#One Shot 1#

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Pov. Nico

Oggi ho sentito dei ragazzi del campo parlare di me. Dicevano che sono un tipo strano, spaventoso, da cui bisogna stare alla larga e che dovrei andarmene da qui, perché questa non è la mia vera casa. Dicevano che l' unico posto dove dovrei stare sono gli Inferi. Quando gli sono passato vicino hanno smesso di bisbigliare e hanno fatto finta di nulla, ma in realtà sapevo, anche se avevo lo sguardo rivolto altrove, che mi stavano guardando con aria disgustata. Non ho nessuna voglia di partecipare agli allenamenti quindi mi chiudo nella mia cabina e sicuramente ci resterò tutto il pomeriggio. Indosso un paio di pantaloni neri della tuta e una maglietta larga per cercare di dormire un po'. Ma non ci riesco perché mi tornano in mente tutte le cose che dicono di me. Sei un mostro, non ci puoi stare  non con tutti. C'era ancora gente che mi disprezzava o che aveva paura di me. Mi metto seduto sul letto e mi passo nervosamente le mani sul viso, non so più che fare, non riesco a dormire ma non ho intenzione di uscire dalla mia cabina. Mi viene in mente cosa potrei fare, so che è sbagliato, lo so, ma è più forte di me. Vado in bagno e sotto un mucchio di vestiti sporchi recupero la mia cara amica, la lametta. È così brutto sentirsi disprezzati, sbagliati, e l' unico modo per sentirmi libero è vedere il sangue che scende sulle mie braccia, da quei tagli che sembrano riversare tutte le mie paure e preoccuapzioni. Faccio un taglio. Penso ad Hazel, a cosa potrebbe pensare di me se venisse a scoprire cosa faccio al mio corpo, alle sue lacrime di disperazione non sapendo come fare ad aiutarmi, o lacrime di gioia sapendo che mi sto uccidendo piano piano.Un altro taglio. Penso a Jason che mi si avvicinerebbe dandomi una pacca sulla spalla e cercando di tirarmi su, ma potrebbe anche essere per picchiarmi e dirmi che sono un mostro. Ancora due tagli. Penso a Reyna che mi ha donato la sua forza durante il viaggio verso il campo mezzosangue e che mi sostiene con il tono di voce autoritario ma dolce allo stesso tempo, ma potrebbe anche decidere di non guardarmi nemmeno negli occhi. Questo è l' ultimo taglio. E penso a Will. Il mio ragazzo da sei mesi ormai, che mi bacerebbe dicendomi che mi ama e che usciremo da questa cosa insieme, ma potrebbe anche decidere di lasciarmi per il disgusto che proverebbe verso di me. Questa è la visione che mi fa più male di tutte. Ormai non potrei stare più di due ore senza di lui, anche se non gliel' ho mai detto. Sono esausto quindi mi appoggio al muro di fianco al lavandino
*lo so che ci sono i bagni comuni al campo ma altrimenti non sapevo come fare*

E cado in un sonno profondo.

