Due

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Dopo tutto, non vi sono figli illegittimi,

ma solo genitori illegittimi.

Uno scrittore inglese.

«Perché sei bisessuale?» A tavola sempre 'sti di­scorsi dobbiamo affrontare, sempre le solite do­mande idiote mio fratello.

«Ether, ascolta, mi fa schifo che tu, proprio mia figlia, sia bisessuale e ...»

A quel punto persi la testa, non perché sentii quelle parole, no, le avevo già sentite tante volte, il problema era che in quel momento il "tante" era diventato "troppe" allora mi alzai di colpo spingendo indietro la sedia con le gambe «Mi dispiace, non puoi cambiare tua figlia solo perché ti fa schifo. Ho finito di mangiare, grazie.»

Andai dritta in camera, presi lo zaino che tenevo sempre lì, sull'attaccapanni, nel caso decidessi di an­darmene e quel momento era finalmente arrivato. Ci infilai dentro lo stretto indispensabile, un cam­bio, il cellulare, le chiavi del motorino e la foto di me e mamma; l'avevamo scattata a Saint - Tropez due anni prima.

Passai dalla cucina a dare un bacio a mamma «Ti voglio bene, non dimenticartelo e soprattutto non preoccuparti» glielo dissi lì, mentre quel deficiente continuava a mangiare tranquillo, come se nulla fosse.

«Ether Alexa Tomlinson, dove stai andando?!» urlò, fulminandomi con quegli occhi sanguigni.

«Da qualsiasi parte che non sia qui, assieme a te. Vaffanculo!»

Uscii dalla porta di casa sbattendola così forte che il quadro appeso al muro in casa cadde per terra.

«Karen! Non provare ad uscire da quella porta! Vieni qui subito!» Adam, costrinse la mamma a rimanere in casa, lo sentii urlare dalla finestra, lei voleva venire da me.

Non ci ero rimasta male da quello che aveva detto mio padre, era solo che davvero non lo sopportavo più. Non l'ho mai sopportato, l'ho sempre odiato, lui e i suoi vizi del cazzo di alzarsi la notte e andare ai Night Club a buttare nel cesso quei pochi soldi che riusciva a guadagnare la mamma.

Non era una novità ciò che aveva detto. Sinceramente non l'aveva mai detto esplicitamente, però ci girava sempre attorno, ogni giorno mi stuzzicava, doveva trovare sempre un qualcosa per farmi capire che non sopportava che fossi bisex, però non credevo arrivasse a tanto, non credevo lo di­cesse con così tanta cattiveria.

Il rapporto con Cath era come una relazione se­greta. Qualche mese prima avevo finalmente avuto il coraggio di dirlo ai miei, più che altro a Adam e a Matt, mamma ormai lo sapeva da quando ero ragaz­zina. Così Adam ha iniziato a torturarmi, perché non voleva, non si rassegnava al fatto che fossi "diversa" come diceva sempre lui. Ogni volta che c'era lui in casa Cathy non poteva entrare, se rispondeva lui al citofono diceva che non c'ero o che dormivo. Era per­fido, non si può chiamare papà uno così, lui non mi voleva affatto bene, lui non è mai stato un padre per me.

È solo un idiota, ipocrita e menefreghista. Non capisco come abbia fatto a sposarlo la mamma. Si è sempre comportato una merda, l'ha sempre trat­tata male «L'amore fa male. L'amore ti fa perdere la testa anche per uno pezzo di merda egoista».

Mi ricordo ancora quando tutte le sere guardavo mamma piangere nel letto in camera, Adam tornava alla mattina, la guardava "Cazzo ci fai ancora sve­glia? Và a dormire. Buona notte!" le diceva con voce roca, come se fosse una bambina da edu­care.

A volte tornava ubriaco e mamma si rifiutava di dormire con lui così si incazzava sempre di più. Quante notti ho passato a sentirli urlare, ad abbrac­ciare mio fratello. Quante volte mi alzavo per curarle i graffi che le procurava in faccia quel deficiente. Quante volte mi alzavo anche solo per abbrac­ciarla e darle forza. Quante volte ho avuto la voglia di prender su e andar via, con mamma e Matt, lasciandolo qui, lui, come un coglione. Quante volte l'ho detto a mamma e lei «No Eth, tranquilla, lo sai com'è fatto... fa così, ma poi migliora.» l'amore è cieco sì, ma molte volte è proprio fuori di testa.

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