Capitolo 1

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Acqua

L'acqua è tiepida e limpida. Il sole in cielo scalda la mia pelle e per la prima volta dopo settimane mi sento rilassato.
Le risate di Zac e gli spruzzi prodotti da Giri fanno da sottofondo al mio momento di relax. Alla fine devo dare ragione a mia madre. Non è stato così brutto dovermi portare dietro il mio fratellino.
Sia ben chiaro, voglio tantissimo bene a quella piccola peste di Zac, ma questo è il primo giorno che posso finalmente passare all'aperto. Sono stato rinchiuso in quella polverosa biblioteca a studiare per intere settimane e mi è mancata immensamente la sensazione che il contatto con il mio elemento mi trasmette.
L'esame per la maggiore età si avvicina e mi ci voleva proprio un giorno per ricaricare le batterie prima del rush finale.
A 19 anni nel nostro regno i ragazzi sostengono un esame che decreterà l'accesso alla "Scelta". Se riuscirò a passare l'esame potrò finalmente considerarmi un adulto e potrò decidere che cosa farò per il resto della mia vita,scegliendo il lavoro per cui mi sento più portato.
Ci tengo tantissimo a passare questo esame, anche se veramente non ho ancora idea di cosa vorrei fare. L'unica certezza che ho è che non voglio assolutamente ridurmi come mio padre, che non è riuscito a passare l'esame per ben tre volte e quindi è stato costretto a fare uno dei lavori più umili e degradanti che erano rimasti disponibili, il raccoglitore di muffa (uno non immaginerebbe mai quanta muffa si forma in un regno completamente ricoperto di acqua).
"Mac, vieni a giocare con noi!" grida Zac, distraendomi dalle mie riflessioni.
Mi tiro a sedere, rimanendo sospeso sopra il pelo dell'acqua e faccio in tempo a vedere la testina riccioluta del mio fratellino che sparisce nei flutti.
Sorrido appoggiando i gomiti sulle ginocchia e ricordando com'era bello non avere nessun pensiero a parte quello di giocare. Uno schizzo mi centra in pieno, inzuppandomi i pantaloni.
"Zac!" Lo chiamo,fulminandolo con un'occhiataccia.
"Non sono stato io, è stata Giri" dice lui imbronciandosi e additando la foca bianca che gli scodinzola accanto.
"Va bene, però andate a giocare un po' più lontano. Avevi promesso che se ti portavo con me saresti stato bravo e mi avresti lasciato in pace." Gli ricordo.
"Ok" risponde, con una faccina tutta triste.
Un pochino mi dispiace di averlo trattato così, ma ho veramente bisogno di ricaricarmi e stare tranquillo.
Dopo nemmeno due minuti gli urli e gli schiamazzi ricominciano e così decido di sdraiarmi e di lasciarmi avvolgere dall'acqua, finchè non mi trovo completamente immerso e il mio elemento mi circonda e mi coccola. Finalmente il rumore viene smorzato e riesco a isolarmi dal resto del mondo. Chiudo gli occhi e mi lascio andare; il sonno mi vince e mi addormento.

A svegliarmi è un mutamento nelle sensazioni che mi vengono trasmesse dall'acqua che mi circonda.Una nuova urgenza mi costringe ad aprire gli occhi, anche se rimango frastornato e confuso per diversi secondi.
Un suono ovattato alla fine mi scuote. Mi alzo di scatto ed esplodo fuori dall'acqua, schizzando a gran velocità verso la sorgente di quel rumore.
Il cuore manca un battito quando mi rendo conto di cosa sta succedendo.
"Zacriel!" urlo a squarciagola, mentre il terrore mi assale.
Sfruttando un po' del controllo che ho sull'acqua la faccio convergere sotto i piedi e mi faccio sospingere in avanti a velocità folle, fino a quando non mi trovo a terra.
Cerco di riguadagnare l'equilibrio e mi getto subito in avanti, correndo alla massima velocità verso il capannello che si è formato più avanti.
Come ci è finito lì Zac? Lo sa che non deve mettere piede in questo posto.
Smetto di pormi domande e mi concentro completamente nella corsa, per raggiungerlo il prima possibile.
Intravedo la sua figurina tra le gambe del capannello di persone che si è formato. Lo hanno circondato, sta stringendo tra le braccia Giri, piange e scuote la testa sempre più velocemente. So che è questione di pochi secondi prima che qualcuno perda la pazienza e gli faccia del male.
Mi getto nel mezzo e mi faccio strada a suon di spallate. Il terrore mi attanaglia lo stomaco ma non mi fermo a riflettere su ciò che sto facendo, devo metterlo in salvo.
Lo abbraccio stretto e gli faccio scudo con il mio corpo. La mia apparizione fa infuriare la gente che ci circonda, che comincia ad urlare e a schiamazzare,inveendo contro di noi.
"Dacci la foca!" urlano.


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