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Quando arrivo a casa non riesco ancora a credere a cosa è successo giù al fiume. Voglio dire... che possibilità c'erano che sia io che lui andassimo a passeggiare lì nello stesso momento?
Possiamo essere amici. Le sue parole non fanno che rimbombarmi nella testa senza fine e la sua voce è come il canto delle sirene per i marinai. Sentirlo così, vicino, troppo vicino, eppure troppo lontano. Riuscirò ad essergli amica e non confondere i confini? Voglio dire... si può davvero essere solo amica di qualcuno che ti fa scoppiare il cuore anche solo respirando? Non sò se ci riesco ma só per certo che in un modo o nell'altro voglio far parte della sua vita.
Con la testa piena di lui e la pelle che formicola ancora per il contatto con le sue mani corro sotto la doccia. Mi preparo in tempo record e non perché sono in ritardo ma solo perché ho troppa voglia di rivederlo.
Metto un jeans ed una maglietta bianca, lego i capelli in uno chignon veloce e non mi trucco perché oggi fa particolarmente caldo ed il trucco sul viso mi infastidisce. Afferro la mia tracolla e volo fuori dalla porta ma poi mi blocco, torno indietro e prendo un post-it.

GUARDO I TUOI OCCHI E CAPISCO CHE NON ESISTE MARE PIÙ BELLO IN CUI MI VORREI TUFFARE.

