Non sapeva quando aveva iniziato a sentirsi così.
Le emozioni, lentamente, cominciarono a scivolare via da lui.
Diventava triste per cose stupide, come quando veniva ignorato nella chat del gruppo che aveva con i Sette, quando Annabeth non gli rispondeva perché impegnata con qualcos'altro, quando vedeva che i suoi amici erano online ma nessuno gli scriveva.
Erano cose stupide, ma Percy si sentiva come se avesse fatto qualcosa di sbagliato, come se a loro non importasse più nulla di lui.Vedeva Annabeth che si concentrava sugli studi dell'università; sapeva che era il suo modo per convivere con lo stress post traumatico, aveva bisogno di tenersi occupata, ma Percy non era occupato e si sentiva come se la sua testa fosse piena di pensieri cattivi e tristi.
Vedeva Grover raramente, adesso: la sua posizione di Signore delle Selve gli imponeva di viaggiare continuamente, e quando riusciva a fare un salto al Campo Mezzosangue, spendeva la maggior parte del tempo stando con Juniper.
Frank adesso era un Pretore, impegnato a guidare Nuova Roma. Aveva a malapena tempo di dormire, figurarsi per parlare con Percy.
Jason divenne più intimo con Nico, tutte le volte che aveva voglia di uscire con lui, trovava Nico a parlare con Jason. Stavano diventando davvero amici, quindi Percy incominciò a prendere le distanze.Vedeva che sua madre cercava di aiutarlo, portandolo a mangiare cheeseburger, preparandogli biscotti blu, chiedendogli come stava. E lui le rispondeva sempre che andava tutto bene, perché sapeva che sua madre aveva troppe preoccupazioni, e lui non voleva diventare una di esse, non di nuovo.
Il libro che stava scrivendo, il bambino che aveva avuto con Paul, gli studi che stava seguendo: Sally era davvero impegnatissima, e lui se la sarebbe potuta cavare benissimo da solo.Però Percy sentiva sempre più voci nella sua testa, voci che gli dicevano che era inutile, che tutti sarebbero stati meglio senza di lui. Gli dicevano che tutti i suoi amici stavano andando avanti, diventando più intimi tra loro, tranne che con lui. Lui era quello strano, quello che non apparteneva a quel posto.
Aveva qualcosa che non andava, e lo sapeva lui come lo sapevano tutti: altrimenti, perché lo avrebbero evitato?
Una sera aspettò che Sally e Paul andassero a letto, per poi uscire silenziosamente dalla porta. Aveva lasciato delle lettere sul letto: per sua mamma, per i suoi amici e per Annabeth.
Prese un biglietto di un pullman di cui non sapeva nemmeno la destinazione.
Mentre guardava la strada scorrere attraverso i finestrini dell'autobus si convinceva sempre di più che quella era la scelta giusta.
Voleva rifarsi una nuova vita, e l'unico modo era scappare da tutto.
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Begin to Begin ~pj
FanfictionNon sapeva quando aveva iniziato a sentirsi così. Le emozioni, lentamente, cominciarono a scivolare via da lui. Diventava triste per cose stupide, come quando veniva ignorato nella chat del gruppo che aveva con i Sette, quando Annabeth non gli rispo...