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"d-devo fare un patto con il diavolo." sussurrò nell'aria fredda intorno a lui, le labbra si mosserò appena quando pronunciò quelle parole. Il cuore di jimin batteva forte nel petto.

nel momento in cui quelle parole lasciarono la sua bocca, improvvisamente tutto si fece nero. no non era svenuto, gli angeli non svengono. ma era in una specie di stanza, che era solo miglia e miglia di buio senza fine. era in piedi su una superficie, ma non riusciva a vedere niente. poi, si rese conto che le sue mani ed il suo corpo non erano stati inghiottiti dal buio intorno a lui. ormai, jimin era confuso e spaventatissimo.

cercò di aprire le ali e volare, ma in qualche modo, non le aveva più. jimin quasi pianse al pensiero di non essere più in grado di volare, ma qualcosa lo fermò. tutto in una volta, proprio di fronte a lui, apparse un ragazzo dal nulla. jimin indietreggiò, spaventato dalla figura apparsa all'improvviso. "chi- chi sei? dove sono? cos'è questo!" jimin tremante chiese al ragazzo, alzando la voce un po' in un debole tentativo di intimidire lo sconosciuto.

il ragazzo era più alto di jimin solo di due pollici, e aveva i capelli incredibilmente biondi. i suoi occhi avevano il colore della pelle e i suoi abiti erano tutti sulle sfumature del nero. tutto di lui urlava pericolo. "oh, tu sei quello che mi ha chiamato. l'angelo. giusto?" disse il ragazzo, in una voce che era tre ottave più bassa di quella di jimin stessa. jimin respirò velocemente quando il ragazzo lo squadrò dall'alto in basso.

"c-chiamarti? i-io non ho chiamato n-nessuno." jimin balbettò, sembrando più stupido di quello che voleva dimostrare. si schiarì la gola per cercare di calmarsi meglio che poteva, non avrebbe lasciato che il ragazzo lo spaventasse. "oh, ma l'hai fatto, jimin. vedi, sono il diavolo." disse lentamente il ragazzo, girando intorno a jimin con un sorrisetto debole  sul suo pallido viso che faceva venire la pelle d'oca a jimin.

"sei il diavolo? pensi che io sia un idiota o qualcosa del genere?" jimin farfugliò, perché un ragazzo, che non poteva essere molto più grande di lui, sosteneva di essere il fottuto anticristo. jimin potrebbe essere ingenuo, ma di certo non era stupido. "idiota? no. leggermente stupido? sì. e guarda il tuo tono, mister dolce dolce. potrei cancellare la tua esistenza semplicemente schioccando le dita." disse il ragazzo, qualcosa di male sfarfallò nei suoi occhi scuri che fece chiudere jimin in se stesso.

jimin decise che era meglio ignorare il commento del ragazzo che diceva che era stupido, "guarda, non ho tempo per girarci intorno," dichiarò incrociando le braccia. aveva solo pochi giorni prima che taehyung morisse e non aveva il tempo di conversare con strani ragazzi raccapriccianti. "già, nemmeno io. quindi, andiamo dritti al punto. capisco il tuo amico, taehyung, vero? sta morendo o qualcosa del genere. ed hai bisogno del mio aiuto per salvarlo, no? ma io sono fottutamente satana, c'è bisogno di ripeterlo. quindi non dò il mio aiuto così, a caso. sono disposto a fare affari, penso." yoongi spiegò velocemente a jimin, puntandogli al petto con il suo lungo, e magro dito indice.

jimin finalmente capì che si trovava davanti al vero diavolo, e dire che aveva paura sarebbe un eufemismo. ma si raddrizzò, fece un lungo respiro, e parlò. "un affare?" se yoongi non fosse stato il diavolo, avrebbe pensato che jimin era carino. ma dal momento che lo era, decise di andare avanti senza altri pensieri di questo tipo, "sì un affare. devo farti lo spelling o qualcosa del genere?" rispose, incrociando le braccia con impazienza.

jimin scosse rapidamente la testa, la frangia gli scese sulla faccia mentre lo faceva. pensò per un momento, "cosa vuoi?" chiese semplicemente jimin, inarcando le sopracciglia. yoongi sorrise minacciosamente a jimin, con lo stesso luccichio nei suoi occhi. "te." sussurrò lentamente in un suo orecchio, facendo arrossire jimin. "me? c-cosa intendi?" jimin avvampò, i suoi occhi si spalancarono per la paura.

"intendo, che quando morirai, invece di andare in paradiso come tutti gli angeli, verrai nell'inferno con me. e sarai il mio leale compagno per il resto dell'eternità. " gli spiegò yoongi, giocando con le proprie unghie, come se questa era una cosa da tutti i giorni. yoongi pensava che jimin era carino (pensiero che non avrebbe mai ammesso), e non gli sarebbe dispiaciuto se l'avrebbe visto in giro.

jimin stava internamente morendo di paura, "t-taehyung sarà salvo?" lui confermò, con la testa abbassata. stava agitando i suoi stivali.  "già." disse yoongi, sospirando. "vivrà una vita sana finché non diventerà vecchio e morirà di vecchiaia, suona bene? poi andrà in paradiso. al contrario tuo, se accetterai la mia offerta." jimin rimase in silenzio per un attimo, e venne alla conclusione che tutto quello che voleva era che taehyung vivesse una buona, lunga vita. "ok." finalmente jimin decise di accettare, annuendo con la testa cercando di rassicurarsi.

"ok? stai accettando?" disse yoongi, con un leggero sguardo di incredulità sul volto. "sì, ma ad una condizione. rivoglio le mie ali. e voglio continuare ad averle quando verrò qui con te." jimin disse severamente, con le braccia incrociate, dicendo questo potrebbe fare o rompere l'affare. "certo, va bene. affare fatto?" yoongi gli mandò un sorriso. un sorriso vero e proprio. jimin sentì il cuore balzargli nel petto e non sapeva se fosse per la paura di vedere i denti bianchi perlacei di yoongi.

jimin lo fissò per un momento, ammirando la bellezza del viso di yoongi prima di riprendersi. "affare fatto." disse fermamente. si strinsero la mano, entrambi ignorando il fatto che le loro mani erano messe insieme perfettamente, senza un altro secondo, yoongi svanì. e jimin ritornò alla panchina, mentre la sua mentre riproduceva tutto quello che era successo.

DEVIL ― YOONMINDove le storie prendono vita. Scoprilo ora