Capitolo tre.

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Evelin

Lo ammetto, forse avevo esagerato con quel ragazzo ma non potevo fare altrimenti. La forma che aveva preso il suo viso, quando aveva visto il pene di gomma me la sarei ricordata a vita.
Non aveva fatto altro che spalancare la bocca e rimanere inebetito davanti a quello spettacolo.
Mi ero divertita e finalmente in questa scuola di merda c'era un nuovo ragazzo con cui potersi divertire.

Non era bello, non era il solito belloccio che sembrava uscito da una pubblicità di modelli ma aveva a tutti gli effetti un carisma particolare. Sembrava che con quegli occhi verdi riuscisse ad entrarti dentro e leggere la tua anima. Appariva misterioso e questo mi piaceva.

In questa scuola ci si annoiava a morte e forse quello nuovo sarebbe riuscito a scuotere un po' gli animi.

Mancava poco ore alla fine della giornata e senza rendermene conto mi ero ritrovata in un'aula vuota con Owen.
«Adoro queste calze, sembrano uscite da un film porno.»

«Sei davvero squallido, e questo mi piace.» Misi una mano nella patta dei suoi pantaloni, centrando in pieno i suoi testicoli e li accarezzai.

«Mi fai eccitare da morire. Mi diventa duro non appena ti guardo.» Owen mi aveva spinta verso la cattedra della nostra insegnate di storia medievale e mi stava togliendo le scarpe.

«Lo sento.» Replicai guardando più in giù. «Ti piace scoparmi, non è vero?!»

«Non sai quanto, Ev...»

«Non mi chiamare così. I soprannomi si danno a persone a cui vuoi bene: amici, parenti. Non alle scopamiche. Mantieni il tuo ruolo.» Mi ritrovavo distesa sulla superficie fredda e armeggiavo con la cerniera dei suoi jeans. «Te l'avrò detto un milione di volte.» La mia voce non era arrabbiata, era solo sensuale.

Per quanto odiassi ammetterlo, Owen era uno dei pochi che ci sapere fare con il suo aggeggio là sotto. Mi faceva urlare per l'estasi dell'orgasmo e posso garantire che non tutti gli uomini riescono a provocarne uno in una donna.

Owen mi sfila la maglietta da sopra la testa e gli shorts. Sono in reggiseno e mutandine e lui è rimasto in boxer. Emette un verso gutturale e mi toglie anche gli ultimi indumenti rimasti addosso. Si toglie i boxer in fretta e furia e li scalcia via con i piedi. Mi penetra con un dito, facendo bagnare ancora di più la mia vagina. Nel frattempo con la mano libera si stimola il suo pene concentrandosi sul mio viso e i miei versi che renderebbero orgogliosa una pornostar. «Fermo, Owen. Prendi il preservativo.»

«Dai, mi conosci...sai che non ho nessun tipo di malattia.»

«No. Non provare a rifilarmi la cazzata che ti conosco. Io di te so solo che mi provochi gli orgasmi più belli che abbia ricevuto.»

Owen mi sorrise e mi stringe tra le dita il capezzolo del mio seno nudo e sodo. «Piccola... scopo solo con te. Non succederà nulla e so anche controllarmi. Non rimarrai incinta.»

Sorrisi e lentamente mi alzai dalla cattedra, abbassai le gambe mantenendo sempre il contatto con i suoi occhi e mi misi in ginocchio. Lo guardai dall'alto al basso. «Mettiti il preservativo, Adkins. Stai perdendo solo tempo.»
Uscì fuori la lingua e leccai tutta la sua lunghezza che era notevole, non potevo dire il contrario.

Immediatamente il corpo di Owen reagì mettendo una mano sulla mia testa e stringendo forte un ciuffo di capelli. Prese la bustina dalla tasta posteriore dei jeans e me la passò. L'aprì con i denti e pian piano la feci scivolare sul suo membro duro e pulsante.

Si potevano dire molte cose sul mio conto ma non che non fossi pulita.
Non intendevo certo avete una gravidanza indesiderata o peggio ancora contrarre una malattia.

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