LUNA PIENA

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Nella Valle Ariosa, ai piedi delle Alpi, c'era la città di Eichen, unica nel suo genere; infatti prestava la maggior percentuale di casi di morti non risolti. Il numero degli abitanti era abbastanza costante, poiché ogni anno nascevano e arrivavano nuove persone e ne morivano altrettante.
Nonostante tutto gli abitanti vivevano normalmente, attribuendo le morti ad attacchi di animali.
Eichen era una città abbastanza isolata, che si manteneva da sola e gli abitanti lavoravano principalmente nei pascoli o negli alberghi, come in ogni paese di montagna che si rispetti in quella zona.
La vita a Eichen procedeva tranquillamente, le persone sparivano e morivano continuamente, tanto che la popolazione non si faceva più molti problemi al riguardo, polizia a parte.

«Derek allora vieni stasera?»

«c'è la festa alla fattoria fuori città, hai presente?»

«Ma sì, quella abbandonata. Faranno tipo discoteca!»

«Non so... dovrei studiare...»

«Dai vieni! Ci saranno tutti! Poi oggi è sabato!»
Alle scuole di Eichen i ragazzi delle superiori avevano organizzato una festa in una fattoria fuori città per festeggiare il cinquantesimo anno della fondazione delle scuole. Ad essa ci andavano tutti i liceali e alcuni ragazzi delle medie.
Derek era tra quest'ultimi; egli era un normale studente di terza media, un po' solitario, dedito allo studio; almeno lo sarebbe stato se non fosse andato a quella festa.

«Ok,va bene, ci vengo!»

«Grande!» esclamarono i suoi compagni di classe,dandogli pacche sulle spalle.

«Allora a stasera!»

«Aspettate! Ho bisogno di qualcuno che mi accompagni...»

Derek si ritrovò solo in mezzo al corridoio. Si era ritardato a raccogliere le sue cose ma di solito il sabato mattina gli studenti si precipitano a casa.

«Uff...sarò costretto ad andarci in bici. E non ho manco la ragazza da invitare!»

Derek mollò un calcio al cestino della carta e uscì a grandi falcate, borbottando tra sé. Scese di corsa i gradini della scuola, sovrappensiero. Per poco non inciampò su qualcosa che gli attraversò la strada e sparì tra i cespugli prima di capire che cosa fosse.

«Stupido gatto! Mi ha fatto prendere un colpo!» disse prima di sentire un fracasso, tipo metallo che cadeva. Si voltò di scatto, trasalendo, giusto il tempo per vedere la sua bici ridotta ad un ammasso di ferraglia.

«Ma cos...? Non era un gatto! La mia bici! Che caspio! Come può andare una giornata peggio di così? Per le mutande di Merlino!»

Erano le 21.00 quando Derek uscì di casa per recarsi alla festa. Il sole era già tramontato, la luna splendeva sopra le montagne e rischiarava le fronde degli alberi. Essa era tonda, piena, emanava debolmente la sua luce argentea, creando un'inquietante atmosfera. Tra gli edifici si creavano pozze d'ombra e le strade dormivano in un silenzio d'autunno.
I piedi di Derek scricchiolavano sulla strada sterrata che conduceva alla fattoria, la quale emanava luci colorate che contrastavano l'argento delicato della luna. Tutta quella luce artificiale e quella musica elettronica si estraniavano dal complesso di Valle Ariosa.
Derek rabbrividì nel freddo autunnale e guardò con diffidenza la vecchia fattoria.  Essa era in disuso da cinque anni ed,essendo fuori città e in buone condizioni, i ragazzi la utilizzavano per la discoteca e le feste. Derek osservò la folla di adolescenti in cortile, intenta ad aspettare i propri amici e a chiacchierare. Alcuni suoi compagni gli fecero cenno di raggiungerli e Derek si unì a loro a malincuore.
Il ragazzo,però,si sentiva a disagio in mezzo a tutta quella gente, lo spingevano, gli prestavano i piedi e la folla si stringeva sempre di più, fino a quando Derek non sentì più fiato nei polmoni. Allora cercò di respirare, di prendere aria, sentì il bisogno di allontanarsi da quei corpi sudaticci e scalmanati. Derek riuscì a fatica ad arrivare all'uscita, si precipitò in cortile e si fermò a respirare. Con le mani sulle ginocchia ingoiava avidamente l'aria autunnale,per qualche secondo quella era la cosa più importante. Il ragazzo si guardò intorno « nessuno si è accorto della mia assenza» pensò, e ne fu felice.

Derek non aveva nessuna voglia di tornare a casa, il bosco rischiarato dalla luna lo attirava, le ombre lo chiamavano, voleva assaggiare quella luce argentea, sentire i rumori della notte, ascoltare i sussurri della foresta.
Il ragazzo imboccò il primo sentiero che trovò per poi lasciarlo quasi subito e addentrarsi nel fitto del bosco.
Le foglie scricchiolavano sotto i suoi piedi, il suo respiro gelava e i rami lo sovrastavano minacciosi. La musica da discoteca di ovattava sempre di più fino a sparire del tutto. E calò il silenzio. Un silenzio innaturale. Le foglie non scricchiolavano più, il vento non muoveva più le fronde, non si sentivano gli animali.
«Non è normale...» il respiro di Derek gelò mentre sussurrava queste parole, ma egli credette di averle solo immaginate. Non un suono.
La luce della luna era gelida e si contrastava con le ombre. Essa era pallida e luminosa in cielo; neanche una nuvola la sfiorava. I rami degli alberi si scagliavano scuri contro di lei,minacciosi e imponenti , sembravano artigli di lupo.
«Sta accadendo qualcosa...» Derek rabbrividì. Scrutò il bosco con gli occhi spalancati. Le ombre si muovevano impercettibilmente, come se stesse passando un fantasma. Una pozza nera,un'ombra, si muoveva tra i tronchi, quasi impossibile da vedere. Derek indietreggiò, chiuse gli occhi,  sentì il rumore di una mascella che schioccava e delle zanne che mordevano la carne. Un dolore lancinante gli attraversò il fianco, un grido gli si bloccò in gola, del sangue caldo gli scivolò lungo il fianco.
Derek si ritrovò a fissare la luna.
Un lupo ululò lontano.

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