Capitolo 3

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Una settimana dopo

Stavo fissando il soffitto di casa dei miei nonni quando mi arrivò una notifica sul Mac aperto accanto a me. Un messaggio su Messenger, contrassegnato come "importante". Lo aprii subito e vidi che il mittente era Lorenzo.

Da Lorenzo Ostuni:
Ho ripensato molto alla notte che abbiamo passato insieme all'ospedale e ci sono così tante cose che vorrei dirti. In questi giorni non penso ad altro e ti volevo invitare qui, a casa mia. Che ne dici?

Non ragionavo, la mia mente era già partita in quarta e non sapevo come approcciarmi, quale tipo di risposta scegliere. Mi sembrava irreale che la persona che seguivo su YouTube mi stesse dando un appuntamento. Così la buttai sullo scherzo, per sembrare distaccata, anche se in realtà sembravo una pazza da manicomio. Camminavo avanti e indietro per la stanza, rileggevo mille volte il messaggio e di continuo cancellavo la mia tentata risposta da ragazza normale.

Per Lorenzo Ostuni:
Sbaglio o il re di YouTube Italia mi sta invitando nel suo covo? Sono lusingata, dimmi quando e io verrò.

Mi accorsi subito dopo aver spedito il messaggio del doppio senso: merda, pensai. Quando rispose sussultai e aspettai un po' prima di visualizzarlo. Avevo paura che avesse capito male e che mi avesse già etichettata, perciò feci qualche respiro profondo e riavviai il computer.

Da Lorenzo Ostuni:
Ora? Duri così poco? Ahaha scherzo... Domani? Se vieni in mattinata avrai l'occasione di assaggiare un'incredibile pranzo del famosissimo e ovviamente bravissimo chef Ostuni ;)

Perfetto. L'aveva capito subito e non sapevo se fregarmene o esserne imbarazzata. Ma la mia attenzione si era focalizzata sul "domani". I miei nonni mi avrebbero lasciato andare? Ma certo, pensai, tanto a loro non frega nulla di me: è già tanto se mi considerano loro nipote. Infatti, vivendo con loro ormai da tanti anni, avevo capito che brutte persone erano: ipocrite, razziste, omofobe e cattive. Com'è che ero uscita "illesa" da un insieme di geni di merda? Non lo sapevo, ma ne ero grata.

Per Lorenzo Ostuni:
Idiota! Per me va bene, fammi sapere l'indirizzo (se ti comporterai male lo venderò su Ebay a un milione di euro... AVVISATO) ;)

Non sapevo formulare nient'altro di "divertente", e così aspettai una sua risposta, invano però; perché quella sera non arrivò nulla. Andai a letto presto, non sapevo se piangere o dormire, e poggiata la testa sul cuscino, mi addormentai con qualche lacrima che di tanto in tanto bagnava il tessuto bianco.

Urlai.
Cazzo, pensai quando aprii gli occhi: ho fatto di nuovo quell'incubo. Non succedeva da un po' e quella ricaduta mi preoccupava, soprattutto perché tutti quegli anni dallo psichiatra non erano serviti a un cazzo. Controllai il telefono: le 5:00. Bene, pensai, almeno non devo riaddormentarmi. Presi il Mac e andai su YouTube, a controllare le statistiche degli iscritti del mio canale, che erano aumentati in modo esponenziale da circa una settimana. Sapevo perché, ma continuavo a negarlo. Ero circa a 60.000 iscritti, di cui 50.000 macinati negli ultimi 7 giorni. Era anomalo, ma facevo finta che non lo fosse. Giorni prima, controllando i miei social, avevo capito che la cosa non era sembrata strana solo a me, ma a molte altre ragazze che twittando e postando tantissime foto, avevano fatto impazzire il fandom di YouTube Italia. Ero diventata in pochi giorni la terza youtuber italiana con più iscritti, dopo ClioMakeUp e CutiePieMarzia e anche se non le avrei mai raggiunte, ero felice di essere arrivata a quel traguardo.
Messenger era ancora aperto e solo quando feci per chiudere la pagina, mi accorsi della notifica di un altro messaggio importante.

