• 1 •

65 0 1
                                    

Ah, il sesso quando ci si lascia!
Zero stress. Nessuna preoccupazione, Non bisogna essere perfetti. Fammi godere per l'ultima volta, per favore, arrivederci e grazie. Stammi bene, ma anche no. Tante care cose.
Non che io sia un'esperta, per carità. Ho fatto sesso con un solo ragazzo. Ma sono convinta che l'ultima volta sia stata la migliore in assoluto. 
Quell'ultima volta con Luke Pasqualino non è stata niente male, tant'è che adesso sto seriamente pensando di rimettermi con lui solo per poterci lasciare di nuovo e godermi una seconda ultima volta. Santo il Signore,  quel ragazzo si che da muovere le mani. E non solo per riparare auto scassate. Siamo usciti per un anno e me lo aveva tenuto nascosto.
《Perrie, è la seconda volta che ti perdi l'attacco.》La voce di mio fratello mi coglie di sorpresa. 《Potresti gentilmente tornare tra noi? Questa sala non è mica gratis, sorellina.》
《Colpa mia, scusa.》Mio fratello e Zayn mi fissano e mi sento le guance in fiamme. Di solito è Zayn quello che si distrae e sbaglia tutto (perché magari ha adocchiato una bella ragazza o una fan lo ha centrato in pieno con le mutandine che ha appena lanciato sul palco), di solito è lui che mio fratello guarda storto.
《Tutto a posto?》Zayn è preoccupato.  La scorsa settimana abbiamo suonato al Midnight Rodeo, un locale in centro. Quello che è ormai il mio ex ragazzo non ha mai particolarmente apprezzato Leaving Amarillo, la nostra band, e si è presentato lì ubriaco fradicio. Zayn e mio fratello erano già pronti a prenderlo a cazzotti prima che la sicurezza lo scortasse all'uscita, uno spettacolo decisamente poco edificante.
《Si, tutto a posto. Scusate. Riprendiamo.》 Scrollo le spalle, sollevo Oz, il mio violino, e mi preparo a suonare.
Dopo appena due battute la musica intorno a noi si interrompe bruscamente, di nuovo.
《Cazzo, Perrie! Sono solo tre accordi.》Gli occhi di Niall sembrano sparare raggi laser color del cielo e il bersaglio da colpire sono io.
Abbasso l'archetto e sospiro.《Mi dispiace.》Prendo fiato e sorrido a mio fratello e a Zayn chiedendo scusa.
《Giuro che adesso mi riprendo. Sto bene adesso.》
《Sei riuscita a dormire almeno un po' stanotte?》lo sguardo di Niall si fa più dolce e questa sua improvvisa preoccupazione mi stupisce. Durante le prove e le registrazioni la musica viene prima di tutto il resto. Di solito. Non so se a farlo preoccupare sono state le occhiaie scure che mi ritrovo dopo tutte le notti passate al capezzale di nostro nonno o la mia recente rottura,  sta di fatto che per ricominciare aspetta la mia risposta.
《Si, tranquillo. Sto bene, davvero. Riprendiamo.》Con un sorriso forzato, alzo di nuovo l'archetto.
Suoniamo senza pause metà della scaletta e combatto con tutte le mie forze contro la stanchezza e i ricordi che mi tormentano, e che non hanno nulla a che vedere con Luke. Alla fine è l'istinto affinato con anni e anni di essercizio a vincere e l'archetto vola sulle corde.
《Così, dai!》urla mio fratello dando il cinque a Zayn quando ci fermiamo un attimo per riprendere fiato.《È così che si fa!》Mi sorride e anch'io gli sorrido. Niall è così entusiasta.
《Che cosa ne dici, siamo pronti per Nashville?》Essere riuscita a suonare e aver reso mio fratello orgoglioso di noi mi fa sentire leggera, come se avessi perso cinque chili.
《Ci siamo quasi, sorellina. Ci siamo quasi.》mi risponde Niall prima di rivolgersi a Zayn. 《Okay, riprendiamo dall'inizio di Ring Of Fire e andiamo fino in fondo alla scaletta.》
Faccio uno sforzo cosciente per non alzare gli occhi al cielo quando mi chiama sorellina.
Nonostante io abbia ormai diciannove anni, Niall mi tratta ancora come se ne avessi dodici. E come se fosse mio padre. I nostri genitori sono morti in un incidente stradale quando noi eravamo piccoli ed effettivamente è successo che Niall dovesse farmi da padre.
Lo sguardo color nocciola di Zayn cerca il mio e mi fa un cenno per accertarsi che io sia pronta prima di darci l'attacco. Sento un tuffo al cuore, come mi succede ogni volta che ci guardiamo negli occhi per più di mezzo secondo.
Mi è bastato quello sguardo per tornare indietro nel tempo, alla prima volta in cui l'ho visto.
Zayn Malik, il batterista della band nonché il miglior amico di mio fratello, è stato la mia prima cotta.
Dal momento in cui comparve a casa dei nonni, sotto il portico, il giorno del funerale dei miei genitori, con quei suoi occhi timorosi da cucciolo abbandonato, i vestiti strappati e i capelli troppo lunghi e arruffati, siamo sempre stati un trio inseparabile.
Quel giorno fu quasi surreale: gente che non conoscevamo ci camminava intorno in punta di piedi, ci offriva tè, biscotti e qualunque cosa potesse, a parer loro, farci dimenticare che all'improvviso eravamo diventati un'orfana di nove anni e un orfano di dodici.
Io e Niall eravamo seduti sul dondolo sotto il portico, in silenzio, e già di per sé era un fatto strano perché di solito io non facevo mai. Lo shock e il dolore, però, con le loro mani pesanti mi avevano tappato la bocca.
Zayn si avvicinò, con un cenno del mento indico la gente che entrava e usciva continuamente di casa e poi si rivolse a noi.
《Festa?》chiese senza presentarsi.
Guardai mio fratello perché non sapevo come rispondere a quello sconosciuto. Niall degluti e scosse la testa.《Funerale. I nostri genitori.》
Zayn si passò una mano tra i capelli arruffati, scompigliandoli ancora di più.《Ah... cazzo!》
Era la prima volta che sentivo quella parola pronunciata ad alta voce, deliberatamente, e un brivido mi percosse la schiena. Con mia grande sorpresa, il cuore iniziò a battermi forte. Da quando zia Sheila ci aveva comunicato che i nostri genitori erano morti, nel petto sentivo solo dei colpi sordi, lenti, come se il mio cuore avesse deciso che non gliene fregava più niente di niente.
《Vi va di andare a rompere qualcosa?》chiese Zayn.
Mi girai di scatto verso mio fratello, panico e adrenalina pura mi scorrevano nelle vene. Di' di sì, fu la mia silenziosa supplica.
《Perché no?》disse Niall saltando giù dal dondolo come se seguire tipi un po' strani fosse la cosa più normale del mondo.
Scesi insieme i gradini del portico. Niall ci presentò. Zayn si presentò. Si voltò, mi strinse la mano come facevano gli adulti e giuro su Dio che una scossa mi attraversò il braccio. La stessa scintilla, in quel medesimo instante, brillò anche negli occhi di Zayn e io rimasi come pietrificata.
《Che cosa stavi facendo? Perché sei a casa nostra?》gli chiese Niall guardandolo con sospetto.
《Ehm...》Zayn lasciò la mia mano e si grattò la testa.
Si guardò intorno, sembrava cercare una via di fuga. Si voltò verso mio fratello e il suo sguardo si deve di nuovo circospetto, velato da quell'ombra di timore.
《Cercavano qualcosa da mangiare. Di solito alla festa si mangia.》
I ricordi si interrompono bruscamente quando sento il primo colpo sui piatti. È il mio attacco e abbandono il passato per tornare al presente. Sollevo Oz e suono la mia parte; Niall annuisce, almeno questa volta non ho rovinato tutto, ma si rende conto che sono distratta.
Mentre canta tutti i versi che abbiamo scritto insieme, una canzone sul passato che non è fatto solo di ricordi, mi volto verso Zayn.
È cambiato molto, non è più il mergherlino attaccabrighe di un tempo. Sotto la maglietta color antracite i muscoli si tendono e si rilassano e adesso ha le braccia ricoperte di tatuaggi. Suona la batteria, ci mette l'anima, e io non riesco a togliergli gli occhi di dosso.
È diverso. È più... vivo. È migliorato molto anche in fatto di igiene personale rispetto a quando aveva dieci anni e nella vita doveva cavarsela praticamente da solo.
Però ha ancora fame. Un bisogno profondo, oscuro, che quando lo guardo in quei suoi occhi fieri e feroci mi consuma anima e corpo.
《Prendiamoci cinque minuti di pausa》dice Niall al termine della canzone lanciandomi un'occhiataccia che sembra voler dire vedi di ripigliarti, cazzo.《Devo fare un paio di telefonate.》
Me ne vado senza dire una parola né all'uno né all'altro. Prendo una bottiglietta d'acqua e salgo la rampa di scale che porta sul tetto. Cerco di non perdermi nei ricordi, ma quella giornata incombe pesante su di me come un cielo in tempesta.
Quel giorno, dieci anni fa, corsi in casa a prendere quante più tartine, biscotti e dolci potessi. Era così tanta la fretta di tornare fuori prima che i ragazzi se ne andassero che rischiai di inciampare.
Offrii loro quello che avevo preso e mi infilai in bocca una fetta di torta al cioccolato perché non volevo che Zayn si sentisse un caso umano. I miei genitori erano morti da poco e già ne avevo abbastanza della compassione altrui, una sensazione troppo amara. Non lo sopportavo. In un certo senso io e quel ragazzino eravamo uguali, me lo sentivo. Ecco perché non feci mai commenti né gli chiesi perché andasse in giro con i vestiti sporchi, i capelli arruffati, tutto solo da una parte all'altra della città in cerca di qualcosa da mettere sotto i denti.
Mangiammo camminando, il parcheggio abbandonato non era lontano, e appena arrivati cominciammo a lanciare vecchie bottiglie di birra contro il muro di mattoni e continuai finché non riuscii più a sollevare il braccio.
Ognuna di quelle meravigliose esplosioni di vetro mi riportava in vita faceva riemergere le emozioni che avevo nascosto sotto una spessa coltre nera. Il giorno in cui i miei genitori erano morti il mondo era diventato grigio, e non in senso metaforico. Da quel giorno in Texas il clima era diventato uggioso e non aveva mai smesso di piovere. Ma quello sfogo, quel rompere qualcosa, come l'aveva chiamato Zayn, aveva ridato colore alla mia vita come il raggio di sole che filtra tra le nuvole. Mi faceva sentire bene. Troppo bene. Mi stavo divertendo e quel senso di colpa era troppo per una bambina di nove anni.
《Caaaazzooooo!》urlai per sfogare il dolore, la confusione.
Zayn si fermò e mi guardò. Niall continuò a lanciare le bottiglie anche quando crollai a terra. Mi nascosi dietro i miei boccoli chiari, una tenda tra me e i ragazzi, e piansi, piansi davvero, per la prima volta da quando avevo ricevuto la notizia. A un certo punto il rumore di vetri infranti si interruppe.
《Non toccarla》disse mio fratello con voce calma ma minacciosa, quasi violenta. 《Sta bene. Vuoi essere nostro amico? Allora toccarla, mai.》
Alzai la testa e vidi Zayn che di si stava avvicinando a me. Stava venendo a consolarmi, probabilmente, ma Niall l'aveva fermato. La ghiaia sotto le ginocchia e i palmi delle mani mi faceva male, ma io osservavo il ragazzo sconosciuto, la battaglia che si stava consumando nella profondità dei suoi occhi.
