A casa di Oliver.

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Finito di fare i compiti decisi di mettermi comodo, intendo con i vestiti. Mi misi una gonna rosa con le francesine nere sotto, un maglietta bianca e le mie orecchie e coda nuove. "Papà?" Nessuna risposta. Scesi le scale e c'era mia mamma. "Dove andiamo così belli?" Chiese lei sorridente. "Vado a casa di un mio amico, torno per cena. Va bene?" Mi diede un bacio sulla fronte. "Si vai e divertiti, ma stai attento." Uscì di casa e scrissi un messaggio a Oliver.
A Olo
TRA CINQUE MINUTI SONO DA TE. DOBBIAMO PARLARE.
da Olo
OK.
Mesa che si era infastidito. Arrivai davanti la sua porta e bussai. "Ehi piccolino entra." Mi fece accomodare. Si sedette sul divano e ne approfittai. Mi misi con la pancia sulle sue gambe, come fanno i gatti per accoccolarsi sui loro padroni. "Oliver, sai come si fa il Daddy?" Smise di accarezzarmi i capelli. "No, dimmelo tu." "Devi sottomettermi, comandarmi quando siamo soli. Cose così." Mi prese per le spalle e mi fece sedere. "Io non voglio farlo. Voglio che tu ti senta a tuo agio con me." "Allora non puoi essere il mio padroncino. Però se vuoi possiamo stare lo stesso insieme quando ti va." Mi alzai e chiusi le tende del salotto. "Sai mi piace la tua gonna." Feci un mezzo sorriso. Tornai da lui e mi misi in ginocchio davanti le sue gambe. "Cosa vuoi che faccia?" Mi guardava perplesso. "Nulla." "Miao, sicuro?" Iniziai a massaggiargli le cosce. "Allora perché mi hai fatto venire?" "Volevo stare con te a farci le coccole sul divano. Denis non sei una puttana." Inclinai la testa. Gli allargai le gambe ed iniziai ad armeggiare con la zip dei suoi pantaloni. Una volta aperta infilai una mano al suo interno, massaggiandolo da sopra il tessuto dei boxer. "Allora non è questo quello che vuoi da me da quando ci conosciamo, ovvero da due anni?" Mi fermo la mano. "Si ma, io volevo farlo a te!" Divenne tutto rosso. "Ok allora fallo se vuoi." Arrossì ancora di più. "Siediti." Feci come mi disse. Adesso era lui a stare tra le mie gambe. Porto una sua mano tra le mie cosce. "Ehi ma indossi mutandine da donna!" Sorrisi. "Si, guardale meglio." Alzò la gonna e noto che erano di piazzo. "O dio Den sei così bello!" "Me lo dici sempre!" Dissi quella frase passando il mio dito sulle sue labbra. Oliver era immobile. "Toglimele." Me le tolse e le posò li vicino a me. "Wow." Inizio a baciare la mia asta. Quando arrivava alla punta leccava il piccolo foro e mi faceva impazzire. Afferrai i suoi capelli facendogli aprire un po la bocca. Lo spinsi verso il mio membro che accolse con gioia. "Succhia Oliver. Cavolo dovresti darmi tu degli ordini." Si staccò. "Non voglio darti ordini." Riprese a fare quello che stava facendo. Succhiava in una maniera divina. "Olo io sto per... Aaaah sto per venireeee!" Venni copiosamente nella sua bocca. Tossì. Per poco non lo soffocavo. Ingoio tutto. "Come sono andato?" Che domanda era? Mica voleva dire che era il primo che faceva. "È il primo che fai?" Abbasso lo sguardo. "Si." "Sei stato pazzesco. Sei molto bravo." Mi rimisi le mutandine e mi riappollaiai sulle sue gambe. Dopo un po la porta d'ingresso si aprì. "Oliver sono a casa." "Den cazzo mio padre, se ti vede mi ammazza, non sa che sono gay." Finita la frase ecco il signor Sykes fare capolino in salotto. "Oli.. Tu chi sei o meglio cosa sei?" Abbassai lo sguardo, avevo paura. "Papà lui è Denis un mio amico." "Bene, ceni da noi Denis. Non voglio un no come risposta caro." Oliver sgranò gli occhi. "Dovrei avvertire mia madre signore." "Dammi il numero ci penso io, tu e Oliver apparecchiate." "Visto