Da Lorenzo Ostuni:
Non so come scusarmi, davvero, ma la mia fidanzata ha visto la chat e si è arrabbiata tantissimo. Non sapevo che fare o che dire, così ho passato il resto della serata con lei, per non farla ingelosire ancora di più. So che è tardi, e magari la mia proposta non vale più, ma che ne dici di perdonarmi venendo qui? Diletta se ne torna a Firenze col treno delle dieci, e se non sei incazzata anche tu, ti aspetto per quell'ora. Ho mandato al tuo indirizzo gmail la via di casa mia (se vuoi, puoi venderla anche a 3 euro) J

E ora che cazzo faccio? chiesi a me stessa. Ripensavo a come mi ero addormentata la sera prima, in lacrime, con l'umiliazione di quella non risposta; ma rileggendo il suo messaggio, scritto alle due di notte per non farsi scoprire dalla ragazza, capivo che era davvero pentito di come mi aveva trattata. Così presi la decisione di alzarmi, farmi una lunga doccia fredda, lisciarmi i capelli e truccarmi.
Alle sette ero già pronta per uscire, così lasciai un messaggio sul tavolo di cucina in cui informavo i miei nonni che sarei tornata verso sera, senza specificare dove sarei stata, con chi e perché, tanto per loro è solamente un sollievo non avermi tra le scatole per un giorno, pensai.
Presi le chiavi della macchina e aspettando che il garage si aprisse, misi la navigazione sul telefono con l'indirizzo che Lorenzo mi aveva mandato. Il tempo di arrivo calcolato dall'applicazione era di circa un'ora e cinquantotto minuti: arrivo giusto in tempo per vedere Diletta andare via, pensai con malignità, sorridendo.
Aprii lo sportello della macchina e dieci minuti dopo ero già in superstrada: direzione Torino.
Abitando a Milano, mi tornò un po' scomodo quel viaggio lungo, il tempo non sembrava passar mai, così accesi la radio e misi un po' di musica. Mi rilassai e iniziai a pensare... Ai miei genitori, al mio canale, a tutte le disgrazie che mi erano successe, agli attacchi di panico e a Lorenzo, soprattutto a Lorenzo e quella indimenticabile notte in ospedale.
Anche se mi avevano imbottito di farmaci, ricordo con chiarezza ogni sua parola e ogni sua mossa. Ricordo anche che quando parlavo io, lui seguiva ogni movimento della mia bocca. L'avrei voluto baciare, ma non sarebbe stato giusto nei confronti di Diletta: insomma, io ero una semplice ragazzina per lui, mentre la sua ragazza era molto più importante, era colei di cui lui si era innamorato e già questo era abbastanza. Io non potevo rovinare la loro relazione per un semplice attacco di ormoni.
A me piace Favij, non Lorenzo, dicevo tra me e me, cercando quella convinzione che ahimè; mancava.
Solo in quel momento mi ricordai di non aver scritto a Lorenzo che stavo venendo e così decisi che sarebbe stata una sorpresa.
Arrivata a Torino, decisi di fermarmi a prendere dei pasticcini per regalarli a Lorenzo e una volta scesa di macchina, mi accorsi che delle ragazze che stavano attraversando le strisce parallelamente a me, mi fotografarono e borbottarono qualcosa eccitate, proseguendo per il loro cammino. Mentre stavo pagando mi squillò il telefono: lo schermo si illuminò e la foto della mia migliore amica Greta occupò tutta la schermata.
Con la scatola dei pasticcini in una mano, le chiavi nell'altra, la borsa sottobraccio e il telefono incastrata la spalla e la testa piegata di lato, risposi.
"Regginaaaa, come stai?", urlò la ragazza. Il suono fu così forte che dallo spavento mi cadde a terra la borsa e le chiavi. Menomale che le ragazze non si erano fermate a fare un servizio fotografico, pensai sollevata. Già abbastanza imbarazzata, recuperai il resto e lo scontrino e mi fiondai fuori, dove gli occhi della gente troppo curiosa non potevano vedermi.
"Heilà, c'è qualcuno?", continuò a urlare. Ero a cinque metri dalla macchina, così appoggiai il telefono sopra il tettuccio e recuperai la borsa, mettendola sotto ai pasticcini sul sedile del passeggero.
"Ti informo che se continui a urlare ti lascio sul tettuccio della BMW e quando parto oops, volerai via", dissi ridendo e facendo partire la macchina.
"Sei già fuori? Ma è presto! Pensa che io sto per andare a dormire! Stanotte ho avuto dei problemi con l'insonnia", disse sbadigliando. Almeno ha smesso di urlare.
"Che novità contando che consideri la notte come giorno e il giorno come notte. Comunque sono a Torino", buttai lì per lì, troppo occupata a fare manovra.
"Cosa?! E quando me lo avresti detto?", urlò più forte di prima. Come non detto.
"Quando sarei tornata a casa stasera, ovvero quando tu avresti risposto al telefono dicendo buongiorno", dissi sovrappensiero, mentre cercavo di rimettere il navigatore.
