1. Nuovo passatempo

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10 anni dopo.

Sono sempre io. L'unica e sola, Nina Nikita Carter. E si ho ancora due nomi, farntastici separati ma uniti sono alquanto brutti, o almeno per me è così.
Ovviamente vi state chiedendo perché i mie compagni di stanza, compresa me, hanno due nomi e con la stessa lettera.
Per rispondere a questa domanda dobbiamo andare un pò a ritroso.

Allora, inizio a parlarvi della storia della nostra fazione, che abbiamo meticolosamente studiato nell'aula nera.
La freccia nera è una fazione, è nata con il solo scopo di proteggere Washington dalle frecce blu.
Chi sono le frecce blu?

Secondo il nostro libro,
frecce blu corrisponde al significato di nemici.
Sono un'altra fazione che vuole creare un esercito per dominare la regione.
Sono spietati, di certo non ci penseranno due volte a costringere l'intera popolazione al loro potere.

Le frecce nere sono un esercito che impedisce che ciò accada.
Ogni allievo deve avere per obbligo almeno due nomi, con la stessa iniziale del nome della madre o del padre, in modo poi da decidere il proprio solo quando compirà una missione di livello segnor.

Ci sono tre superiori.
Ricky West, Fabians Riordan e Jordan Korean.

Quando sono entrata nella casa delle frecce nere c'erano già un sacco di bambini con me, tutti sperduti quanto me.

Il secondo giorno ci hanno divisi in tre gruppi e ovviamente, indovinate chi è il mio superiore.

Si esatto, Ricky West, quello che il primo giorno mi ha fatto intendere che mi avrebbe rotto le ossa una ad una pur di uccidermi.

Io quello lo odio, e mi sa che il sentimento è reciproco.
È da un bel pò di anni che mi chiedo che cosa abbia contro di me, esattamente da 9 anni 18 ore e 23 secondi; sì lo so sono altamente fissata ma trovatemi voi una scappatoia per questo posto.

Dove ero arrivata? Ah sì. Credo che la causa del mio "problema di relazione sociale" con Ricky West sia mia madre. Della quale non ho scoperto granché.


Nessuno di noi sa cosa facevano qui i nostri genitori. Mio padre era un'agente notturno. Operava solo di notte ora si spiega la sua assenza quando venivo svegliata dai miei incubi. Ma di mia madre non so assolutamente niente. Era anche lei un'agente. Una delle migliori. Questo è tutto ciò che so.

Vi racconto tutto questo mentre sono distesa sul mio letto a contemplare il soffitto nero. La testa sopra il braccio destro piegato e nell'altra mano libera sollevata sopra il viso tengo la collana con la farfalla. Dietro vi sono incise tre parole: speranza e conoscienza sono le ali e famiglia è il corpo della farfalla.

Non ho nessuno delle tre in questo momento. Tiro un sospiro e nascondo la collana in una cavità nel cartongesso che ho insico con il mio coltello.
Mi metto seduta stropicciandomi gli occhi. In questo momento la sveglia segna le 5:29 AM e tra poco la voce di qualche stronzo dei piani alti sarebbe risuonata in tutti i corridoi.

Scendo leggiadra per terra e apro l'armadio afferro una canotta pulita nera e la infilo liberando i miei capelli castani da sotto le bratelle.
Non sono cambiata granché, i miei capelli sono ancora medio-lunghi il viso asciutto, fisico slanciato... Forse ho qualche muscolo in più.
Leviamo il forse.

Sono ancora in stanza con gli stessi ragazzi di dieci anni fa. Stanno ancora dormendo tutti, ma non per molto.

5:30 A.M.

Alla ricerca della verità (In Fase Di Creazione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora