VIII parte I

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La mamma di Liam era sempre stata chiara nel dirgli di non fidarsi mai di certe persone, e se proprio doveva, allora doveva esserne sicuro al cento per cento, che queste gli stessero raccontando la verità.

Si era fidato, era questo a farlo sentire cieco di rabbia, si era fidato totalmente e si era donato nelle mani della persona sbagliata.

In quel momento, si stava chiedendo dove avesse sbagliato, e in che modo, mentre gli schiocchi delle labbra del suo amante, continuavano a farlo sentire sempre più triste e deluso da se stesso e da Zayn.

Non si sentiva tradito, si sentiva frantumato, spezzato, mutilato. E avrebbe tanto voluto tapparsi le orecchie per sempre, se solo le parole di Louis, non fossero impresse nella sua testa.

Sembra così premuroso quando ti accarezza, ti fa sentire importante, ti riempie di attenzioni per farti credere l'esatto contrario. Poi quando meno te lo aspetti, ti spezza definitivamente.

Ma non aveva mai provato a credere quanto quelle parole fossero vere e dolorose sulla propria pelle.

«Eh già, sono proprio carini, mh? Era tanto che Zayn desiderava farlo. Te ne ha mai parlato?» Liam non trasalì, semplicemente, rimase con un'espressione a metà tra lo schifato e il sorpreso che quel viscido bastardo si trovasse proprio alle sue spalle, e che la sua sudicia mano in quel momento, si trovasse proprio sulla sua spalla.

«Non dovrebbero riguardarti gli affari di un mezzosangue, o sbaglio, Stan?» Liam si alzò in piedi per fronteggiarlo, guardandolo nel modo più tagliente possibile, «uh, eccolo qui il mio ragazzone. Hai finito di piangerti addosso come solo una troia ferita può fare?» rise sprezzante, e Liam sogghignò sarcastico colpendolo al viso con un pugno, «bene, ti aspettavo» Liam si voltò di scatto, provocandosi una fitta al collo che lo fece sibilare di dolore.

«Dai Stan, smettila e prendilo!» Liam si accigliò e guardò alle spalle di Eleanor, Zayn il quale si erse sulle sue stesse gambe, la raggiunse portandole le braccia intorno alla vita, e le baciò il collo lentamente, come se lui non ci fosse, come se niente ci fosse.

Liam si costrinse a prendere un lungo respiro, perché non aveva senso incazzarsi - nonostante un peso opprimente lo stesse facendo soffocare - avrebbe dovuto andare avanti, se l'era promesso «sei infelice, piccolo mezzosangue?» si finse dispiaciuta la castana, toccandogli la guancia con due dita, «presto avrai davvero l'occasione di essere triste per qualcosa» ghignò, e Liam schioccò la lingua sul palato, ringhiando e allungando la mano per stringerle il collo con tutta la forza di cui disponeva.

E adesso basta, pensò, perché finalmente tutta quella rabbia che teneva dentro da mesi era scoppiata con la forza distruttiva di un fiume in piena.

Le avrebbe spezzato il collo talmente si sentiva accecato dal desiderio di vendetta, quel pizzicore all'altezza delle spalle, quell'adrenalina che gli solleticava lo stomaco lo faceva sentire bene, soddisfatto.

Eleanor rovesciò gli occhi all'indietro, il volto paonazzo e le dita strette intorno a quelle di Liam per tentare di liberarsi senza una vana speranza.

Ma sarebbe andato avanti, con quei gemiti della ragazza a risuonare in testa, una sinfonia deliziosa pensò prima che qualcosa lo colpisse alla testa facendogli perdere i sensi.

*

«Non lo so, Nì» sussurrò Louis, accarezzando il petto del biondo con due dita, guardandolo in quel modo come solo il castano sapeva fare, «si comportava strano! Era strano!» stava dicendo con voce leggermente alterata, venendo zittito dalle labbra del biondo sulle proprie.

«Non lo so davvero, Lou. Vorrei tanto vedere come sta Liam, e- capirlo, io- chissà come si è sentito» sospirò tremante il biondo, venendo avvolto dalle braccia di Louis, «è ancora il mio migliore amico. Capisco quando qualcosa non va, aveva quello sguardo vuoto, quando non capisci realmente ciò che sta accadendo» scosse la testa,

MUDBLOOD SACRIFICEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora