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Mi sveglio, per lo strattone che Liam mi da.

Capii subito che eravamo arrivati.

Poi mi accorsi che qualche minuto prima stavo dormendo...

Come avevo potuto addormentarmi? Stupida, stupida, stupida.

Mi avvio fuori, insieme a Chris e Adam che gentilmente mi portano la borsa.

Una volta fuori Adam si dirige a prendere la mia auto, mentre io e Chris ci dirigiamo a ritirare le valige.

Verona, la mia tappa.

Con molta gentilezza dopo aver ritirato le mie tre valigie saluto Liam, ma lui sembra fregarsene, mi guarda e si gira infastidito.

Grazie buone maniere, non sono stata mai più imbarazzata..

Salgo in auto e ci avviamo verso casa.

La mia casa si trova in centro, dista circa 15 minuti da S.Martino il posto in cui dovrò lavorare.

Arriva, una signora di mezza età,  mi porge le chiavi, io abito al piano sopra di lei.

Chris e Adam iniziano a prendere le valige in macchina nel garage, mentre io salgo sopra.

“Casa dolce c- - “ mi blocco, nel vedere Liam uscire dall’altra porta affianco alla mia.

Faccio finta di non vederlo, dopo la reazione che ha avuto in aeroporto non voglio nemmeno parlargli, provo ancora vergona.

Poi decido di inviare un email a mio padre dal cellulare.

***

Da: Adrienne Rose Grey

A: Christian Grey

Oggetto: Sono sana e salva.

Hey papà,

sono arrivata, la casa e molto grande, ma è bellissima.

Grazie, tua figlia Rose x.

***

Mi risponde quasi subito.

***

Da: Christian Grey

A: Adrienne Rose Grey

Oggetto: Sono felice che ti piaccia!

Ciao tesoro,

mi raccomando, ora va a dormire domani hai il primo giorno di lavoro, e mangia qualcosa!!

***

Da: Adrienne Rose Grey

A: Christian Grey

Oggetto:  Non ho fame!

Grazie per il pensiero, ma penso che andrò a dormrire.

Notte <3

***

Faccio subito una doccia, dopo di che infilo il mio pigiama e vado nella mia camera.

Calci, schiaffi, pugni.

Sta risuccedendo, non posso sopportarlo, ti prego no.

Non riesco a vederlo in faccia, non vedo i suoi occhi.

La mano mi blocca la bocca, urlo ma non mi sente nessuno.

Vi prego salvatemi… è un incubo?

Non posso sopportarlo, sento il bruciore dai miei occhi chiusi dalla paura.

Sento il dolore delle sue mani sui miei polsi.

Non posso sopportarlo, vi prego no.

“Calma, calma, stai calma.”

Mi scuote le spalle.

Spalanco gli occhi e mi metto a sedere all’improvviso.

Ho l’affanno.

Sono sudata.

Ho sete, e sto morendo di paura.

“Che ci fai qui? Come sei entrato?” dico riprendendo fiato.

“Urlavi, ho buttato giù la porta, pensavo ci fossero dei ladri!” dice Liam.

“Scusami, scusami tanto per avervi disturbato.” Dico, e improvvisamente inizio a piangere.

“Scusa” dico ancora.

Mi alzo e inizio a camminare avanti e indietro.

“Cosa stavi sognando?” dice.

“Niente, niente.” Scoppio ancora di più a piangere.

Poi Liam si alza.

“Va bene, se ti serve qualcosa sono nella porta affianco.” Mi sorride.

“Sono il tuo vicino.” Gesticola con la mano.

“Grazie.” Dico sedendomi sul letto.

 Si dirige fuori, e chiude quello che resta della porta.

Incubi che non andranno mai via.

Cosa ho fatto per meritarmi questo?

Mamma, vorrei tu fossi con me, ora avrei ricevuto il tuo abbraccio, e un tuo supporto.

Lo sai mamma?

A volte ti sogno, tu mi parli, ma quello che dici è incomprensibile.

Vorrei solo un tuo abbraccio.

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