Lo rileggo e con un sorriso lo attacco alla parete. Prima di arrivare allo studio decido di passare dalla nonna e prendere un pezzo di torta alle pesche e siccome mi sento buona ne prendo un pó anche per Sam, in modo che possiamo mangiarla insieme prima di iniziare a lavorare.
Quando arrivo lo trovo con la fronte increspata mentre legge qualcosa, che evidentemente non gli è piaciuta, dal suo cellulare.
"Ehi, come và? ". Chiedo allegra mentre mi avvicino.
Il suo viso si rilassa subito e quando alza la testa per guardarmi ha un grosso sorriso stampato in faccia. Devo dire che è davvero carino, una bellezza delicata, meno rude dei tre ragazzoni che potrebbero lavorare ad Hollywood.
"Adesso bene, bellezza. A te come và?". Gli sorrido di rimando e mi appoggio sul bancone sistemando la mia borsa tra noi. Mi guarda inarcando un sopracciglio come per chiedermi cosa diavolo stia facendo.
Senza dire nulla tiro fuori il contenitore con i due pezzi di torta e lo appoggio sul banco.
"Cos'è? ". Chiede curioso.
"Un pezzetto di paradiso". Rispondo vaga e gli passo la torta.
Prima di mangiarla mi guarda come se volesse essere certo che non ho intenzione di avvelenarlo.
"Tranquillo non è avvelenata. Per altro l'ha fatta la mia nonna, quindi...".
"Beh, se l'ha fatta tua nonna allora...". Dice e dà un bel morso. Chiude gli occhi e quando li riapre ha un sorriso enorme ed è davvero dolce.
"Cacchio! Credo di essermi appena innamorato. Presentami tua nonna: voglio sposarla". Scoppio a ridere e lui divora il suo pezzetto.
"Mi dispiace per te ma è già impegnata e mio nonno non ama condividere". Mette il broncio ed io inizio a mangiare la mia torta contenta di essere riuscita a conquistare il burbero ragazzo-segretaria.
"Se non la finisci guarda che posso mangiarla io. Dopotutto sei una ragazza e le ragazze devono badare alla linea". Dice facendomi gli occhi dolci nella speranza di convincermi, ma io scuoto la testa.
"Mi dispiace amico, ma io non mi creo il problema.". Sembra restarci male ed io scoppio a ridere ma qualcosa attira la mia attenzione e sento un improvviso formicolio alle spalle. Non ho bisogno di girarmi per sapere chi è appena entrato, è come se una grossa calamita mi attraesse e quando mi volto rimango abbagliata come sempre. Nathan entra in tutto il suo splendore, fresco di doccia, i capelli ancora umidi, il casco sotto braccio, i jeans strettissimi ed una maglietta nera superaderente che mette in risalto ogni singolo muscolo del suo corpo. Devo essermi incantata a guardarlo un pó troppo perché lo vedo avanzare con un sorrisetto arrogante verso di noi. Mi schiarisco la voce e riporto la mia attenzione sulla fetta di torta.
"Buon giorno, di nuovo". Mi dice vicinissimo al mio corpo al punto che mi sento formicolare tutta.
"A te". Gli rispondo. Di tante parole Katherine, non c'è che dire!.
"Amico, ti sei perso un pezzetto di paradiso". Dice Sam a Nathan, strappandomi un sorriso nonostante mi senta un fascio di nervi.
"Davvero?". Risponde e poi guardandomi aggiunge.
"C'ero appena arrivato". Il mio cuore sembra aver appena imparato a volare.
"No, mi dispiace, ma sei arrivato tardi. L'ultimo pezzetto stà per finire nello stomaco di Katherine ". E mentre lo dice mi guarda come se volesse pregarmi di dargli l'ultimo pezzo.
"Cos'è? ". Chiede Nathan curioso.
"La torta di pesche che mi ha preparato mia nonna.". Spiego e quando sto per mordere il mio polso viene bloccato, stretto in una morsa forte ma delicata. Alzo lo sguardo ed incontro gli occhi di Nathan che mi fissano ed io annego. Per peggiorare la situazione abbasso lo sguardo e fisso le sue labbra. Ovviamente se ne accorge quindi sorride arrogante e poi sempre tenendomi il polso e guardandomi negli occhi abbassa la testa e morde la mia torta. Sento lo stomaco stringersi in una morsa per l'intimità di quel gesto.
Arrossisco vergognosamente e lui sorride ancora di più. Bastardo.
"Mmh! Devo ammettere che Sam ha proprio ragione. Tua nonna è proprio brava." Dice continuando a mangiare la mia torta dalla mia mano, senza lasciarmi il polso.
"E se fossi stata raffreddata? Adesso staresti male anche tu." È la prima cosa che mi è venuta in mente da dire perché volevo sbloccare la tensione che mi stava crescendo nel petto. Si morde il labbro e china la testa verso di me.
"Ma non lo sei. Non lo eri al fiume e non penso tu ti sia raffreddata nell'ultima ora". Dice e si avvicina ancora di più, tanto che i nostri petti si sfiorano.
"E comunque, ne sarebbe valsa la pena". Non smette un attimo di guardarmi negli occhi ed io come al solito non riesco a sostenere il suo sguardo così intenso e chino il capo.
"Però, prendetevi una camera. Sembra che stiate per scopare proprio qui". La voce di Sam mi riporta alla realtà e le sue parole mi infiammano le guance. Faccio un passo indietro e scuoto la testa.
"Che dici! Siamo amici!". Mi affretto a dire e Nathan sghignazza per l'imbarazzo. Sam fa no con la testa ed io lo guardo male.
"Cosa?". Chiedo un pó infastidita e lui si affretta a spiegarsi.
"Amici? Tesoro, Nathan non è mai stato amico di una donna". Gesù. Ero proprio nella merda e come se non bastasse lui è proprio dietro di me. Azzardo uno sguardo e lui alza un sopracciglio come per sfidarmi a contraddire Sam. Quanto vorrei che Sam avesse ragione e che lui non volesse solo amicizia, ma poi lo guardo e capisco che è impossibile. Lui è un piano troppo in alto per una ragazzina come me.
Quindi riporto la mia attenzione su Sam prima di rispondergli.
"Allora sarò la sua prima". Affermo convinta ma mi pento subito delle mie parole, perché sono fin troppo ricche di doppi sensi. Senza guardare ne l'uno ne l'altro mi avvio verso lo studio di Nathan per iniziare a sistemare le cose per il primo appuntamento. Lo sento ridere e poi parlare a bassissima voce con Sam. Decido di non voler sapere quello che si stanno dicendo e continuo a sistemare le bende e le garze. Nathan entra poco dopo e si sistema subito accanto al lettino. Gli dó le spalle ma questo non mi impedisce di sapere con assoluta certezza che non mi ha tolto gli occhi di dosso neppure una volta. Lo só perché nei punti in cui mi guarda sento uno strano calore, un pó come quando ti esponi al sole. Ed esattamente come quando ti esponi al sole devi stare attenta a non bruciarti, nello stesso modo io devo stare attenta a riempire il mio cuore di crema protettiva perché una scottatura da Nathan sono più che certa che lasci il segno.
Durante le prime ore arrivano solo due clienti con le idee abbastanza chiare e con tatuaggi abbastanza piccoli e in entrambi i casi sull'addome per cui sono anche stati poco dolorosi. Sembra strano vedere ragazzoni con addominali fenomenali tutti i giorni. È un pó come poter essere sempre all'interno del backstage di una rivista di intimo. Solo bellezze. Ma la bellezza che mi sconvolge è Nathan, la sua passione per questo lavoro, il modo in cui si concentra e poi la sua espressione quando completa un tatuaggio e gli piace è davvero qualcosa di unico. L'ultimo appuntamento è un ragazzo appena diciottenne che si è già fatto tatuare altre volte con il consenso dei genitori.
"Ehi, artista. Come va?". Diciamo pure che il ragazzo sa fare il suo ingresso.
"Bene Fean, grazie. ". Risponde Nathan ma senza il suo enorme sorriso, indice del fatto che questo tipo non gli piace per niente.
Si volta verso la scrivania col computer e non appena mi vede fa un fischio.
"Ah però. Sai intrattenerti mentre aspetti i clienti! ". Un momento: mi ha appena accusata di essere la sua amante? Stronzo. Mi fumano le orecchie ma decido di non rispondere perché Nathan gli ha già lanciato uno sguardo di fuoco.
"Perché non pensi a sederti e dirmi dove vuoi il tatuaggio?". Gli dice con un sorriso che è tutt'altro che amichevole.
"Lo voglio che parta dalla base dei reni, pieghi un pó avanti e finisca a metà coscia.". Dice fissandomi. Ma che cazzo....?
"Perfetto. Procediamo con il disegno allora.". Ordina Nathan sempre più infastidito. Il tipo si toglie la maglietta e sbottona i jeans e quando sta per abbassarli mi rivolge un sorrisetto idiota.
"Se ti imbarazzi bambolina, puoi girarti ".
Ok, a tutto c'è un limite. Non ho mai visto un ragazzo in mutande, questo è vero, ma vado in spiaggia continuamente e non vedo la differenza con un costume da bagno. In più questo stronzo mi fa solo salire i nervi per cui l'imbarazzo è proprio fuori questione.
Sollevo gli occhi e lo guardo con il mio miglior sorriso finto.
"Beh, andiamo tutti in spiaggia, non vedo la differenza. Ed inoltre... non mi pare che ci sia molto da guardare!". Dico indicando con la testa verso il basso. Non sono mai stata sfrontata ma se l'è proprio cercata. Prima di voltarmi e ritornare al mio posto, mi prendo la soddisfazione di vedergli aprire la bocca per lo stupore e vedo gli occhi di Nathan brillare di divertimento, e quest'ultimi sono uno spettacolo.

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