CAPITOLO 20

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Dopo aver conosciuto Luca, un tipo interessante e carino, mi invita a ballare, all'inizio esito, per Riccardo, ma accetto la sua proposta allettante.

Balliamo, e ogni tanto Matilde mi lancia occhiatine, che ignoro completamente. Una pazza.

Proprio alla fine dell'unica canzone che mi è piaciuta fino ad ora, noto una mano sulla spalla di Luca. Qualcuno da dietro lo ha afferrato e di colpo lo ha fatto voltare verso di lui, sembra incazzato...

X: sparisci da qui! Non ballare con lei!
Luca mi guarda triste e se ne va, è un uomo alto... Ma non sembra Federico...
X: Claudia cosa ci fai qui!?

Quando si mise davanti a me spalancai gli occhi dalla sorpresa, una brutta sorpresa.
Io:PAPÀ?!

Tutti i ragazzi si erano fermati e stavano ascoltando la conversazione, alcuni facevano finta di nulla, altri invece erano proprio curiosi.
Io: Cosa ci fai tu qui? Quando sei tornato? Io.. Io non ti vedo da sei anni, perchè non sei venuto a trovarmi, eh?

A quelle parole, ricordando il male che ha fatto a mia madre iniziai ad urlare dalla rabbia, fregandomene del pubblico che assisteva.
Io: SEI STATO VIA PER SEI ANNI E MI CHIEDI COSA CI FACCIO QUI?! Sei sparito, ci hai abbandonati e pensi di darmi anche degli ordini?! Chi ti credi di essere, eh?!
Papà: SONO TUO PADRE, NON PARLARMI COSÌ!

Mi afferra per un braccio e mi porta lontano da tutti quei ragazzi (come teee non hanno niente, come teee io non posso che, Okkei la smetto ahahah), che c'è? Non vuole dare spettacolo? In questo momento non me ne frega assolutamente niente della figura di merda che ho fatto!

Mi stacco dalla sua presa di forza.
Io: MIO PADRE?! TU NON SEI MIO PADRE, TU SEI SOLO UN CRETINO! HO SOLO IL TUO COGNOME! NON PER QUESTO SEI MIO PADRE OKKEI! Un padre sarebbe stato sempre con sua figlia, non l'avrebbe abbandonata, non lei, non sua moglie, né suo figlio! Tu non sei mio padre.

Lui mi guarda con gli occhi di chi ha sofferto tutti i mali e che ne stia sentendo il dolore solo ora. Ma non m'importa. Non può presentarsi qui e pretendere di essere chiamato padre e di essere abbracciato. Non merita nemmeno di essere ascoltato.

Io: non dici niente?! Vieni qui e ora non dici niente?!

Io: Oh merda, papà! PAPÀ!
Mi accascio a terra piangendo e afferro il suo volto con le mie mani che tremano, Oddio, non è successo veramente!
Io: QUALCUNO CHIAMI UN'AMBULANZA! VELOCE, CHIAMATE SUBITO UN'AMBULANZA!
Sento grida e gente che corre spaventata.
Piango davanti al corpo morente di mio padre, e al fatto che l'ultima cosa che gli ho detto è "Tu non sei mio padre"...
Alzo gli occhi al cielo e guardo chi l'ha pugnalato.

Io: Ti diverti a rovinarmi così la vita? Cosa vuoi da me? COSA VUOI DA ME!!

Cycatrice "In Revisione"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora