Mio fratello già russa nella brandina che è stata affiancata alla mia. Provo a prendere sonno, ma non ci riesco, ho troppi pensieri per la testa.
Vado in salotto e accendo la tv. Mi accuccio su quel vecchio divano, proprio come da bambina, mentre trasmettono una noiosissima replica di una partita di basket.
Mi sveglio intrisa di sudore dopo un paio d'ore, sono le 3 di notte, ho fatto un incubo e all'inizio non realizzo di trovarmi qui.
Quando cerco la cucina e per sbaglio entro in bagno, mi ti ricordo finalmente che sono a Holover.
Non riuscirò a riaddormentarmi, quindi tanto vale farmi un caffè.
Mentre sorseggio la calda bevanda mi affaccio alla finestra. La notte mi ha sempre affascinato. È terrificante, ma calma allo stesso tempo.
Di notte ci vengono le idee migliori, invece di giorno ci pensiamo troppo su.
La strada in cui vivo è deserta, silenziosa, anche un po inquietante. Le stelle sono migliaia e al buio si vedono chiaramente. Quanto vorrei essere là fuori, da qualche parte.Sta albeggiando. Io sono uscita. Passeggiando mi schiarisco le idee. Da sola ho tempo per me stessa, per riflettere. So che i miei saranno furiosi quando rientrerò, ma in fondo non ho fatto nulla di male, sono solo andata in centro per esplorare questo posto di notte.
È come lo ricordavo. Eppure sembra diverso a quest'ora.
Insolito. Le vetrine dei pochi negozietti chiuse, poca gente che si attarda per le strade. Se non ricordo male, salire sul ponte per ammirare il fiume è uno spettacolo bellissimo, specie alle 4:30 del mattino. Mi fermo proprio lì, persa nei miei pensieri.
«Già. Non è poi così male questo posto di notte.»
Una mano sfiora la mia schiena.
Mi giro per vedere chi è che mi legge nel pensiero.
Forse un molestatore? In tal caso lo stenderò con una mossa di karate. Ah, no.
Un mio coetaneo. Carino.
Ha dei bellissimi occhi verdi che mi fissano, capelli scuri, alto...sembra il mio tipo, nonostante io sia fidanzata (non ancora per molto se mi trasferisco qui definitivamente). Ma io sono molto brusca, specie con le persone che non conosco.
«Ma che cazzo vuoi?»
«Oh scusami. Non è concesso parlare liberamente con la gente, da dove vieni tu, straniera?»
«Ah, beh, se è per questo io sono nata qui.»
«Ah sì? Se fossi di qui ti conoscerei. Non ti ho mai vista al liceo di Holover.»
Eppure c'è qualcosa di strano in lui, mi sembra di averlo già visto prima.
«Da settembre lo frequenterò.»
«E ora dove vai? Insomma...ci vai a scuola?»
«Certo. Non fammici pensare per piacere.»
«Qualcosa non va? Vuoi ritirarti?»
«No, no, è solo che sai, sarò costretta a cambiare liceo al terzo anno e sono un po' impaurita»
«Posso sapere solo dove vai a scuola, straniera?»
«Liceo classico Adams, a Rose Hill.»
«Mh...Rose Hill?!? Un po' fuori mano...»
«Già. Infatti quando ero piccola mi sono trasferita a Rose Hill, e adesso mi tocca tornare a vivere qui per il lavoro di mio padre.»
Chissà dove potrei aver visto questo ragazzo. Ha un viso troppo familiare... Ma no, che dico? Non posso conoscerlo.
«Wow. La tua storia somiglia terribilmente, anzi è identica a...»
«Cosa?»
Ho uno strano presentimento.
«Ah, no, nulla di che. Avevo una compagna di scuola, alle elementari, che si trasferì laggiù. Eravamo così uniti, ma non la sento da secoli, capirai ora è diventata una di città, e poi sono trascorsi anni, nemmeno la riconoscerei.»
Sono rimasta paralizzata.
Perchè si, sono passati 9 anni, ed è un secolo per chi non si è visto per tutto questo tempo, ma lui è proprio...
«Jimmy? Sei tu?»
«Ehm...sì, mi chiamo Jimmy, ma tu come lo sai...? Non capisco.»
«Ecco, questo forse ti aiuterà a capire. Io mi chiamo Lena.»
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200 Km Dalla Mia Vita
ChickLitLena ha quasi 16 anni, vive una vita perfetta nella tranquilla cittadina di Rosehill, ha due genitori che la amano e che pagano la quota mensile per la prestigiosa scuola superiore che frequenta. Ha un fidanzato dolce e bello, ha tanti amici, gioca...