《Alzati, Perrie》disse Niall in tono più dolce.《È ora di tornare a casa.》
Casa.
Non poteva essere vero. Casa nostra era una villetta nella zona residenziale appena fuori Austin dove giravamo in bicicletta e giocavamo con gli amici. A casa nostra c'erano mamma e papà, i pancake per colazione e i cartoni animati la domenica mattina. Dovevamo tornare in una catapecchia senza televisione, con un portico tutto diroccato, lungo una strada sterrata di Amarillo, e dovevamo vivere con persone che prima vedevamo solo durante le feste.
Casa nostra era morta insieme ai nostri genitori. Non saremmo mai più tornati a casa.
In cima alle scale esco sul tetto, sento la pesante porta di ferro chiudersi alle mie spalle e prendo un respiro profondo. Oggi qui in Texas è nuvoloso, proprio come quel giorno di dieci anni fa.
Io, Niall e Zayn non vagambondiamo più per le strade di Amarillo come tre cuccioli randagi, ma per certi versi la nostra vita è sempre la stessa. Adesso però giriamo il Texas su Emmylou, la Chevrolet Express che ci accompagna da un concerto all'altro, noi e i nostri strumenti, e suoniamo per chiunque sia disposto a pagarci.
Anche quando, a volte, la paga non è altro che un pasto caldo e le mance lasciate in un barattolo.
Abbiamo iniziato a suonare a casa dei miei nonni quando io avevo quindici anni, ma abbiamo fatto veramente sul serio solo dopo essere arrivati terzi a un concorso nazionale, quando io ero all'ultimo anno di superiori e i ragazzi si erano già diplomati.
Suono il violino nei Leaving Amarillo,  e sono brava.
Di solito apriamo proprio con me che suono Devil went down to Giorgia da sola, per attirare l'attenzione del pubblico. Funziona quasi sempre. Purtroppo quando ci siamo resi conti che i Leaving Amarillo potevano essere molto più di un hobby, io avevo già accettato una borsa di studio per la scuola di musica più prestigiosa del Texas.
L'anno scorso ho frequentato il primo semestre alla Shepherd School Of Music di Houston, ho studiato musica classica e io e il mio violino eravamo già pronti per la buca d'orchestra. Quando il nonno ha avuto un attacco di cuore sono riuscita a congelare la borsa di studio e a tornare a casa per prendermi cura di lui. Quando si è completamente ripreso, Niall e Zayn mi hanno promesso di suonare con i Leaving Amarillo per un paio di serate. E poi ancora altre. E adesso che abbiamo preso lo slancio, spero di non dovermi mai più vestite di nero e seguire come una pecora gli altri musicisti nella buca d'orchestra. Il problema è che se entro la fine dell'estate non troviamo un manager con le conoscenze giuste che ci metta sotto contratto, a settembre sarò costretta a tornare a scuola.
Quante volte gli ho detto che nella buca d'orchestra non riesco a respirare, eppure Niall è irremovibile e non mi permetterà mai di rinunciare alla borsa di studio per vivere chiusa in un furgone con lui e Zayn e suonare per due spiccioli. A parte la musica, una ragazza come me non ha molte altre possibilità di carriera. Se lascio la scuola e la band non sfonda passerò il resto dei miei giorni a chiedere ai clienti se con la torta vogliono anche il caffè.
Guardo in lontananza il centro di Amrillo, le nuvole grigie che attraversano rapide il cielo, e sento tutto il peso del tempo che scorre, che mi scivola tra le dita veloce e che non riesco a fermare in alcun modo.
Prego i miei genitori e chiunque lassù mi stia ascoltando e chiedo una possibilità. Una svolta. Supplico di farcela.
Vi prego, vi prego, fateci vivere il nostro sogno.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 23, 2016 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Il Ritmo Del Mio Cuore ||Zerrie||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora