Everything I Didn't Say

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La luce illuminava gran parte della stanza, riflettendo sulle pareti giochi di luce e ombre delicate, che rendevano l'atmosfera molto più rilassante.
Un piccolo raggio di sole colpì il viso della ragazza, facendola mormorare infastidita mentre si rigirava pigramente nel letto.

Infilò la testa sotto al cuscino, cercando di proteggersi da quella fastidiosa luce. Finalmente aveva trovato un po' di tranquillità, ma un leggero rumore spezzò la magia, segno che qualcuno stava bussando alla porta della sua stanza.
Lydia mormorò un "Avanti" con voce leggermente frustrata, mentre la testa di sua madre appariva nella stanza.

"Tesoro, c'è Stiles che vuole vederti"
Quelle parole furono come un secchio di acqua gelata, che risvegliarono immediatamente Lydia dal suo torpore, facendola sussultare leggermente mentre si toglieva il cuscino dalla testa e si voltava verso la madre.
"Fallo entrare" cercò di moderare il tono della voce, non facendolo sembrare troppo acuto o impaziente.
La madre annuì leggermente, sorridendo divertita a causa della reazione della figlia, e scomparì nel corridoio.
Lydia saltò giù dal letto, avvicinandosi allo specchio e cercando di dare un contegno a quella massa scompigliata che si ritrovava in testa.

Provò anche a ricoprire le occhiaie che circondavano i suoi occhi, ma ci rinunciò quando sentì dei passi avvicinarsi sempre di più.
Ritornò velocemente a letto, sdraiandosi e strofinandosi leggermente gli occhi, mentre un ragazzo iperattivo e imbarazzato si fermò sulla soglia della camera.

"Ehi"
"Ehi"
Lydia guardò il ragazzo davanti a sé, che si torturava leggermente le mani, e sorrise spontaneamente.
"Cosa ci fai qui?" inclinò leggermente la testa, osservando curiosa il ragazzo, mentre quest'ultimo si avvicinava al letto e si sedeva lentamente su di esso.
"Volevo assicurarmi che tu stessi bene"
"Perché?"
"Perché ero preoccupato per te"
Nel momento in cui pronunciò quelle parole, Stiles scosse la testa, come a voler cancellare qualcosa dalla sua mente.
Questa scena l'ho già vista, pensò divertito.
Lydia lo fissò confusa e lui si affrettò a spiegare:
"Si, insomma...ieri non sei venuta alla riunione e così...pensavo non stessi bene"

"Oh"
Sul viso di Lydia era dipinta un'espressione leggermente sorpresa, e anche un po' imbarazzata.
Stiles la osservò, cercando di capire perché Lydia sembrasse così tanto a disagio.
"Ieri ho passato tutto il pomeriggio insieme a Parrish. Abbiamo fatto alcune ricerche sulle ultime aggressioni e il tempo è passato prima che ce ne accorgessimo. Avrei voluto avvisare ma quando abbiamo finito era passata mezzanotte" schioccò la lingua, come se stesse ammettendo il suo più grande crimine.
Non sapeva perché si sentisse così in imbarazzo, insomma, lei era Lydia Martin, era libera e per di più era grande e vaccinata, poteva fare quello che voleva. Eppure non riusciva a togliersi quella sensazione che le attanagliava lo stomaco.
Alzò lo sguardo verso il ragazzo seduto vicino a lei, e lesse nei suoi occhi la delusione, velata dallo sguardo sorpreso che aveva dipinto in faccia.
Distolse lo sguardo, puntandolo in un punto indefinito della stanza, sentendosi improvvisamente colpevole.
Stiles era venuto fin a casa sua per accertarsi che stesse bene, perché era preoccupato, e forse anche gli altri lo erano stati per lei, mentre lei era con Parrish.
Stiles si mosse a disagio, sbattendo più volte le palpebre e schiarendosi la voce.
"Oh, capisco" la delusione era facilmente palpabile.
"Beh, l'importante è che tu stia bene...io...credo che ora debba andare"
Si alzò velocemente, sistemandosi la maglietta e avvicinandosi alla porta con passo frenetico, quasi non vedesse l'ora di scappare da quella casa, di scappare da lei.
"Aspetta!"

Con uno scatto, Lydia si ritrovò in piedi, la vestaglia blu che gli svolazzava intorno e che ricopriva solo una piccola porzione di gamba.
Stiles deglutì, distogliendo lo sguardo. Aveva visto Lydia con vestitini molto più corti, diamine, l'aveva anche vista nuda una volta, ma l'effetto che gli faceva era sempre lo stesso. Riusciva sempre ad abbagliarlo, togliendogli il respiro e anche la capacità di pensare lucidamente.
La fissò, aspettando che continuasse.
Lydia, d'altro canto, non riusciva a trovare le parole adatte.
Gli avrebbe voluto dire un miliardo di cose: avrebbe voluto dirgli che gli dispiaceva di averlo fatto preoccupare, che la prossima volta che avrebbe avuto un'impegno l'avrebbe avvisato, ma soprattutto, per qualche strana ragione, voleva rassicurarlo del fatto che tra lei e Parrish non era successo niente, che era stata solo un'altra noiosa serata piena di scartoffie e di aggressioni sovrannaturali e che si sarebbe divertita sicuramente di più se al posto di Parrish ci fosse stato lui, con le sue intuizioni geniali e il suo sarcasmo.
"Dì a Scott che mi dispiace di non essere venuta ieri. E chiedigli anche se ne potremmo fare un'altra, di riunione, così almeno mi dite di cosa avete parlato"
Lo sguardo di Stiles, che fino a quel momento era stato curioso e speranzoso, tramutò, e tutte le emozioni che erano dipinte sul quel viso scivolarono via, lasciando spazio solo alla delusione e alla tristezza.
Lydia si maledì per essere così stupida e codarda quando si parlava di esternare le proprie emozioni.
"Va bene, glielo dirò. Ci vediamo, Lydia" fece un cenno con la testa e sparì oltre la porta, chiudendola con un po' troppa forza.
Lydia sospirò frustrata, passandosi una mano tra i capelli e ricadendo a peso morto sul letto, fissando insistentemente il soffitto.
Perché devo sempre rendere le cose ancora più complicate? pensò esasperata.
"Avete litigato?"

Everything I Didn't Say || StydiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora