VI parte I

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Liam aveva dribblato le domande di chiunque quella mattina, aveva evitato chiunque e si era rinchiuso in un mondo immaginario fatto solo dei suoi pensieri e delle sue convinzioni – che da quando avevano fatto la conoscenza di Zayn Malik, si erano sgretolate completamente .
Chiuse gli occhi e si dondolò con le ginocchia strette al petto e il cappuccio del mantello tirato su fin sopra la testa. Aveva gli occhi fissi su un punto sulla parete, gonfi e ancora velati dal sonno che non era riuscito a prendere per neanche un istante quella notte.
Dopo che Liam era miserabilmente venuto, arrossendo fino alla radice dei capelli, si era tirato su i pantaloni ed era uscito dalla stanza senza proferire parola.
Aveva lasciato Zayn senza neanche un “scusa”, tornandosene velocemente al dormitorio, perché andiamo, la lucidità era stata in grado di colpirlo con la forza di un uragano.
Come aveva potuto lasciarsi toccare in quel modo, abbindolato dal volere del suo carnefice senza alcun riguardo per se stesso? Si sentiva spogliato, con tutte le sue paure messe a nudo.
Il pensiero di non aver dimenticato era ancora lì, in un angolo non remoto della sua testa, pronto a tornare all’attacco per colpirlo nuovamente come uno schiaffo in pieno volto.
Si era sentito talmente umiliato e imbarazzato, che non appena toccò le lenzuola ghiacciate, dovette rialzarsi e sprimacciarsi gli occhi con le dita, prendendo dei grossi respiri, perché l’odore di Zayn sembrava fosse finito sotto pelle.
E quel portami con te. Quella frase che aveva avuto il potere di farlo rimanere a fissare le crepe sul soffitto per tutto il tempo, con quelle parole che da litania, risuonavano nella sua testa.
Aveva già il baule pronto, mancavano solo un paio di camice, ma prima di inserirle, decise di alzarsi e di chiarire questa storia una volta per tutte.
Ci aveva pensato, nonostante sentisse costantemente le dita di Zayn attorno al suo pene, aveva pensato alla risposta.
Uscì dal dormitorio, e incominciò a incamminarsi lentamente verso il dormitorio Serpeverde con un’unica risposta in testa, e un discorso da urlargli in faccia.
Si guardò intorno a disagio, come se quei corridoi non li avesse mai girati, con un cipiglio perplesso in fronte.
Strisciava le sue scarpe sul pavimento lucido e emise un gemito sorpreso, quando l’ennesimo fantasma lo trapassò, donandogli la sensazione di una doccia ghiacciata addosso; sperò solamente che non ci fosse in giro il Barone, o sarebbe scappato a gambe levate.
Eppure, quando invece del fantasma del Barone Sanguinario, allo svoltare dell’angolo, trovò una cosa ancora più spiacevole.
Si spalmò contro la parete di marmo, tese quasi un’orecchio quando la voce di Eleanor Calder gli giunse forte e chiara all’udito, facendolo arrossire e sgranare gli occhi.
«Dobbiamo farlo fuori. È fottutamente d’intralcio!» stava dicendo, e Liam deglutì a vuoto, quando scorse leggermente il volto crucciato di Stanley Lucas che se ne stava con le spalle al muro e le braccia incrociate al petto, con un’espressione di superiorità sul viso e una Eleanor Calder più tosto irritata davanti.
«Come posso portare a termine il mio piano se quel mezzosangue è in mezzo ogni volta?» Liam si sporse e si morse forte il labbro quando intuì che stavano parlando di lui, «Zayn Malik che se la fa con quel mezzosangue di Payne» Stan emise un verso schifato, e Liam si trattenne dall’uscire allo scoperto e picchiarlo a sangue.
«Sono stata una brava fotografa, ammettilo» Liam emise un leggero verso di disgusto, quando Eleanor si mise languidamente tra le gambe divaricate di Stanley, «dimmi ancora quanto sono stata brava» diceva con voce intrisa di piacere e malizia, «sei stata più che brava» biascicò il Serpeverde, baciandole il collo scoperto.