Pov. Will
Sono venti minuti ormai che busso alla porta della cabina 13. Oggi Nico non si è presentato agli allenamenti e ho pensato che non si sentisse tanto bene se non era venuto. Finiti gli allenamenti sono subito venuto qui e adesso mi sto preoccupando davvero tanto perché Nico non apre. Dopo altri venti minuti passati a bussare , o meglio...cercare di sfondare la porta, e chiamare Nico sperando in una sua risposta decido di chiedere aiuto a un figlio di Ermes che molto gentilmente ha scassinato la serratura della porta. Entro di corsa e notando che non c'è nessuno sul letto corro verso il bagno e quando apro la porta mi appare una visione orrenda. Nico sta, apparentemente, dormendo raggomitolato per terra, le sue braccia sono piene di tagli molto profondi e sulle guance ha ancora il segno delle lacrime. Mi porto una mano alla bocca per reprimere un singhiozzo, mi ricompongo e mi avvicino a Nico scuotendolo piano per una spalla mentre lo chiamo.
"Nico...ehi Nico svegliati"
Due pozze nere e profonde mi osservano con espressione assonnata e scombussolata, si stropiccia gli occhi e si tira su a sedere. Non dice nulla.
"Nico...che cosa hai fatto?"
Gli chiedo sfiorando i tagli sulle sue braccia. In un primo momento sembra non capire poi abbassa lo sguardo ed è come se si ricordasse di tutto. I suoi occhi si riempiono di lacrime e abbassa la testa.
"Mi dispiace Will...io...io non sapevo...ti prego non mi odiare...non mi lasciare solo..."
Si ritrae dal mio tocco e si mette in posizione fetale in un angolo del bagno, le ginocchia strette al petto e bagnate di lascrime.
"Nico cosa ti fa pensare che ti possa lasciare? Io ti amo e in questo momento anche se non so cosa ti spinge a fare questo devo starti vicino più che mai e aiutarti. Io non ti lascerò mai Nico"
Mi avvicino a gattoni e lo prendo in braccio mettendolo sulle mie ginocchia, lo abbraccio forte stando attento a non fargli male premendo sui tagli. Appoggia la testa sul mio petto e stringe forte la maglietta, bagnandola delle grandi lacrime che rigano le sue guance e si infrangono sulla stoffa della mia t-shirt. Singhiozza, e per calmarlo gli accarezzo i capelli e lo stringo più forte. Senza dire nulla mi alzo e tenendolo a mo' di principessa lo porto sul letto, poi cerco delle bende e del disinfettante e aiutandomi con qualche mio potere guaritore cerco di accelerare la guargione delle ferite. Le sue braccia sono completamente avvolte nelle bende, lui le osserva quasi con diagusto e volta lo sguardo di lato, come per non vedere.
"Nico dimmi cosa è successo ti prego...perché lo hai fatto?"
Mi guarda con sguardo afflitto e sospira rumorosamente.
"Ecco io...ho sentito dei ragazzi parlare di me...dicevano che sono un tipo strano e che dovrei andarmene...quello che dicevano anche prima della guerra contro Gea. Era già successo altre volte che li sentissi dire queste cose ma questa volta non cel' ho fatta ad ignorarli"
"E sono sempre gli stessi ragazzi?"
"Si...credo siano figli di Ares arrivati da poco al campo"
Gli prendo le mani e lo guardo bene negli occhi, per non fargli dimenticare quello che sto per dirgli.
"Tu non devi dargli retta, lo sai che adesso tutti tu amano qui al campo, hai una famiglia, molti amici che ti vogliono bene e che ti sostengono, hai me e io ti amo più di ogni altra cosa, tengo a te più della mia stessa vita, e non devi farti questo per colpa di un gruppetto di idioti capito Nico? Fallo per me se non vuoi farlo per te"
Annuisce. Sono leggermente più sollevato ma dovrò comunque tenerlo d' occhio e stargli vicino per evitare che faccia di nuovo stronzate. Gli accarezzo la guancia e lo bacio dolcemente, un semplice bacio a stampo che esprime tutto il mio supporto e soprattutto il mio amore. Ci stendiamo sotto le coperte e rimaniamo abbracciati per minuti, se non ore, finché non lo sento muoversi un po' sul mio petto e lo vedo mentre mi fissa, mi fa un piccolo sorriso e poi dice una frase che mi fa esplodere il cuore di gioia. L' ha già detta tante altre volte ma adesso mi sento come se fosse la prima volta che la pronuncia.
"Ti amo Will"
"Ti amo anche io Nico"

Scusatemi per il ritardo e l' inattività ma la scuola mi rimpie di impegni
Potrebbero esserci degli errori perché non l' ho ricontrollata
Spero di postare anche domani
Ciau topine❤

SOLANGELO |humor|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora