10) A THOUSAND YEARS - CHRISTINA PERRI

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[NdA: vi consiglio di leggere il capitolo ascoltando questa bellissima canzone, ne vale la pena]

«Magnus Bane!» la voce di Catarina mi arriva lontana, troppo intento a fissare un punto indefinito oltre la finestra, il vetro bagnato dalle gocce di pioggia.
Non le rispondo, non per menefreghismo o altro, ma più semplicemente perché so che non sarei in grado di emettere un suono.
Il nodo che ho la gola non sembra volere sparire, i miei pugni stringono convulsamente il tessuto morbido del copriletto.
Mi sento soffocare e il colletto della camicia accentua il mio senso di oppressione.
Prendo un respiro profondo mentre la figura della ragazza dalla pelle azzurra mi guarda con sguardo intenerito.

«Mag» mormora prima di lasciarsi cadere affianco a me, la gonna vaporosa del suo vestito svolazza leggera. «Sei nervoso?»

Mi metto a ridere, una risata terribilmente isterica. «Nervoso? Io? Magnus "Il-Migliore-Di-Tutti" Bane non è mai nervoso! Sono super tranq-» mi interrompo all'occhiata rigida che  ricevo. Mi prendo la testa fra le mani, sembra sul punto di esplodere.

Come pensavo di poter mentirle quando non riesco nemmeno a convincere me stesso? «Sì che sono nervoso. –la forza del mio sospiro avrebbe potuto spazzare l'ego smisurato di quel Trace se solo fosse stato presente– Insomma, puoi davvero biasimarmi? L'amore della mia vita è lì fuori che mi aspetta, pronto a giurarmi il suo amore eterno. Questa è una cosa immensa, Catarina.»
mi strofino gli occhi privi di qualunque tipo di make-up. «E se non fossi in grado di gestirla?»

La donna che per anni ha sopportato ogni mia squallida battuta si alza in piedi e mi tira uno scappellotto. «Magnus Bane, non osare dire ciò. Tu sei una delle persone più forti che io abbia mai conosciuto. Ne hai passate di brutte, non sentirti in colpa ad essere finalmente felice.– Faccio per interromperla, ma lei alza un dito severa– So che hai paura, ma è normale. È proprio questa paura che dimostra quanto tu ami quel ragazzo, quanto lui ama te d'altronde.»

Mi sorride lievemente prima di porgermi il braccio, a cui mi aggrappo quasi fosse un'ancora.

A volte la vita ci dona delle persone talmente meravigliose che ti portano a chiedere cosa tu abbia fatto per meritarle al tuo fianco.

***

La Chiesa è colma di un silenzio pieno di emozione nonostante la moltitudine di invitati presenti.

Alexander si staglia di fronte a me in tutta la sua bellezza, riesce ad essere mozzafiato con il completo nero e semplice scelto.

Ma la cosa che più mi toglie il fiato è il suo sorriso. Se dovessi mai paragonarlo a qualcosa, sarebbe la luce.

Alexander in questo momento è pura luce, brilla come non mai.
Brilla di felicità, di amore e sapere di esserne la causa mi fa scoppiare letteralmente il cuore.

I suoi occhi sono fissi nei miei, colmi di attesa. Respiro profondamente prima di schiarirmi la gola:«Alexander Lightwood è molte cose. È un ottimo arciere, un fratello affettuoso, un amico leale. È la prova vivente che chi soffre nella vita, è destinato poi a rinascere più forte di prima, se solo si ha il coraggio di lottare.
Prima di lui, non avevo mai dato il giusto valore alla vita. I giorni passavano uno dopo l'altro, e io davo questo per scontato. Non avevo capito l'importanza del tempo. E sì, siamo consapevoli di questo nostro nemico, poco fa mi hanno detto di non aver paura di questo.
Ma non è questo ciò che temo. La mia paura più grande è di non esserne all'altezza.
Perché tu, Alexander, ti stai offrendo di condividere con me ogni momento della tua esistenza. Io ti prometto, davanti a tutti, che farò tutto ciò che è in mio potere per far sì che ogni attimo ne sia valsa la pena.
Non importa quello che potrà mettersi tra di noi, tra mille anni io sarò ancora qui ad amarti. Ti ho aspettato per altrettanti anni, e mai me ne pentirò. Perché tu, Alexander Gideon Lightwood, sei la mia eternità.»

Gli occhi blu di fronte a me sono lucidi, e fino a quel momento nemmeno mi sono accorto di star piangendo. Non appena ricevo il permesso mi fiondo sulle labbra rosse di mio marito, cercando di trasmettergli l'amore che rischia di farmi implodere il petto.

«Ti amo, Magnus Bane. E, tra mille, duemila anni, la mia anima sarà ancora innamorata di te, nonostante il mio cuore avrà smesso di battere.»

***

La mano mi trema mentre ripongo la vecchia fotografia nell'album.

Mi asciugo velocemente una lacrima non appena Catarina mi raggiunge, due tazze di tè caldo in mano. Fuori piove, l'inverno definitivamente alle porte.

«Ti ho visto» mi cantilena lei, il tono velato di una contenuta tristezza. Mi chiedo per l'ennesima volta come farei senza di lei mentre la vedo rannicchiarsi sotto la coperta consunta.

«Stai meglio?» sussurra facendomi uscire dai miei pensieri.

«Oggi sarebbe statoil nostro trecentocinquantaduesimo anniversario.» mormoro flebile.

«Era davvero uno schianto con quel completo.» ammicca complice lei dandomi una gomitata facendomi ridere lievemente. «Stai sorridendo.»

Il mio sorriso si allarga ancora di più. È un sorriso carico di malinconia, di nostalgia. Carico di mancanza. «Lo amo ancora, ma piangermi ancora addosso sarebbe inutile.»

E lo penso davvero. È vero, non siamo più insieme fisicamente. Ma il ricordo di lui vive ancora in me, e con che coraggio dovrei deprimermi in un angolo quando ho il privilegio di essere ancora qui?
Ci ho messo un parecchio a capirlo, anni, ma ci sono arrivato.
Ho capito che le mie lacrime non l'avrebbero fatto tornare indietro, ma l'onorare il suo ricordo compiendo qualcosa di buono sì.

«Devo andare, all'Istituto avranno bisogno di me. Tu resti? Sono sicura che capiranno.»

Scuoto la testa lievemente e mi alzo dal divano. Prendo sotto braccio Catarina e mi butto nel freddo invernale.

Arrivato all'Istituto, mi prendo un momento prima di entrare nell'aula piena di ragazzini urlanti e colmi di voglia di vivere -e uccidere demoni-.

«Ragazzi, oggi parleremo di storia.»

Subito una mano svetta per aria e do subito la parola al ragazzino biondo:«Parleremo anche degli Herondale?»

«Jeremy, smettila! Lo sappiamo dei tuoi antenati» si lamenta una ragazzina dai capelli scuri e gli occhi blu.

«E poi, i Lightwood erano i migliori!» la sua voce emozionata si fece ancora più acuta.

Scoppiò un vociferare incontrollato tra i vari
ragazzini, e Magnus stette ad ascoltare brevemente le loro divertenti teorie per poi interromperli.

«Piccoli Cacciatori, silenzio! Erano tutti eroi.»

«E lei gli ha conosciuti?» chiese timida una ragazzina dagli occhi asiatici. Gli sguardi emozionati di tutti i mocciosetti sono rivolti verso il sottoscritto. Sospiro in modo impercettibile.

«Certamente, lasciate che vi racconti.» inizio mentre il volto di Alec mi torna alla mente.

Anche il suo nome durerà nell'eternità, dopotutto.

NOTA AUTRICE
E con questo si chiudono i 10 capitoli di questa challenge. Seguirà un epilogo, il capitolo finale dove spiegherò brevemente ogni capitolo.
Inutile dirvi quanta tristezza mi abbia messo scrivere questo brano, straziante davvero.
Grazie a tutti voi, che avete supportato e seguito la storia, non mi aspettavo una risposta così grande.
Ora che siamo giunti alla fine:

Qual è stato il vostro momento o spezzone preferito?

Il mio Alec ubriaco, 100% HAHAHAH
Ci sentiamo(?) nel prossimo capitolo, stay tuneed🎉💞

Malec - 10 songs challengeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora