SCIA DI SANGUE

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Derek rabbrividì alla vista di quella creatura. Essa era bellissima, fredda e terribile. Emanava un'aurea di gelida purezza; sembrava un angelo. Un angelo vestito di neve con le ali piumate, i capelli neri come il carbone e gli occhi due schegge di ghiaccio. Un angelo caduto dal cielo.
Cosa ci faceva una fanciulla, che Derek intuì non essere umana, lungo il suo cammino? Quella ragazza era l'esatto opposto del rifugio nel suo sogno, eppure apparteneva a quel mondo dove la morte domina su tutto, quel mondo sovrannaturale, quel mondo bellissimo e crudele.
Derek le si avvicinò, imbarazzato nel suo pigiama a quadretti, con timore. Quando la creatura parlò la sua voce era come la neve che gelava sulle foglie secche.

«Derek Tate! Dal ghiaccio dei monti più alti ho osservato Valle Ariosa. Sono Gwendolyn, una Nephilim, una creatura di questa terra, un essere dell'ombra, quindi del sovrannaturale. Ho visto la tua trasformazione e sono venuta ad avvisarti. Trova il tuo Alpha!»

Derek era sconcertato. Aveva paura di quella Nephilim, voleva scappare lontano da quegli occhi di ghiaccio, ma una parte di sé voleva rimanere. Il ragazzo sapeva di aver bisogno di risposte. Come vedendo il suo sconcerto, Gwendolyn proseguì.

« Trova l'Alpha. Trova il tuo capo branco. Senza di esso sei perduto. Tu hai bisogno di esso! Il mio posto non è qui. Io non posso rispondere alle tue domande, ma l' Alpha lo può fare. La fase iniziale è la più pericolosa; fino alla prossima luna piena tu sei in pericolo. Devi trovare il tuo branco il prima possibile! Mi raccomando: non puoi fare da solo: fatti aiutare! Non fare entrare i demoni!»

Detto ciò si staccò dal palo e gli volte spalle per andare per la sua strada. Mentre camminava sembrava non fare rumore e che i piedi non toccassero terra. Poi si irrigidì, come una colonna di ghiaccio, e si voltò, come se avesse dimenticato qualcosa.

« Hai fatto un sogno strano?»

Derek rimase pietrificato dalla domanda. I suoi occhi impazienti sembravano leggergli dentro, nella mente.

«S...si» boccheggiò « U...un...rifugio»
Per una frazione di secondo sul suo viso passò un' impercettibile espressione di preoccupazione, la prima sensazione umana su quel bellissimo volto innaturale. Quando parlò disse:
«Non aprire quella porta. MAI! In qualsiasi circostanza! Vivo o morto.»
Poi se ne andò, lasciando il ragazzo a bocca aperta. Derek rabbrividì al suo passaggio ma la sua assenza si riempiva con milioni di domande. E fu così che il licantropo si ritrovò solo nel sovrannaturale.
Erano ormai due ore che Derek camminava nel bosco, più deciso che  mai a trovare l'Alpha. Senza  informazioni, senza esperienza e senza la minima idea di come si facesse a trovare un lupo mannaro, il ragazzo si recava nel pericolo in cerca di aiuto e risposte. Ma il bosco non era più un luogo di passeggiate, dietro la bellezza erano acquattati i suoi abitanti, ombre che non dovrebbero esistere, pronti ad attaccare. Dietro gli alberi si muovevano sagome di creature leggendarie. Si udivano fischi e risate disumane, urla di una lenta agonia. I rami sembravano chinarsi come mani pronte ad afferrare chiunque capitasse a tiro e il vento tra le fronde sussurra una ninna nanna di morte.
Derek sentiva una presenza dietro le spalle, ma quando si voltava c'erano solo le solite ombre; e nella sua testa sentiva voci che gli chiedevano di entrare. "Non far entrare i demoni". Allora Derek li ignorava, li cacciava, ma ogni volta essi tornavano. «Se questa è la realtà non voglio sapere come sia l'inferno» pensava.
Utilizzava i suoi sensi per orientarsi e si spaventò quando, all'improvviso, sentì odore di sangue. Come attratto da una calamita, il ragazzo seguì quell' odore. Era buono, fresco e avvertiva già odore di carne in putrefazione. Era anche terrorizzante. Nonostante sapesse già cosa avrebbe visto, lo scenario che gli si parò davanti lo impressionò ulteriormente. Un cervo era inchiodato ad un albero, grondante di sangue; ed esso avevano strappato le corna e le avevano usate per trafiggerlo. Il povero animale aveva gli occhi sbarrati dalla paura e gli zoccoli erano consumati dalla corsa. Dopo essersi ripreso dallo shock, Derek riconobbe che c'era, oltre a quello del cervo, un odore sconosciuto, sovrannaturale. «Sarà l'Alpha che mi vuole condurre dal suo branco.» Derek rabbrividì al pensiero del capo che faceva seguire una scia di sangue ai nuovi membri. Il ragazzo notò che delle gocce di sangue erano state posizionate una dopo l'altra, in modo tale da formare una scia. Il sangue era quello del cervo che era colato dalle ferite causate dalle sue stesse corna. Seppur sconcertato Derek proseguì, deciso a trovar risposte.
Il secondo cadavere che trovò fu di una donna. Le avevano strappato tutti i denti e glieli avevano conficcati in gola e poi lungo il collo, fino a formare una specie di collana. E da quelle ferite sgorgava sangue le cui gocce formavano una striscia, come quella precedente. Questa volta l'odore dell'assassino era più forte, ma era strano, come se avesse qualcosa che non andava. Il ragazzo, per, non si lasciò impressionare e proseguì il cammino.
Questa volta Derek trovò due metà di cadaveri, quella superiore di un uomo e quella inferiore di un orso, cucite insieme dai resti del vestito dell'uomo. La scia di sangue era sempre presente, questa volta, però, era a rigagnolo e non a gocce. Il ragazzo fu orripilato da quello che le creature erano in grado di fare, ma la sua preoccupazione aumentò quando si rese conto che l'odore che lo aveva perseguitato non era affatto dell'Alpha, ma quando lo scoprì era ormai troppo tardi.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 20, 2016 ⏰

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