Entusias-mente

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Marco corre per casa, anche per spostarsi da una stanza all'altra. E' un bambino frenetico, che esplode di una voglia di vivere rara. Frequenta la quinta elementare nel quartiere dove risiede in una bella villa con la sua famiglia. In classe è molto bravo. Solamente una volta capitò che i genitori vennero convocati per un colloquio speciale a metà del primo anno di elementari; era apparso attraverso uno studio comportamentale effettuato da una tirocinante durante le ore di lezione che Marco fosse un bambino estremamente introverso per la sua età, e che faticasse a stringere legami collaborativi con i compagni. Le docenti, avevano proposto un percorso con una psicologa infantile la quale avrebbe dovuto esortare la timidezza del bambino a farsi meno ed infine consegnarono ai genitori una lista interminabile di attività che il bambino avrebbe potuto svolgere al di fuori della scuola che lo aiutassero a interagire con tanti altri coetanei.


I genitori si allarmarono e iniziarono a propinare a Marco una serie di attività, metà delle quali lui non conosceva l'esistenza e altre che non poteva interessargliene un fico secco. Vi fu il periodo del calcio, durato un mese, ma gli dava fastidio dover correre fuori al freddo; smise per imboccare la strada del karate. Gli piaceva già di più, percepiva il contrasto tra la forza dell'arte marziale e la calma safirica che occorreva mantenere per poterla utilizzare. Ma entrato in casa un pomeriggio, subito esclamò: "Il maestro Alfredo è troppo antipatico. Mi prendo un periodo di pausa." Tra un tentativo e l'altro passarono i mesi, ma nessuna attività di gruppo faceva per lui.

E quindi ora non ha moltissimi amici; durante la ricreazione osserva. Solitamente a quell'età ogni bimbo o bimba ha il suo amichetto del cuore, quello con cui trascorre la ricreazione, o il pomeriggio per fare i compiti, ad esempio: Lucrezia che si pettina i capelli a vicenda con Alessandra; Valeria è un po' il maschiaccio tra le femminucce e piace giocare a rincorrersi insieme a Michele, che è un fulmine; Federico è sempre incollato al sedere di Francesco perché possiede un bellissimo game boy nuovo di zecca, Paola invece ha uno smartphone ultima generazione regalatogli dal padre e questo la fa credere : si crede invece si frequenta con quelle della terza molto più matura rispetto ai suoi compagni di classe. Marco, invece, sta con Marco: durante le lezioni ascolta, maneanche troppo. Fa i compiti al pomeriggio, molto sommariamente. Impara le poesie lunghissime a memoria, leggendole solo una volta. Nelle verifiche e nelle interrogazioni prende sempre 10 senza sforzarsi mai troppo. I suoi compagnucci di classe lo invidiano e si mettono in competizioni.

Ogni giorno è una sfida; la stupidità di quell'età è pensare che essere veloce sia sinonimo di bravura: rapido è chi sa: a rilento i pensanti. Nonostante tutti gli sforzi dei rivali, Marco riesce sempre a primeggiare a finire per primo non perché si ostini, ma per natura. La considerazione di genio che gli attribuiscono gli altri, spesso gli pesa e sbaglia apposta, per sentirsi al pari. All'uscita da scuola i bambini corrono fuori dal cancello, incontro ai genitori; chi la mamma e chi il papà e non manca giorno del calendario che lui venga additato da qualcuno per qualcosa del quale resta ignaro.



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