Prologo

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Una mano tremante e leggermente sudata si poggia sulla maniglia di una porta, incerta se abbassarla e varcare così quella soglia.

Un respiro profondo è preso e trattenuto per alcuni attimi, e la determinazione prende vita nei suoi occhi, abbassando la maniglia, entrando così in uno studio enorme.

-Buongiorno, Dottore.

La voce è un po' incerta ma comunque il ragazzo avanza verso il centro della stanza chiudendosi la porta alle spalle.

Si ferma quando giunge in prossimità della scrivania, su cui sono disposti ordinatamente alcuni fogli, notando che la poltrona su cui dovrebbe trovarsi il Dottore è rivolta verso l'enorme vetrata che fa da sfondo allo studio, mostrando la città sottostante e un panorama mozzafiato.

-Buongiorno, Signor Davis- si sente a un tratto provenire da dietro lo schienale.

-Prego, si accomodi, iniziamo la seduta- continua la voce.

Lentamente, la poltrona inizia a ruotare rivelando al ragazzo chi vi si nasconde dietro.


***


"Un altro omicidio è stato commesso durante la notte, avvenuto a seguito di una rapina. La polizia afferma che il rapinatore non fosse un esperto del mestiere e che l'omicidio è avvenuto molto probabilmente dopo esser stato scoperto dalla vittima. Il presunto rapinatore è stato catturato nel pomeriggio presso la propria abitazione in stato confusionale e pare non aver alcun ricordo di quello che è avvenuto durante la notte. Cosa ne abbia fatto della refurtiva resta un mistero poiché non è stata ancora ritrovata. Per ora, gli agenti, proseguono con l'interrogatorio dell'indiziato. In attesa di nuovi sviluppi sull'indagine passiamo al..."

La radio fu spenta al termine della notizia e l'auto proseguì per la sua strada avvolta nel silenzio. L'unico rumore percepibile dall'interno era lo scrosciare incessante dell'acqua che scendeva copiosa e gelata dal cielo plumbeo.

- La gente dovrebbe smettere di abusare di certe droghe e farsi curare, ma da uno bravo eh!- il sorriso sardonico che si dipinse sul suo viso fece scoppiare a ridere la persona di fianco a lui fino a farlo lacrimare.

-Si, certo, magari da te?!- disse guardandolo con ancora una risata mal trattenuta.

-Magari...- rispose il guidatore mantenendo il ghigno e scrollando le spalle.

Spense la macchina dopo aver parcheggiato nei pressi del bar che erano soliti frequentare quasi ogni sera dopo il lavoro; fortunatamente, quel giorno, era riuscito a trovare posto proprio davanti l'entrata, risparmiandosi così una doccia gelata.

Il bar era poco affollato; il brusio, unito alla musica soft di sottofondo, regalava un'atmosfera rilassante. Il riscaldamento al punto giusto rilassava i nervi tesi per il tempaccio, creando così un insieme che rendeva quel locale così accogliente.

I due amici chiacchieravano allegri, tra un drink e uno spuntino, di tutto quello che gli era accaduto durante la giornata e dei casi più divertenti e curiosi a cui avevano preso parte quando si accostò un ragazzo abbastanza nervoso e sguardo basso.

-Ch-chiedo scusa, chi di voi è il Dottor Evans?- chiese sempre con sguardo basso.

I due si guardarono un attimo perplessi.

-Sono io, come posso esserti utile?- alla frase aggiunse un sorriso rassicurante nel tentativo di farlo rilassare un po'.

Il ragazzo alzò lo sguardo fissandolo in quello del Dottore e, balbettando leggermente, proseguì –Mi d-dispiace disturbarvi ma... E-ecco, io... Ho bisogno di aiuto e il barista, al bancone, mi ha detto che lei è un bravo Dottore e potrebbe essere d'aiuto per i miei problemi e...- il ragazzo parlava a macchinetta, il nervosismo era evidente e il disagio nel parlare in pubblico davanti a due estranei ancora di più.

-Va bene Signor...?- lo stoppò a un certo punto il Dottor Evans.

- Ah, sì, mi scusi, sono Mark Stevens – disse allungando una mano per stringere quella che il Dottore gli tendeva.

-Molto bene Signor Stevens...

-Mark va più che bene! Signor Stevens non mi piace molto! – lo interruppe con enfasi. Sicuramente, pensò il Dottore, quello era uno dei molti problemi da affrontare in seguito.

-Molto bene Mark, questo è il mio biglietto da visita e se domani mattina chiamerai lo studio, la segretaria provvederà a fissarti un appuntamento il più presto possibile, così potremmo cominciare ad affrontare i tuoi problemi e cercare di risolverli. Che ne dici? – il sorriso sul volto a rassicurare il ragazzo che gli stava di fronte.

-Grazie infinite Dottor Evans, e scusatemi ancora per l'enorme disturbo.

-Non preoccuparti Mark. Buona serata.

Il ragazzo se ne andò e i due amici tornarono alle loro chiacchiere e ai loro drink.

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