Liam chiuse gli occhi e si sbatté una mano in fronte, e «ovvio!» sussurrò a se stesso, «ferma, fermati cazzo!» Stan fermò le mani frettolose della castana che erano già corse a slacciargli la cintura, «c’è qualcosa, io- ho sentito un rumore, El» mormorò frettolosamente, e Liam sgranò leggermente gli occhi, cercando di mantenere la calma.
«Sta calmo, verrà da fuori. Ti stai agitando troppo ultimamente. Posso aiutarti a rilassarti, Stan» Liam gettò un’altra occhiata e osservò leggermente il viso di Stan che annuiva e si passava una mano tra i capelli scuri, «si, scusa e- questa storia di Malik, mi sta prendendo un po’ troppo» basta, pensò Liam rimettendosi in piedi cercando di sgattaiolare via senza farsi sentire, senza prima aver sentito forte e chiaro il “ce la faremo a portare a termine il piano” da parte di Eleanor, che gli fece mancare un battito.
Poco dopo, Liam stava camminando veloce, il mantello che svolazzava da destra a sinistra come un dissennatore alla ricerca della prossima anima di cui cibarsi, fin quando non sbatté contro qualcosa di duro, venendo sbalzato leggermente all’indietro.
«Payne» Liam si passò entrambe le mani sul viso e si rialzò dal pavimento per andare incontro a Zayn, ignorando il tono irritato con cui gli aveva appena detto “guarda dove vai”, afferrandogli le spalle saldamente.
«Finalmente» esclamò Liam con tono esasperato mentre il rossore dovuto ai ricordi della sera prima, si fece spazio sulle sue guance.
Zayn inarcò le sopracciglia e si scostò, ricomponendosi «che succede?» chiese toccandogli un fianco.
«Io- io ho sentito delle cose. Dobbiamo andare a parlare in un posto più sicuro» snocciolò velocemente, non era il momento, e sicuramente Zayn non gli avrebbe creduto.
Deglutì e si ricordò di ciò che doveva chiedergli una volta arrivato al dormitorio, «tu sei davvero intenzionato a venire con me a Londra?» Zayn roteò gli occhi e distogliendo lo sguardo annuì, «ma perché?» chiese Liam in un sussurro.
Zayn si guardò intorno e ringhiò sottovoce qualcosa di incompreso, prendendo il braccio di Liam per condurlo in una stanza vuota, che sapeva di muffa, ma tanto valeva accontentarsi.
«Allora?» chiese Zayn allargando le narici e incrociando le braccia al petto, «allora cosa? Sei tu a dovermi delle spiegazioni!» sbottò il castano, sorpreso da tanta arroganza.
«Io? Ma che cazzo vuoi che ti dica Liam» sbuffò il moro, voltandogli le spalle per non guardare quel viso che aveva sognato per tutta la notte.
Si era svegliato con una terribile emicrania quella mattina, e neanche un litro d’acqua e vomitare due volte di fila, erano serviti a farlo sentire meglio.
Se entrambi avevano sperato di poter dimenticare quella serata bollente, si sbagliavano di grosso.
Zayn era imbarazzato almeno tanto quanto Liam; tutte quelle azioni involontarie, sarbebero dovute rimanere nella propria testa, Zayn lo sapeva.
Sapeva che alcool e Liam, non dovevano essere nella stessa stanza a sua disposizione, perché si sarebbe lasciato prendere la mano, e così è stato.
Ma ormai non si poteva tornare indietro, pensò, quello che è fatto è fatto, «mi dispiace okay?» asserì, non sentendosi infastidito per essersi abbassato a così tanto.
Detestava chiedere scusa.
«Non avrei avuto toccarti in quel modo. Magari neanche volevi e-» si bloccò sospirando mentre si grattava la testa, «ero ubriaco e tu pure. Me ne sono approfittato» Liam abbassò la testa e annuì mordendosi il labbro «ero consenziente» borbottò.
Zayn aggrottò le sopracciglia «volevo» rialzò il viso per guardarlo negli occhi, «volevo farlo anche io. È questo a preoccuparmi» e fece un sospiro intenso.
