche se ho un tarlo che mi fa rimanere sull'attenti tutta la sera.
Vado a riempirmi il bicchiere, ho bisogno di annullare un po' i pensieri, e lascio Kevin ed Emma soli.
Quando torno, per poco non mi cade il bicchiere dalla mano.
Li trovo abbracciati a ballare un lento, mentre la gente attorno a loro balla scatenata, a ritmo di musica.
Non me la sento di interromperli, così mi siedo su un divanetto e mi guardo attorno, osservando le persone.
È una cosa che ho sempre adorato fare: scrutare gli altri, cercare di capire qualcosa da loro solo osservando gli atteggiamenti e il linguaggio del corpo.
Certe volte penso che se avessi un super potere vorrei che fosse quello dell'invisibilità, per potermi aggirare tra le persone senza essere notata e studiarle da vicino.
Qualcuno si siede pesantemente vicino a me, sbuffando.
"Barbosa questa festa, vero?"
È Tyler, che per la prima volta da quando l'ho incontrato, mi rivolge la parola di sua spontanea iniziativa.
Faccio spallucce in risposta poi, vedendo che non è più in compagnia della bionda, esclamo "cos'è, ti ha mandato in bianco?"
Il suo viso si tende, pronto a rispondermi in modo tagliente, poi sembra ripensarci.
"Esattamente. Da quando ti conosco non succede altro. Mi hai lanciato qualche maledizione, streghetta? Mi vuoi tutto per te."
Cerco di non arrossire a quella insinuazione, non posso assolutamente dargli ciò che vuole, così rispondo "non uso i miei poteri per motivi così futili. Non sarà un tuo problema invece? Da quando mi conosci non riesci a farti nessuna che non sia io."
Nel momento in cui finisco la frase mi accorgo di ciò che ho detto e mi do uno schiaffo mentale.
Per qualche motivo non mi sento così in imbarazzo come dovrei dopo aver detto una cosa del genere, e sono sicura che sia colpa del bicchiere che reggo nella mano destra. Quanti ne ho bevuti? Non mi ero accorta del loro effetto fino ad ora.
Lui rimane spiazzato dalla mia risposta, poi sorride sornione e commenta "touchè, my lady."
Mi alzo, decisa a tornare a casa, e quando lo faccio le gambe non reggono il mio peso, sembrano fatte di gelatina.
Perdo leggermente l'equilibrio, ma lo riacquisto subito dopo e vado dritta dai due piccioncini.
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Sempre stata tua
Ficção AdolescenteÈ il primo giorno di college per Lily. Insieme a lei c'è il suo fedele migliore amico, tale dai tempi dell'infanzia, Kevin. È tempo di cominciare una nuova vita per lei, dopo gli screzi e i casini combinati al liceo, lasciare tutto il passato alle...