Derek non seppe bene come riuscì a tornare a casa. Si ritrovò in bagno a fissarsi allo specchio, dopo aver detto ai suoi genitori che non stava bene. Ricordava a malapena del lupo, di essere tornato correndo e di aver sbattuto la porta di casa. Un'immagine vivida nella sua mente continuava a tormentarlo. Era certo che una creatura, probabilmente un lupo, lo avesse morso. Il dolore lo aveva perseguitato fino a quando lui, sul cortile di casa,aveva sollevato la maglietta per controllare la ferita, essa l'aveva accidentalmente esposta ai raggi lunari; ed era guarita. Completamente scomparsa.
Ora che aveva trovato la calma Derek riuscì a sentire dei cambiamenti, in lui. Riusciva a sentire tutti i rumori: dal gocciolio del lavandino in cucina fino alla tv accesa del vicino di casa, dalle chiacchiere dei passanti che passeggiavano dall'altra parte della strada fino allo schioccare della penna che sua sorella stava usando. La vista era incredibile: riusciva a vedere anche al buio più completo. E poi gli odori...con essi poteva distinguere il mondo intero. Avrebbe riconosciuto una persona anche a chilometri di distanza.
Ma per Derek era una cosa nuova. Così tanti suoni e odori insieme non riusciva a restare lucido. Gli riempivano la testa, gli martellavano nel cranio. Un forte attacco di nausea lo fece barcollare. Poi il dolore. E il cambiamento.
Qualcosa di disumano gli fece dolere ogni parte del corpo. Le spalle si assottigliarono, la colonna vertebrale si inclinò in una specie di gobba, i muscoli si fecero più solidi, più agili,più animaleschi, le unghie iniziarono a crescere, a inspessirsi, a curvarsi, fino a diventare artigli. Le orecchie si ingrandirono, si appuntirono e si ricoprirono di peli. I denti crebbero talmente tanto da uscire dalla bocca: erano zanne. Le sopracciglia si infoltirono e si corrucciarono, le guance si ricoprirono di pelo e la mandibola si sporse fino a ricordare un muso lupesco. Ma la cosa più inquietante furono gli occhi: rosso, del colore del sangue, e arrabbiati.
Una furia cieca s'impossessò di lui e Derek fu costretto ad aggrapparsi al lavandino per non perdere il controllo. Il ragazzo si disperò e un ringhio minacciava di uscirgli dalla gola. Ansimò. Udì i passi di sua madre in corridoio e la sua voce che lo chiamava. Sentì il suo odore, quello del suo profumo, del suo deodorante e delle carote che aveva appena cucinato, e il suo cuore battere.«Derek! Ci sei? Come stai? Derek apri la porta!»
Il ragazzo avvertiva la sua preoccupazione, la sentiva, la palpava come se fosse materiale. Il battito cardiaco di sua madre aumentava sempre di più e Derek temette di perdere il controllo. Si concentrò sui respiri finché non fu sicuro di aver recuperato l'utilizzo della sua voce.
«Sto bene, mamma.» ansimò. «Ho solo un po' di nausea. Tranquilla! Devo...solo...dormire!»
Doveva essere stato convincente perché sua madre se ne andò senza protestare più di tanto. La disumana sensazione sparì e quando Derek si guardò allo specchio era tornato normale, ma aveva ancora i sensi super- sviluppati.
«Credo che sia permanente» pensò il ragazzo.
Quando guardò l'orologio si accorse che era da poco passata la mezzanotte.
«Strano» sussurrò. L'orario non era strano di per sé ma Derek credette proprio che a mezzanotte dovesse essere accaduto qualcosa.«La trasformazione! No. Non è possibile! Non deve essere possibile!».
Purtroppo Derek sapeva che quella era la verità. Era come se avesse scoperto qualcosa, un mondo nascosto, o una parte di esso che non si è rivelata ai più.«Accidenti! Mi ci vorrà una bella dormita!»
In effetti Derek era sfinito, sconvolto da quello che era appena accaduto e una miriade di domande fecero capolino nella sua testa.«Vaffancaspio!» esclamò. Si buttò sul letto e si addormentò subito.
Camminava da molto tempo. Ore. Giorni. Forse anni. Finalmente, là, tra le rocce, spuntava un rifugio. Non era quella la sua meta, ma era stanco, tanto stanco e aveva bisogno di riposo. Era notte fonda e il rifugio illuminato dalla luna lo invitava a raggiungerlo. Esso era un normalissimo rifugio di montagna, in legno, con le finestre piccole e un teschio di cervo con tanto di corna appeso al muro.
Dopo un tempo che parve interminabile Derek raggiunse la porta. Il rifugio faceva parte di quel mondo che il ragazzo aveva appena scoperto. Sapeva che quel mondo sovrannaturale faceva parte del suo di mondo, di quella valle ed esso era un mondo oscuro, sinistro, dove la morte incombeva su tutto. E a confermare questa sua scoperta il teschio rise. Rideva di lui e le sue risa scossero tutto l'edificio. E, Mentre il cervo rideva, ombre scure si allungavano dalle sue corna, dalle sue orbite e da tutta la struttura. Il legno scricchiolava, un'ardente luce rossa arrivava dalle finestre e urla di creature sovrannaturali provenivano dall'interno. Erano risate! Derek, però, aveva bisogno di quel rifugio, ma sapeva che se avesse aperto quella porta sarebbe andato dritto... all'INFERNO!!!Derek si svegliò di soprassalto su un mucchio di foglie. Si guardò intorno, intontito, e dal indolenzimento dei piedi capì che aveva corso per tutta la notte nel bosco. Il ragazzo si rese conto che, fortunatamente, il rifugio era stato solo un sogno; il resto era realtà: era un lupo mannaro.
Come a confermare la sua teoria un lupo ululò.
Si alzò un po' maldestramente cercando di capire la provenienza dell'ululato; sentiva la sua chiamata e voleva rispondere! Ci volle una buona dose di autocontrollo per resistere alla tentazione, allora decise di uscire dal bosco, anche perché era mattina inoltrata.
Era giunto al limitare quando vide, appoggiata ad un lampione, una candida creatura dagli occhi di ghiaccio. Era una ragazza e lo stava aspettando.
STAI LEGGENDO
Werewolf's story
WerewolfÈ ispirata a teen wolf, la mia serie tv preferita, quindi ci saranno molti riferimenti ad essa. È nata come una storia per far divertire degli amici, spero che vi piaccia. Derek, un normale ragazzo, viene a contatto col mondo sovrannaturale. Esso, p...