Rimasero in silenzio per alcuni minuti senza guardarsi in faccia, pensando al da farsi e a ciò che ci fosse da dire.
Ma nessuno dei due voleva compiere il passo finale e uscire dalla porta per non guardarsi più indietro.
Zayn non voleva andare a casa, se pensava a come sarebbe stato ritornarci e stare con la sua famiglia ricolma di falsità e ipocrisia, gli veniva da piangere.
E Liam non voleva tornare a casa da solo ad annoiarsi per due settimane, con sua madre a rompergli le palle ventiquattro ore su ventiquattro.
«Perché vuoi venire con me?» chiese allora Liam interrompendo il flusso dei pensieri di entrambi, Zayn scrollò le spalle e non rispose, facendo alterare Liam.
«Dimmi perché cazzo vuoi venire con me!» sbottò prendendolo per le spalle per premerlo contro il muro, «pensi che io sia stupido? Scommetto che è un altro dei tuoi stupidi giochetti. Perché dovrei portarti in casa mia, dopo tutto quello che mi hai fatto. Dammi almeno una fottuta motivazione!» disse tra i denti a un palmo dal suo viso.
Zayn avrebbe avuto diversi modi per rispondergli, dallo sfacciato, al malizioso e al serio; scelse l’ultimo, anche perché Liam era davvero minaccioso in quel istante, con quello sguardo e quei muscoli enormi e rigidi ai lati del suo volto.
«La mia famiglia…» incominciò distogliendo lo sguardo, «vive in una situazione difficile. Mio padre sta male perché è molto malato e mia madre non fa altro se non sedersi affianco a lui per tutto il giorno. Sarei solo, chiuso nel mio silenzio e nella mia stanza per giorni. Nessuno con cui parlare o sfogarmi, perché l’unica cosa che sanno dirmi è che devo sposarmi al più presto.
Vuoi la verità? Fa schifo essere ricchi Liam, avevi ragione» disse con un sorrisetto spettrale sul volto, mentre la sua facciata incominciava a crollare dinnanzi a un Liam incredulo.
«Così come fa schifo la mia vita. Ti invidio, saranno anni che lo faccio, che ti tormento solamente perché vorrei avere un briciolo della fortuna che hai tu. Tutti quegli amici che sono pronti a morire per te, ma fanculo Payne. Chi cazzo sei tu?» sputò con sdegno sul volto quando Liam lo lasciò andare.
«Hai una madre che ti ama per quello che sei, hai un futuro che tu puoi comandare, e puoi scegliere chi vuoi. Puoi farti piacere chi desideri senza- senza farti condizionare da un figlio di puttana costretto a letto» si sfogò con le lacrime agli occhi, «non posso fare niente perché mi tolgono persino il respiro, Liam!» gli urlò contro e Liam incassò deglutendo a fatica, di fronte a quell’uomo a cui era stato tolto tutto.
«Ti basta questo? O vuoi anche tu impormi qualcosa già che ci sei?» Liam scosse la testa e si scansò da lui, uscendo da quella stanza la cui aria era diventata irrespirabile.
Si fermò dopo qualche passo fuori dalla porta, e si voltò per guardare Zayn, facendogli capire che poteva venire con lui, anche se la sua decisione era già stata presa.
La scuola era già parecchio silenziosa quando si lasciarono con la decisione di ritrovarsi all’arrivo delle carrozze.
Liam trascinò il suo baule giù per le scale, pensando che non aveva neanche salutato Josh e che per questo avrebbe dovuto chiedergli via lettera, ciò che fosse successo con Danielle la sera del ballo, poiché li aveva visti esibirsi in un lento abbastanza passionale.
Neanche Niall aveva avuto l’occasione di vedere, pensò, e per un attimo si rattristò per non avere ascoltato le parole sconnesse e iperattive del suo amico, quando gli stava spiegando ciò che fosse successo con Louis.
Niall Horan, era stato preso dal panico, quando dovette salutare Louis Tomlinson quella mattina. Si erano lasciati la sera prima, con la richiesta che si sarebbero per forza dovuti vedere il giorno seguente per salutarsi.
Louis si era sporto leggermente in avanti e aveva catturato le labbra del biondo in un bacio casto, prima di sorridere e voltarsi per ritornare al suo dormitorio.
Niall era sprofondato lungo la parete con gli occhi lucidi dall’emozione e le labbra rosse su cui aveva premuto le dita per tastarne il calore.
Non avrebbe mai dimenticato cosa fosse successo quando la bottiglia si era voltata nella sua direzione e poi su quella di Louis, esattamente dopo che Zayn Malik era rientrato nella stanza da solo ma con le guance arrossate, facendogli dimenticare il tutto.
Si era alzato e aveva afferrato un po’ esitante la mano che Louis gli stava porgendo, e si erano chiusi la porta alle spalle.
Niall aveva cominciato a torturarsi le dita a disagio, fissando il pavimento con talmente tanta intensità da non aver notato la figura minuta di Louis avvicinarsi e prendergli il mento tra le dita, «non ti obbligo a fare niente che tu non voglia» gli aveva detto, soffiando sulle sue labbra.
Niall aveva esitato e aveva scosso la testa, «io voglio, solo- » Louis non l’aveva lasciato finire, aveva poggiato le sue labbra sottili e calde su quelle inesperte di Niall in un bacio lento e languido, che fece dimenticare tutto il resto al Corvonero.
E quei sette minuti, quell’infinità di secondi, loro neanche la sentirono, talmente erano persi a baciarsi e ad accarezzarsi con una dolcezza spropositata, seppure avrebbero voluto abbattere una volta per tutte le barriere e accendere la foga di quel bacio mancato che per troppo tempo entrambi avevano desiderato.
Poi sul più bello, con le labbra gonfie e lucide di saliva, Louis si era staccato, gli aveva lasciato un bacio sul mento e aveva infilato la mano in tasca.
«Volevo dartelo prima, ma pensavo che forse, non era il momento giusto» Niall aggrottò le sopracciglia, perché vederlo così in difficoltà  era strano per lui.
Louis gli porse il regalo incartato con cura e osservò il viso di Niall colorarsi di un rosso acceso, gli occhi balenare dall’incarto al suo viso sempre più confuso, «Niall, è per te» ridacchiò mettendoglielo tra le dita.
Il biondo non aveva mai ricevuto tanti regali in vita sua, perché la sua situazione in famiglia, era abbastanza critica. Si dovevano far bastare le cose che avevano e utilizzarle con parsimonia.
Il natale era sempre la situazione più critica, eppure sua madre trovava sempre il tempo di fargli un maglione a maglia, e suo padre di regalargli una nuova scopa.
Si faceva bastare tutto ciò. Ma quando scartò l’incarto e lo gettò sul pavimento, i suoi occhi si illuminarono e le dita incominciarono a tremare.
«L-Lou» sussurrò, e Louis gli cinse la vita con un braccio, aiutandolo ad aprire il piccolo cofanetto blu scuro.
«Buon natale in anticipo, piccolo» gli disse con voce flebile, osservando Niall diventare più che paonazzo e commuoversi.
«E’- è, la cosa più bella che qualcuno mi abbia mai regalato» disse con voce tremante e bagnata, ignorando le lacrime che scorrevano sul suo viso e che prontamente venivano saggiate dalle dita di Louis, che sorridente gli baciava le gote arrossate.
«L’ho trovata a Hogsmade. Quando l’ho vista in quella gioielleria, ho pensato subito al colore dei tuoi occhi» incominciò Louis prendendo il ciondolo argento, «dicono che sia stato fatto dalle sirene» sussurrò con un sorriso sul viso, quando si mise alle spalle del biondo per allacciargli il ciondolo intorno al collo diafano.
E Niall non riuscì a descrivere come si sentiva in quel momento quando sfiorò il ciondolo azzurro appeso al suo collo, prima di abbracciare e baciare Louis fino a consumarsi le labbra.
Si sentiva felice. Come mai in vita sua.


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