Oli alla fine credo che lo sapesse già." "Den quando fa così ho paura. Si che ho tentato il suicidio un miliardo di volte, ma essere comprensivo dalla mattina alla sera fa strano." Sentivo il padre di Oliver parlare con mia madre. "Signora è la madre di Denis?" Pausa. "Perfetto, suo figlio resta a cena da noi, va bene?" Altra pausa. "Perfetto a risentirla." Aggancio. "Cosa le ha detto mia madre?" "Che va bene piccolo gattino." Mi arruffò i capelli e si diresse da suo figlio. "Oliver è molto carino il tuo ragazzo, finalmente mi porti qualcuno a casa." "Papà mi spaventi." "O no figliolo tranquillo, dopo aver saputo che tua mamma è lesbica perché non dovrei accettare te? Sei pur sempre mio figlio. Denis i tuoi cosa pensano di tuoi modi di fare?" "Bhe mia madre mi ha appoggiato da subito, però mio padre ci ha messo sette anni per accettarmi. Non mi parlava più, poi ha capito che ci stavo male e mi ha accettato." "Poverino! Ti piacciono i gatti rossi?" " mi piacciono tutti i gatti signore. Posso andare in bagno?" "Certo Den in alto a destra." "Grazie Oli." Sali le scale e Oliver ed il padre stavano parlando di me. "Oliver, devi essere duro con lui, non vedi che cosa è?" "Papà ma tu che ne sai?" "Bhe ecco il figlio di una mia collega è come il tuo amico ed il ragazzo lo comanda a bacchetta!" "Papà io non sono il suo padrone è mai lo sarò. Chi è questo ragazzo? Viene a scuola con me e Den?" "No, si chiama Jordan Fish, abita a tre case da qui. Allora tu e lui cosa siete?" "Amici papà!" Le scale, le avevo fatte tutte. "Daddy, Daddy, corri, mi sono fatto malissimo!" Oliver venne di corsa. "Ehi che ti sei fatto cucciolotto?" "Il ginocchio Daddy, mi fa malissimo!" Me lo massaggiò. E mi diede un bacetto. "Meglio?" "Si." Mi aiutò ad alzarmi e cenammo. "Signor Sykes grazie per la bella serata. Oliver a domani. Ah e pss. Io ho il numero di Jordan se vuoi dopo te lo mando." "No grazie, buona notte." Mentre mi dirigevo verso casa riconobbi quell'ammasso di ricci. Gli saltai sulla schiena. "Prendi tutto quello che ho, ma non uccidermi!" "Ben ma sei serio?" "Denis, fottiti cazzo mi ha fatto prendere un colpo!" Scesi da lui. "Scusami, non volevo spaventarti, e poi io non posso fottermi da solo, puoi farlo tu peró!" Mi strusciai su di lui. "Den hai già il Daddy va da lui che ti consola."  "Wooo, come siamo acidi, e se io non lo volessi?" "Bhe allora trovatene un altro perché io non sono un frocio a cui piacciono i gattini!" Se ne andò via. Io rimasi lì, allibito dalla sua frase. Tornai a casa, era deserta. Un biglietto era sul frigo.
DEN IO HO IL TURNO DI NOTTE E TUO PADRE ANCHE. CHIUDITI DENTRO E NON APRIRE A NESSUNO.
Erano le nove e mezza, decisi di farmi una cioccolata calda. Colpi alla porta. "Chi è?" "Sono Ben posso parlarti?" Ero incazzato nero con lui ma decisi di aprire. "Che vuo..." Le sue labbra sulle mie. Magia pura. Chiuse la porta mentre mi baciava e mi prese in braccio. "Scusa, perdonami." "Sai gli etero non baciano i maschi." Mi diede un altro bacio. "Den io non lo so cosa sono, ma mi sento attratto da te. Mi perdoni?" Odore di bruciato. "Cazzo la mia cioccolata." Spensi il gas e misi il pentolino nell'acqua calda. "Scusami te ne faccio una io che ti leccherai i baffi." "Ben alludi a qualcosa?" "Mhm oh già vero sei un gattino, Bhe meglio. Ho azzeccato frase." Mi preparò una cioccolata buonissima. Ci misimo sul divano e ci addormentammo abbracciati.
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CREDO POSSA ANDARE, MA BHO IO NON SONO PRATICA DI KITTEN. VEDIAMO UN PO CHE ESCE FUORI.

TUTTO CAMBIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora