Mi affretto ad aprire la porta e guardare fuori, ma di lui non c’è traccia. Rientro dentro e mi affaccio alla finestra, lo intravedo salire nella sua auto nera per poi scomparire in lontananza.
Dopo la scorsa notte presi molto a cuore Liam, era diverso da come lo conoscevo, non era quel ragazzo antipatico che mi faceva le linguacce e mi stringeva al muro per darmi qualche pizzico o schiaffo. Probabilmente lo ammettevo, lo temevo ancora, avevo paura che ritornasse la persona infuriata con me, e non ne sapevo nemmeno il perché, era una povera vittima incapace di proteggersi da sola.
Vedi Niall che sbadigliava con una mano in testa.
“Che succede?” disse.
Esco fuori e gli invio un SMS.
L’autista di mio padre è già fuori che mi aspetta, mi apre la portiera mentre salgo.
Non so per quanto tempo stetti a pensare a lui, ero confusa, pensavo a Liam e avanti mi compariva sempre Niall.
Non so da cosa dipendessero questi pensieri, sapevo solo che tra mio Zio, la casa distrutta, il continuo pensiero verso mia madre, Liam, Niall, mio padre…
La mia testa voleva scoppiare e io non sapevo come dividerla.
In un balzo arrivammo fuori casa di Liam.
Solo guardando il mio vecchio appartamento e l’episodio di ieri sera mi vennero i brividi e i miei occhi si gonfiarono, ma mi trattenni.
“Cosa vuoi?” Liam mi aprì la porta.
“Posso entrare?” dissi innocente.
Mi fece spazio per farmi entrare, la casa era particolarmente pulita.
Mi spostò una sedia dal salotto facendomi sedere, poi si sedette anche lui, di fronte.
“Allora? Hai da dirmi qualcosa?” disse acido.
Lo guardai negli occhi, scavai nella borsa per poi prendere le chiavi, e la carta che aveva gettato lui poco prima.
“perché lo hai fatto?” dissi.
Liam spalancò gli occhi, poi tornò normale e iniziò a guardarmi negli occhi.
“Scusa, io non ce la faccio!” disse chinando il capo.
“Cosa non ce la fai a fare?” mi stavo preoccupando, Liam non era così, era forte, Liam era un bullo, cosa aveva?
“Non ce la faccio! Non posso dirti un perché!” disse.
Rimanemmo un po’ così in silenzio, poi cominciai a spicciare parola.
“Sai che puoi fidarti di me!”
Mi guardò negli occhi, per poi diventare rosso in viso e sfrecciare un pugno sul tavolo di legno.
“No, non puoi!”
Indietreggiai immediatamente con la sedia, avevo il cuore in gola, in cosa mi stavo cacciando?
Presi la mia roba e la rimisi nella borsa, vidi il tavolo ormai con un buco e il legno conficcato nella sua carne.
Andai via, subito. Liam era pericoloso.
***
Era ormai passato circa un mese, Liam si sentiva solo con mio padre che iniziò a far parte di una delle nostre guardie del corpo.
Iniziai anche a divertirmi, il rapporto con me e Niall si rafforzò, anche se qualcosa non andava in noi.
Si faceva sentire solo poche volte alla settimana, mi portava a ballare in alcune famose discoteche italiane, ma era sempre poco presente nella mia vita sia mentale che fisica. Tra noi non nasceva dialogo.
La nostra nuova casa era lussuosa, non paragonabile a quella in America ma era pur sempre bella e piena di camere.
***
Mi svegliai di prima mattina, erano circa le 8:00 quando guardai l’orologio.
Mi affrettai a raggiungere la porta, sentivo mio padre nel lungo corridoio suonare al piano, era un mago in questo riusciva a svagare la sua rabbia o tristezza attraverso il piano e oggi era sicuramente felice per la musichetta che produceva.
Aprii la porta trovando di fianco Liam nella suo vestito formale da lavoro.
“Liam!” esclamai.
Si voltò scrutando il mio corpo da capo verso basso, mentre si mangiava il labbro inferiore.
Cazzo! Mi dissi, ero ancora in pigiama.
Poi si decise a parlare.
“Signorina Rose!” fece un segno col capo acconsentendo.
Mi avvampai, mi faceva uno strano effetto, così mi voltai velocemente per chiudermi la porta alle spalle e rientrare nella mia camera, ma lui la bloccò.
Entrò nella mia camera dando prima un occhiata a mio padre, sicuro che non lo vedesse, poi si chiuse la porta alle spalle.
Indietreggiai sorridendo, mentre lui mi seguiva.
“Liam?” chiesi.
Mi guardò ancora mordendosi il labbro.
“Sei bellissima anche in pigiama!” mi disse.
“Mi sei sempre piaciuta e non ti resisto.” Continuò!
“Rose!” disse chiedendo una risposta.
“Liam!” dissi.
Toccai il muro con la schiena, sentendo il freddo delle pareti, e il calore sul collo, il respiro di Liam.
Iniziò a respirare pesantemente nell’incavo del mio collo, mentre la sua mano alzava la mia maglia rosa di seta scorgendo la pancia.
Chiusi gli occhi a quella sensazione, quando iniziò a baciarmi il collo sussurrando parole dolci: “L’unica che mi ha cambiato la vita, e non ti resisto. Sono caduto in un vortice che se non tu nessuno potrà tirarmi fuori, ti prego amami.”
Poggiò poi le sue labbra sulle mie insistente di arrivare alla mia gola.
La sua mano si abbassò sulla coscia, per poi ritrovarmi a cavalcioni su di lui.
Liam mi faceva uno strano effetto.
“-Quanto può far male L’amore?-
-Se sei innamorato e niente e nessuno potrà fartelo raggiungere ti sentirai perso, confuso, sarai pensieroso, speranzoso, starai male ma bene, soffrirai ma sarai felice e avrai un vuoto in te che nessun altro potrà colmare-” EloisiaPanella.
Già, Liam mi faceva questo effetto.