"Partiamo dal fatto che non sempre dormo tutto il giorno, per esempio ieri mi sono svegliata alle quattro!", disse e mi chiesi come una vampira era diventata la mia migliore amica, "E comunque devo essere informata di ogni tuo spostamento, la sicurezza della regina di YouTube Italia è nelle mie mani, non so se capisci la responsabilità che grava sulle mie spalle!", proseguì più seria di prima.
Oh Gesù, aiutami tu.
"Smetti di dire che sono la regina di YouTube Italia, sono posizionata anni luce da quel trono, ma soprattutto parla più piano, sono le nove di mattina anche per me", dissi uscendo dal parcheggio della pasticceria.
"Come vuole lei, mia Signora. Dove si sta dirigendo a quest'ora dell'alba in un'altra città dalla sua?", sbuffai alla coda di macchine che si era formata davanti a me e come Greta amasse prendermi per il culo.
"Smettila", dissi seriamente, "sto andando a casa di Loren...", proseguii prima di essere interrotta dalla ragazza.
"Lorenzo Ostuni? Cioè Favij? Cioè sei seria?", urlò impazzita, "Allora avevo ragione! C'è qualcosa tra di voi. Cazzo, lo sapevo, non hai idea di cosa vuol dire sapere che la propria ship è reale!"
"In realtà come ben sai, shippo i Larry, quindi fino a prova contraria questa emozione non mi è nuova", dissi puntualizzando, "e se ti calmi ti spiego tutto", così passai il resto del viaggio, per fortuna corto, a tranquillizzare Greta e a farle capire che lui aveva già la ragazza. In realtà non servì a niente, perché subito dopo aver terminato la chiamata, twittò: Non ci posso credere, la mia migliore amica e la mia crush oggi sposi! #love #akab #shipMLisreal.
Oh Gesù, sono sempre io; ho urgente bisogno di aiuto pensai tra me e me, spegnendo la macchina. Ero finalmente arrivata a destinazione, ed erano solo le nove e un quarto. E ora cosa faccio per aspettare le dieci? ma la mia domanda non necessitò di risposta, visto che dal cancellino di casa di Lorenzo uscì Diletta, accompagnata dal ragazzo dai capelli castani. Istantaneamente cercai di abbassarmi per non farmi vedere, ma il mio tentativo di sembrare una spia segreta fallì quando la ragazza si girò dalla mia parte. Merda, fu l'unica cosa che pensai, ma un lampo di genio mi abbagliò: recuperai dal sedile posteriore una rivista di Vogue e mi tappai la faccia così, come una perfetta cogliona, a far finta di leggere.
Per mia fortuna non mi vide.
Si era girata dalla mia parte solamente perché stava arrivando un taxi: ipotizzai che lo avesse chiamato lei per andare alla stazione di Torino e infatti la ragazza alzò la mano e la macchina bianca si fermò davanti alla casa. Uscì un signore, baffuto, che scambiò qualche parola con i ragazzi fermi sul marciapiede, dopodiché l'uomo prese il trolley e la borsa e li caricò dentro il bagagliaio.
Volsi nuovamente il mio sguardo alla coppia, che adesso si stava abbracciando e non nascosi un certo voltastomaco quando iniziarono a baciarsi. Abbassai il finestrino e feci qualche respiro profondo, aspettando che il caffelatte della mattina tornasse al suo posto. La cosa mi iniziò a infastidire: mi sembrava il ciuccio più lungo della storia, e anche il taxista sembrò imbarazzato dalla situazione, così tossì qualche volta e finalmente i due si staccarono. Volevo dare una medaglia a quell'uomo.
Diletta abbassò il finestrino del passeggero posteriore e salutò Lorenzo fino a quando non scomparì in fondo alla strada.
Presi coraggio e scesi, lasciando i pasticcini sul sedile: li prendo dopo, dissi una volta chiusa la macchina. Mi incamminai e notai che Lorenzo continuava a fissare la strada. Chi sta aspettando? mi chiesi incuriosita. Forse avevo fatto male ad andare là, ma ogni dubbio si dissolse quando si girò e i nostri occhi si incatenarono.
Senza neanche accorgermene, mi ritrovai tra le braccia di Lorenzo e incapace di pensare o fare qualunque cosa tranne abbracciarlo, strinsi solamente un po' più forte la presa, per paura che tutto ciò non potesse essere reale.


|| SPAZIO AUTRICE ||

Heilà!
Scusate se la scorsa settimana non ho postato niente, ma in vacanza non c'era Wi-Fi!
Spero questo capitolo vi piaccia, l'immagine con la frase è perfetta! Vi anticipo che il prossimo sarà Lorenzo's pov, ovvero la storia raccontata tramite i pensieri del nostro Favi! Spero di riuscire a fare un capitolo un po' più lungo! Alla prossima!

Un bacio, Cate

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 02, 2016 ⏰

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